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lunedì 2 giugno 2025

quale Chiesa di Papa Leone XIV? Con Armando Poggi se ne dibatte a la Nova incontra

dagli amici di Calvizzanoweb e dintorni che ringrazio, il resoconto giornalistico completo dell'incontro con Armando Poggi


La Nova incontra, mercoledì 4 giugno 2025, ore 18.00.

Quale chiesa di papa Leone XIV?

1. Il vento conciliare nel libro di Armando Poggi

Il coraggioso libro di Armando Poggi, che ho pubblicato nella collana da me diretta-intitolata Scenari presso le Edizioni La Valle del tempo di Napoli (Pianticelle divelte? Il vento conciliare nei sinodi delle chiese particolari, Intevista di Pasquale Giustiniani [Scenari/4)], Napoli), ricorda - tra i tanti aspetti ecclesiali e sociali -, «la capillare riflessione svolta, non soltanto a Napoli» con esiti che risultarono, in mezzo al clero partenopeo circa il celibato sacerdotale, «non del tutto “allineati” (in alcune diocesi del Sud i giornali semplificarono con lo slogan “i preti si vogliono sposare”)». Ciò, ricorda Poggi nel testo, «si può evincere dal fatto stesso di un telegramma che il Presidente della CEI, card. Antonio Poma, sentì di trasmettere, il 26.2.1970, a papa Paolo VI. In esso egli, in prospettiva rassicurante, conferma l’unanime decisione della plenaria CEI sul fatto che il celibato del clero è “per nostra Chiesa bene irrinunciabile del quale si avverte più che mai necessità”» (Pianticelle divelte?, cit., p. 16).

È la presa di distanza chiara, condivisa dal clero di Napoli, anche se attutita da parte del card. Ursi nella sua modalità di non trasmissione degli esiti alla CEI, che voleva allora essere un no netto al clericalismo, come s’intitola il capitolo IV del libro di Poggi. L’Autore, riprendendo quella vecchia tesi condivisa del celibato facoltativo per i preti della Chiesa di rito latino, usava l’argomento che il matrimonio, permesso ai preti di rito latino, sarebbe stato anche equilibratore rispetto alle nuova forme e modalità di convivenza simil-matrimoniale, diffusesi nel frattempo: «Chi è integrato armonicamente nel suo genere, non soltanto si esercita nel celibato, ma rifugge da ogni tipo di abuso sugli altri. Ecco perché è almeno da papa Giovanni Paolo II che, inserendosi sulla grande discussione circa le cosiddette teorie di genere, la Chiesa depreca gli abusi sessuali sui giovani e minori da parte di membri della gerarchia cattolica» (p. 54).

In sintesi, Poggi appare assai critico non soltanto sulla questione del celibato, nei confronti di papa Paolo VI, che pure era stato il “timoniere” dell’arrivo in porto del Vaticano II. Si legge testualmente nel libro di Poggi: «il secolare tradizionalismo sclerotico e statico, sempre vivo e vegeto nella Chiesa, momentaneamente interrotto dalla voglia di cambiamento indotta dal Concilio ecumenico Vaticano II: voluto e convocato da un uomo di Dio, Papa Giovanni XXIII, fu immediatamente ripreso già nella seconda fase del Concilio, dopo la morte di Papa Giovanni, dal nuovo Papa, Paolo VI (fosse dipeso da lui, egli non avrebbe mai indetto e celebrato un Concilio), per cui iniziò, così, una graduale restaurazione» (p. 79).

 2. Un esordio problematico dell’inizio di pontificato di papa Leone XIV?

Un verdetto, senz’appello, di “conservatorismo” e di “restaurazione”, espresso senz’appello da Poggi, non soltanto per quanto riguarda la questione specifica del matrimonio dei preti, ma per la visione di famiglia e di Chiesa, anzi di esplicita chiusura di quel papa al vento del Concilio.

Ora, mi sembra sintomatico che l’esordio del pontificato di papa Leone XVI appaia segnato da una peculiare e iterata verbalizzazione del tema della sacralità della famiglia tradizionale e dell’unione tra uomo e donna (che ha suscitato già qualche polemica), peraltro facendo testualmente appello - come avvenuto lo scorso primo giugno, alla Humanae vitae di Paolo VI.

Così, infatti, papa Leone si è espresso nel corso della prima udienza al Corpo diplomatico della santa Sede, nel corso della quale ha commentato le tre parole “pace, giustizia, verità”. Circa la seconda parola, giustizia, ha testualmente affermato in riferimento a coloro che hanno responsabilità di governo, che, allo scopo di costruire società civili armoniche e pacificate, occorra investire sulla famiglia, dando di questa una sua precisa e tradizionale descrizione:

«È compito di chi ha responsabilità di governo adoperarsi per costruire società civili armoniche e pacificate. Ciò può essere fatto anzitutto investendo sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, “società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società”. Inoltre, nessuno può esimersi dal favorire contesti in cui sia tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato».


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