aggiornamenti in evidenza

Scenari in tempo reale, in questo importante momento di transizione, un altro strumento si aggiunge: Vatican news, le ultimissime.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

sabato 14 giugno 2025

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sala Paolini Angelucci, Museo Diocesano di Velletri

Sabato 21 giugno ore 18:00

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sala Paolini Angelucci - Museo Diocesano

Corso della Repubblica 347, Velletri - Rm


Un nuovo, terribile, capitolo di una guerra infinita.

Scrivo questo mio intervento nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, nel corso di un nuovo capitolo di questa mai finita storia attacchi e risposte belliche: come ha sintetizzato Vatican news del 13 giugno 2025: «L’attacco missilistico di Israele sull’Iran… getta ulteriore incertezza e violenza su tutto il Medio Oriente e alimenta il rischio di un conflitto regionale. I bombardamenti, condotti con circa 200 aerei hanno colpito impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali, per un totale di oltre 100 obiettivi, sono stati definiti dal premier Benjamin Netanyahu attacchi "preventivi" per la "sopravvivenza" di Israele”. L’operazione “Leone nascente”, ha spiegato ancora il primo ministro, ha lo scopo di "ridurre la minaccia Iraniana” e durerà "molti giorni"». È una sempre penultima parola - quando sarà pronunciata l’ultima? – del volo dei due angeli di cui al titolo di questo bellissimo libro storico-biblico e storico-religioso di Marcello del Verme, mio antico docente in Facoltà teologica dell’Italia Merdionale di Napoli.

Nel suo Postscriptum – redatto dalla dipartita di papa Francesco – Del Verme aveva scritto: «Ci ha lasciato papa Francesco, vescovo di Roma e mi­nistro della cattolicità romana. Alla sua elezione danzai di gioia, oggi vivo la sua dipartita come una “teopatìa”» (Marcello Del Verme, Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace, ediziono La Valle del Tempo, Napoli 2025, p.125). Aveva aggiunto, speranzoso: «Più in generale, nella notte in cui ci guidano le stelle, come dicono alcuni murales che appaiono qua e là sul territorio, ci parlino e ci guidino i profeti del lontano e vicino passato: Martin Buber, Carlo Maria Martini, Yitzhak Rabin e, ultimo, papa Francesco. Si ascolti la loro voce, così i nostri “due angeli” potranno concludere il loro volo. Nella tradizione cattolica oggi 21 aprile 2025 è il lunedì dell’angelo. Da questo momento i nostri “angeli in volo” non sono più due ma tre» (p. 126).

Camminare sperando nella luce di Nicea

S.E.R. Mons. Vincenzo Bertolone

1700 anni da Nicea, attualità di un Concilio. 

Adista,  settimanale di informazione indipendente sul mondo cattolico e le realtà religiose, recensisce "camminare sperando. Il Giubileo del 2025 nella luce di Nicea", di Vincenzo Bertolone

Chi avrebbe mai detto che i 318 padri di Nicea (il numero simbolico rinvia ai servi di Abramo) non si siano limitati a produrre un Simbolo di fede famosissimo per aver introdotto per la prima volta un’espressione filosofica tecnica nella fede ripresa dai Vangeli? Ora anche la Commissione Teologica Internazionale ha ricordato: «Fino ad oggi “Nicea” – “la confessione di fede dei 318 padri ortodossi” – è considerato nelle Chiese orientali come il Concilio per eccellenza, cioè non come “un concilio tra altri”, e neanche come “il primo di una serie”, ma come la norma della retta fede cristiana. I “318 Padri” sono esplicitamente menzionati nella liturgia di Gerusalemme. Inoltre, nelle Chiese orientali, contrariamente alle Chiese occidentali, Nicea ha ricevuto una sua propria commemorazione nel calendario liturgico. È opportuno notare che le questioni disciplinari trattate a Nicea ricevettero da subito un peso differente rispetto alla confessione di fede» (Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700.mo anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea [325-2025]).

domenica 8 giugno 2025

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace di Marcello Del Verme
Contatta l'editore per saperne di più

Il volume è una trilogia che raccoglie testi scritti – tutti a “Casa Shalom” – in tempi diversi su una medesima tematica che riguarda la realtà problematica (territoriale militare politica e religiosa) e ne approfondisce alcuni fatti e le ragioni delle relazioni conflittuali tra Palestina e Israele, a partire dalla “guerra dei sei giorni” (5-10 giugno 1967) fino al “black shabbat” del 7 ottobre 2023 e suo seguito.
L’autore, giovane studente di Scienze bibliche e di Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum nella Gerusalemme Vecchia (e araba), era sul posto quando si consumò lo scontro del giugno 1967, di breve durata anzi fulmineo ma feroce e sanguinario nelle sue modalità, tra la Lega araba (Giordania, Egitto e Siria) e Israele. Quella guerra vide vittoriose e trionfanti le truppe israeliane sugli arabi e i palestinesi creando una situazione territoriale del tutto nuova. Una guerra, cosiddetta di ‘liberazione’ per Israele e/o di ‘occupazione’ per i palestinesi, i cui effetti letali e irrisolti in ambito territoriale, politico e religioso, perdurano e si fanno ancora sentire negli scontri in atto tra i terroristi di 
Hamas-e-guerriglieri-palestinesi e il protervo governo di ultradestra di Netanyahu, sostenuto e tenuto in piedi dai religiosi fondamentalisti e ultraortodossi e l’ala militare (IDF)

sabato 7 giugno 2025

Il sacco di Chios. Salerno, cenacolo letterario Ferrante Sanseverino


Cenacolo letterario “Ferrante Sanseverino”, Salerno 7.6.2025

Il sacco di Chios 

Salerno crocevia dello scontro tra Europa cristiana e Islàm in età moderna.

Dall’XI al XVI secolo… Davanti al crescente pericolo costituito dalla flotta turca, la Spagna, Venezia e gli Stati pontifici formarono un’alleanza per fermare l’avanzata turca. Si costituì così la Lega santa, che riuniva, sotto il comando di don Giovanni d’Austria, figlio illegittimo dell'imperatore Carlo V e fratellastro del re Filippo II, lo Stato pontificio, l’Impero spagnolo, le repubbliche di Venezia e Genova, i cavalieri di Malta, i ducati di Savoia, Urbino e Lucca e il granducato di Toscana.

Riunitasi a Messina, l’armata cristiana salpò verso le acque greche a metà settembre del 1571. Cipro, dopo la capitolazione di Famagosta, era appena caduta in mani ottomane, ma rimaneva la possibilità di sconfiggere la flotta turca attraccata nel golfo di Lepanto, all’imboccatura del golfo di Corinto. Annus terribilis, il 1571!

 Sotto il comando di don Giovanni d'Austria, fratellastro di Filippo II, la flotta dei cristiani, dopo una eroica lotta, riuscirà a sconfiggere i Turchi a Lepanto e riportare una clamorosa vittoria, appunto il 7 ottobre 1571. Poiché la vittoria di Lepanto era stata ottenuta il 7 ottobre, che cadeva quell'anno la prima domenica del mese, giorno in cui si facevano processioni in onore della Regina del Rosario, il papa l'attribuì all'intercessione della Madonna. Perciò il 17 marzo 1572 decise che il 7 ottobre fosse celebrata la festa della Madonna della Vittoria (festa che per ordine di Gregorio XIII [1° aprile 1573], venne trasferita alla prima domenica di ottobre e chiamata festa della Regina del Rosario).

Per Salerno era passato, circa quarant’anni prima della battaglia di Lepanto, esattamente il 18 novembre 1535, proprio Carlo V (Gand, 24 febbraio 1500 – monastero di Yuste, 21 settembre 1558), imperatore d’Asburgo e re di Spagna, Figlio di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza, sul cui regno il sole non tramontava mai. L’imperatore aveva, nel 1535, da poco compiuto una vittoriosa spedizione militare a Tunisi (la truppe napoletane erano state comandate proprio da Ferrante Sanseverino”), e da conquistatore e guerriero, decise di attraversare la parte meridionale del suo Regno, per arrivare a Roma e poi proseguire per il Nord Europa. Il suo viaggio durò più di due mesi, nel corso del quale egli toccò più a lungo la Sicilia, per poi attraversare la Calabria ed entrare nei possedimenti del Principe di Salerno, Ferrante di Sanseverino, fondatore del Cenacolo letterario salernitano.

Ferrante Sanseverino (Napoli, 1507 † Avignone, 1568), principe di Salerno, conte di Marsico e duca di Villermosa, ebbe per segretario Bernardo, il padre di Torquato Tasso; sposò Isabella Villamarina, contessa di Capaccio. Nel 1535 comandò le truppe napoletane all'assalto di Tunisi. Fu perseguitato dal vicerè Alvarez de Toledo per avergli impedito di istituire il Tribunale dell’Inquisizione.

venerdì 6 giugno 2025

La voce degli Dèi. Il canto sublime degli evirati al Books&Museum summer edition


𝗟𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗱è𝗶. 𝗚𝗹𝗶 𝗲𝘃𝗶𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗲 𝗹𝗮 𝗦𝗰𝘂𝗼𝗹𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗮𝗽𝗼𝗹𝗲𝘁𝗮𝗻𝗮

Il volume, pubblicato con il sostegno dell’Associazione Domenico Scarlatti, sarà presentato durante la rassegna Books&Museum – Summer Edition, mercoledì, 11 giugno 2025 ore 19:00 occasione unica per incontrare gli autori e dialogare sulla potenza espressiva della voce, tra passato e futuro

Un'opera che scava nella memoria musicale e antropologica dell’Italia: La voce degli Dèi. Gli evirati cantori e la Scuola vocale napoletana (Edizioni ADS, 2024, pp. 240), è il frutto di una ricerca multidisciplinare condotta da un gruppo di studiosi e musicisti d’eccezione – Enzo Amato, Mario Brancaccio, Sandro Cappelletto, Umberto Rosario Del Giudice, Aurelio Gatti e Francesco Nocerino – con il contributo del noto antropologo Marino Niola e del sopranista Francesco Divito.

A guidare la narrazione, il critico musicale Sandro Cappelletto, che restituisce dignità storica e artistica a figure spesso dimenticate, svelando il volto tragico ma sublime di una pratica musicale che ha segnato profondamente l’identità sonora del Belpaese. In questo viaggio nel cuore della Scuola vocale napoletana, non manca un omaggio al più celebre interprete del Belcanto partenopeo: Enrico Caruso.

lunedì 2 giugno 2025

quale Chiesa di Papa Leone XIV? Con Armando Poggi se ne dibatte a la Nova incontra

dagli amici di Calvizzanoweb e dintorni che ringrazio, il resoconto giornalistico completo dell'incontro con Armando Poggi


La Nova incontra, mercoledì 4 giugno 2025, ore 18.00.

Quale chiesa di papa Leone XIV?

1. Il vento conciliare nel libro di Armando Poggi

Il coraggioso libro di Armando Poggi, che ho pubblicato nella collana da me diretta-intitolata Scenari presso le Edizioni La Valle del tempo di Napoli (Pianticelle divelte? Il vento conciliare nei sinodi delle chiese particolari, Intevista di Pasquale Giustiniani [Scenari/4)], Napoli), ricorda - tra i tanti aspetti ecclesiali e sociali -, «la capillare riflessione svolta, non soltanto a Napoli» con esiti che risultarono, in mezzo al clero partenopeo circa il celibato sacerdotale, «non del tutto “allineati” (in alcune diocesi del Sud i giornali semplificarono con lo slogan “i preti si vogliono sposare”)». Ciò, ricorda Poggi nel testo, «si può evincere dal fatto stesso di un telegramma che il Presidente della CEI, card. Antonio Poma, sentì di trasmettere, il 26.2.1970, a papa Paolo VI. In esso egli, in prospettiva rassicurante, conferma l’unanime decisione della plenaria CEI sul fatto che il celibato del clero è “per nostra Chiesa bene irrinunciabile del quale si avverte più che mai necessità”» (Pianticelle divelte?, cit., p. 16).

È la presa di distanza chiara, condivisa dal clero di Napoli, anche se attutita da parte del card. Ursi nella sua modalità di non trasmissione degli esiti alla CEI, che voleva allora essere un no netto al clericalismo, come s’intitola il capitolo IV del libro di Poggi. L’Autore, riprendendo quella vecchia tesi condivisa del celibato facoltativo per i preti della Chiesa di rito latino, usava l’argomento che il matrimonio, permesso ai preti di rito latino, sarebbe stato anche equilibratore rispetto alle nuova forme e modalità di convivenza simil-matrimoniale, diffusesi nel frattempo: «Chi è integrato armonicamente nel suo genere, non soltanto si esercita nel celibato, ma rifugge da ogni tipo di abuso sugli altri. Ecco perché è almeno da papa Giovanni Paolo II che, inserendosi sulla grande discussione circa le cosiddette teorie di genere, la Chiesa depreca gli abusi sessuali sui giovani e minori da parte di membri della gerarchia cattolica» (p. 54).

In sintesi, Poggi appare assai critico non soltanto sulla questione del celibato, nei confronti di papa Paolo VI, che pure era stato il “timoniere” dell’arrivo in porto del Vaticano II. Si legge testualmente nel libro di Poggi: «il secolare tradizionalismo sclerotico e statico, sempre vivo e vegeto nella Chiesa, momentaneamente interrotto dalla voglia di cambiamento indotta dal Concilio ecumenico Vaticano II: voluto e convocato da un uomo di Dio, Papa Giovanni XXIII, fu immediatamente ripreso già nella seconda fase del Concilio, dopo la morte di Papa Giovanni, dal nuovo Papa, Paolo VI (fosse dipeso da lui, egli non avrebbe mai indetto e celebrato un Concilio), per cui iniziò, così, una graduale restaurazione» (p. 79).

 2. Un esordio problematico dell’inizio di pontificato di papa Leone XIV?

La Parola di Dio: l’idolatria del culto della violenza

L’episodio del “vitello d’oro” contenuto nel Libro dell’Esodo (cf,Es 32,4) risulta emblematico per affrontare una delle questioni più attuali circa il ‘pianeta adolescenza’ del nostro tempo ovvero l’ondata di violenza tra i giovani. Si assiste all’affermarsi tra i giovani di un vero e proprio ‘culto della violenza’, talvolta, feroce, gratuita e inspiegabile come il recente caso di cronaca in Campania della povera Martina di soli 14 anni, uccisa barbaramente dal suo fidanzatino per futili motivi. La Parola di Dio in ogni stagione della storia umana preserva intatta la sua perenne validità educativa come più volte ha affermato il celebre e compianto teologo Joseph Ratzinger:

«La Parola di Dio indica all’uomo i sentieri della vita e gli rivela i segreti della santità»[1].

La Parola di Dio è utile e attuale perché la coscienza di cui ogni essere umano è dotato necessita di essere ‘educata’, ‘formata, al fine di evitare il male e compiere, invece, il bene. Da un’attenta lettura dell’episodio del vitello d’oro si possono fare delle considerazioni: perché il popolo di Israele dopo aver sperimentato la potenza di Jahve e aver visto con i propri occhi il realizzarsi della liberazione dalla schiavitù egiziana avverte il bisogno della ribellione? Un gesto ingiustificato considerando i benefici di cui è stato reso oggetto dall’azione liberante e salvante divina. Una forma di ‘ingratitudine’ intrinseca che nonostante il bene ricevuto si ricambia con il male. Israele aveva vissuto l’ ‘assenza di Mosè’ come un abbandono e il bisogno di ‘tangibilità’ aveva preso il sopravvento: il popolo ha bisogno di una divinità (che come gli altri popoli) può vedere, toccare, controllare. L’idea di un Dio che si manifesta tra la trascendenza e l’immanenza spaventa e richiede il ‘sacrificio’ della fede. Allo stesso modo, alcuni giovani vivono paure e incertezze legate al futuro, sono attraversati da un senso di precarietà ed incertezza relativo alla mancanza di lavoro e alla mancanza di affetto da parte delle figure genitoriali. I giovani sono alla costante ricerca di un piacere immediato ma effimero: affermazione di sé sui social, pornografia, dipendenza dalle droghe e dall’alcol procurano in loro una soddisfazione passeggera ma che terminato l’effetto suscita in essi la sensazione un vortice simile al vuoto assoluto. Mancano figure di riferimento autorevoli per gli adolescenti del nostro tempo. Diversi giovani si rendono protagonisti di gesti di violenza efferata e gratuità nonostante- almeno qui in Occidente- la maggior parte di essi gode dei maggiori comfort. Si pensi alla subcultura delle gang, ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, al fatto che la società attuale sospinge sempre più giovani ed adulti al consumo impiantando la logica del: ”tutto e subito” e del “tutto mi è dovuto”. Stereotipi e canoni di bellezza dominanti incentrati esclusivamente sull'apparenza si ripercuotono poi negativamente su non pochi “giovani fragili" i quali vivono la frustrazione di non essere all’altezza. Sulla base di queste acquisizioni ci si chiede allora perché tanta violenza? Perché dinanzi ad una relazione che non ha più i presupposti per continuare rispondere con l’omicidio? Al fine di evitare generalizzazioni moraleggianti, va precisato che il mondo dell’adolescenza, come ha osservato Ammaniti, è caratterizzato da diversi paradossi. Pertanto, non tutti i giovani vivono questo tipo di dinamiche. Alcuni giovani, infatti, sono protagonisti del cambiamento sociale in atto e sono attivamente impegnati in progetti ed attività volti all’instaurazione della solidarietà, della giustizia sociale e dell’uguaglianza nonché della cura e la tutela per il Creato.

Non si può prescindere dal rilevare - come ad esempio - il sistema scolastico sempre più complesso insiste sul rendere i discenti degli esperti competenti del saper ‘fare’ tecnico ma troppo spesso trascura il fatto che la scuola deve poter insegnare ‘ad essere’, implementando nei discenti la dimensione dell’interiorità e della conoscenza del sé, allo scopo di fornire loro una visione globale e critica della realtà.

 “Cosa ci guadagno a conoscere la Divina Commedia di Dante Alighieri ”? A cosa mi serve nella vita?! “Ancora l’Ora di Religione? Non serve a nulla!”. Questi sono alcuni degli slogan più noti. Molti giovani vivono il ‘sogno’ di apprendere dalla scuola le competenze necessarie perché possano raggiungere il successo e conseguire la ricchezza materiale. Ciò, senza curarsi troppo della questione dell’etica ovvero dell’anima. Riscoprire il valore educativo e trasformativo delle discipline umanistiche costituisce un importante passo per poter con ‘sapienza’ contrastare il dilagare del culto della violenza tra i giovani. La letteratura italiana, la storia, l’educazione civica, il Diritto, la Religione Cattolica concorrono nelle scuole a fornire ai discenti un’adeguata formazione integrale della loro personalità. Ciò, al fine di rendere gli allievi e le allieve dei cittadini adulti, maturi e consapevoli. Tuttavia, se un genitore dice al figlio/a che alcune discipline deve affrontarle solo per proseguire gli studi ma che esse non gli consentiranno di ‘guadagnare’ è come predisporsi ad affrontare una battaglia di cui già si ha la certezza della sconfitta.

I genitori dovrebbero rivedere le loro posizioni culturali nei confronti di alcune discipline scolastiche anziché magari invocare l’istituzione di ‘nuove’ materie occorre che essi aiutano i loro figli a dare maggiore valore a quelle che già compongono i vari curricoli scolastici. Detto questo, il ‘tempo’ costituisce un altro tassello importante per la questione. Molti genitori, data la complessità della vita odierna, sono costretti ad orari di lavoro disumanizzanti e non hanno ‘tempo’ sufficiente per fermarsi coi propri figli, per coltivare con loro dialogo e ascolto, condivisione, sviluppare empatia. A ciò si aggiungono altri fattori non trascurabili come continui litigi tra genitori, incomprensioni, la piaga del divorzio, relazioni extraconiugali. Tali fattori, hanno un peso sul vissuto dei giovani, una profonda incidenza affettiva. Il mondo degli adulti ignora che certi stili di vita possono avere delle ripercussioni serie sul vissuto dei loro figli e invece la realtà dimostra il contrario! Le nuove forme di  disagio  giovanile sono delle conseguenze dipese dai comportamenti degli adulti.  La Parola di Dio ricorda che la convivenza civile è disciplinata da delle regole. La libertà autentica si fonda sul rispetto dell’altro. L’insegnamento delle Torah - ad esempio- “Non uccidere” insegna l’inestimabile valore e preziosità della vita umana. Sensibilizzare i giovani sull’importanza dell’etica rappresenta un’urgenza e una sfida per il contesto educativo odierno. Incrementare attività di sensibilizzazione sul tema della violenza, avvalendosi del contributo degli esperti, costituisce una priorità per la scuola di oggi. Tuttavia, come ha ricordato di recente anche Papa Leone XIV c’è bisogno di un' alleanza educativa all’interno della società tra tutti i componenti deputati all’educazione: Famiglia, Scuola, Chiesa devono e possono dialogare e insieme per ricercare una soluzione efficace e condivisa per affrontare le nuove emergenze educative che caratterizzano il contesto sociale attuale. Leone XIV ha indicato come metodo educativo, per attenuare l’espandersi e l’affermarsi tra i giovani della violenza e dell’aggressività, la non violenza. Si leggano le sue parole:

C’è troppa violenza nel mondo, c’è troppa violenza nelle nostre società. Di fronte alle guerre, al terrorismo, alla tratta di esseri umani, all’aggressività diffusa, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di esperienze che educano alla cultura della vita, del dialogo, del rispetto reciproco. E prima di tutto hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento. Pertanto, dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni[…]. Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace.

Promuovere ‘istituzioni di pace’ significa aiutare i giovani a fare esperienza della forza trasformativa dell’amore. Pertanto, occorre che genitori, docenti e varie figure educative rappresentino per i giovani dei modelli di vita credibili. Testimoniare nel concreto che vivere la pace è possibile a partire dalle piccole realtà concernenti la vita quotidiana. Testimoniare che le relazioni sane, sia dal punto di vista familiare che sentimentali esistono e sono possibili.

Giuseppe Lubrino





[1] Cfr. Benedetto XVI, Pensieri sulla Parola di Dio, (a cura di L. Coco), Libreria Editrice Vaticana 2008, p.23.

Corrado Ocone, il non detto della libertà

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sabato 21 giugno ore 18:00 Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme Sala Paolin...