sabato 27 aprile 2024

San Tommaso intellettuale glocal, dal Mediterraneo all'universo tutto

San Tommaso d’Aquino, uomo del Mediterraneo, uomo del dialogo. Tre giorni di studi tra Sant'Anastasia (Santuario della Madonna dell'Arco) e Napoli, PFTIM

Il giubileo di San Tommaso, un giubileo già iniziato nel 2023 con il settimo centenario della canonizzazione e che si concluderà nel 2025 con l'ottavo centenario della nascita che si suppone sia avvenuta nel 1225, quindi l'anno 2024 ha visto, vede e continuerà a vedere un affascinante proliferare di celebrazioni religiose, culturali e accademiche in onore del nostro caro San Tommaso. Il 7 marzo scorso anche la Camera dei Deputati a Roma ha voluto onorare il grande figlio della Patria italiana. Bisogna risalire all'anno 1974 per trovare una simile fioritura di celebrazioni filotomistiche. L'anno 1974, infatti, è stato un anno eccezionale, ha segnato per così dire la risurrezione del tomismo dopo le turbolenze del dopoconcilio che, giustamente, avevano messo in discussione alcune forme neotomiste del tomismo. Quindi un tomismo trasformato, purificato, rinnovato, ha cominciato a prendere forma, a uscire dalla sua crisalide. L'anno 1974 è stato segnato in particolare dalla splendida lettera Lume Ecclesiae di Papa San Paolo VI che ricordava i valori permanenti della Dottrina e del metodo di San Tommaso, che riproponeva il dottore comune come esempio e modello. Nello stesso anno 1974 fu celebrato un imponente congresso tomistico internazionale, testimone della vitalità rinnovata del tomismo, sia a Roma che qui a Napoli. Gli atti imponenti di questo congresso occupano ancora parecchi scaffali nelle biblioteche. In quell'occasione nacque anche l'idea della Società Internazionale di San Tommaso d'Aquino, che da allora ha dato così bei frutti. Non dubito affatto che San Tommaso sia inesauribile, però è anche vero che molto è già stato detto e pertanto il tema scelto è stato San Tommaso d'Aquino, uomo del Mediterraneo, uomo del dialogo. Si tratta dunque, da un lato, di evidenziare tutto quanto l'Aquinate deve al suo radicamento in un luogo particolare con la storia e cultura specifiche, perché, come sappiamo, nel buon tomismo ogni conoscenza parte dal concreto, dal singolare, dal particolare. E si tratta, dall'altra parte, dall'altro lato, di sottolineare il dinamismo costante d'apertura all'universale che anima e permea tutta l'opera tommasiana, soprattutto attraverso il dialogo, il dialogo come mezzo per raggiungere la verità sempre più grande. Nel caso di Tommaso d'Aquino a Napoli il legame tra il particolare, il locale e l'universale è stato facilitato dal fatto che il Mediterraneo, pur rimanendo purtroppo un luogo di conflitto, è stato e rimane un luogo eccezionale per gli incontri culturali e gli scambi intellettuali. Appunto la nostra prima giornata si concentrerà sui legami tra San Tommaso d'Aquino e la città partenopea. Se la formazione spirituale ricevuto dai monaci benedettini di Monte Cassino lasciò indubbiamente un'impronta duratura nell'anima di Tommaso d'Aquino, fu invece qui a Napoli, dove era appena sorta l'università fondata da Federico II, e qui che il giovane Tommaso riceveva la prima e decisiva formazione intellettuale. A Napoli si trovò providenzialmente in prima linea nell'incontro tra il pensiero cristiano-latino in pieno sviluppo e la cultura filosofica e scientifica trasmessa dal mondo musulmano. Fu a Napoli, ricordiamoci che, ad esempio Michele Scotto tradusse in latino i commenti di Averole. Ma Napoli fu anche il posto in cui il frate domenicano trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena, quelli forse più documentati dai storici. Qui a Napoli predicò nella sua lingua madre, qui a Napoli visse esperienze spirituali che segnano profondamente gli ultimi anni del suo peregrinaggio terrestre. Infine, Napoli è la città dove la memoria di Sant'Tommaso è stata ampiamente conservata nel culto e nella devozione, ma anche come fermento di un pensiero capace di far luce sui problemi dei tempi. Il tomismo ha avuto a Napoli diversi momenti di gran splendore, dal Medioevo con

mercoledì 24 aprile 2024

che cos'è la transizione ecologica nell’orizzonte degli interessi delle nuove generazioni


Dipartimento di biotecnologie SUN, cattedra del prof. Carlo Iannello, 24 aprile 24.

Che cosa è la “transizione ecologica” nell’orizzonte degli interessi delle future e nuove generazioni.

1.   Costituzione italiana, modifica:

«Articolo 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 3334].

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».

2.   Verde Europa? La Commissione europea ha adottato una serie di proposte per rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e tassazione idonee a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Si parla di Green Deal europeo, che viene presentata anche come la nostra ancora di salvezza per uscire dalla pandemia di Covid-19. Un terzo dei 1.800 miliardi di euro  di investimenti del piano di ripresa NextGenerationEU e del bilancio settennale dell’UE finanzieranno il Green Deal europeo. Il 12 marzo 2024 - La Commissione ha pubblicato una comunicazione sulla gestione dei rischi climatici in Europa che illustra come l'UE e i suoi paesi possono attuare politiche che salvano vite umane, riducono i costi e proteggono la prosperità. Si tratta di una risposta diretta alla prima valutazione europea del rischio climatico da parte dell’Agenzia europea dell’ambiente. Affronta inoltre le preoccupazioni di molti europei in seguito alle temperature record e agli eventi meteorologici estremi registrati lo scorso anno. Il Green Deal europeo punta a rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050, rilanciare l'economia grazie alla tecnologia verde, creare industrie e trasporti sostenibili e ridurre l'inquinamento. Trasformare le sfide climatiche e ambientali in opportunità renderà la transizione giusta e inclusiva per tutti.

La Commissione europea aiuta gli Stati membri dell'UE a progettare e attuare riforme che sostengano la transizione verde e contribuiscano al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo. Contribuisce inoltre a definire le procedure richieste nelle amministrazioni centrali e locali e a realizzare le strutture di coordinamento necessarie per l'attuazione delle politiche verdi. Nell'UE l'insieme degli Stati membri, delle regioni e dei settori devono contribuire alla transizione verso un'economia climaticamente neutra. Tuttavia, la portata della sfida non è la stessa per tutti. Le regioni dipendenti dai combustibili fossili e dalle industrie ad alta intensità di CO2 saranno particolarmente colpite e subiranno una profonda trasformazione economica, ambientale e sociale.

domenica 21 aprile 2024

Books&Museum, dove sono i Cristiani nella vita politica?

Domenica 14 aprile 2024 (Filo rosso di Books and Museum, di Pasquale Giustiniani) 

Tre volumi de La valle del tempo di Napoli, due inseriti nelle collane dirette da Pasquale Giustiniani, che rileggono, in ottica attualizzante, gli anni Settanta del secolo XX, sull’onda della domanda: “dove sono i cristiani nella vita politica?”. Tramontato il partito unico democristiano e la polverizzazione dei credenti nelle varie formazioni di sinistra, centro e destra, non si rischia che restino inascoltate le prospettive e le richieste provenienti dal cristianesimo, particolarmente quello nella sua forma cattolica? Le vicende di "Come la luce dell'alba", di Pio Russo Kraus, si svolgono a Napoli dall'ottobre 1973 al maggio 1974, periodo segnato dal post colera, dall'austerity e dalla campagna per il referendum sul divorzio, nel corso della quale – come precisa il libro di Improta – i cristiani per il socialismo assunsero chiare posizioni di dissenso. Una Napoli, continua Russo Kraus, segnata dalla speculazione edilizia e dall'abusivismo che distruggono il verde ancora esistente ed espellono le fasce più povere della popolazione. In questa cornice si svolge la storia di un prete di buona famiglia, catapultato in una realtà ben diversa da quella dove aveva vissuto, e di un gruppo di giovani che prendono le parti degli ultimi e si oppongono alla distruzione del territorio e alla camorra. I diversi personaggi si troveranno ad affrontare dubbi, dilemmi, a interrogarsi sulle loro vite e sulla società, a fare scelte difficili. E anche a vivere i primi innamoramenti. Un felicemente prete uxorato, Armando Poggi, riprende le domande poste recentemente al clero di Napoli e del suo hinterland diocesano, in occasione del cammino sinodale universale e del XXXI Sinodo della chiesa di Napoli. Esse hanno il titolo 'Quali preti per la Chiesa di Napoli'. Domande che sanno di nuovo, ma anche di antico. Proprio questo si legge nel volume di Armando Poggi. Nel corso di una lunga intervista concessami, egli presenta i contenuti della “Traccia di discussione sui problemi del Clero”, proposta e inviata dalla C.E.I. a tutto il clero Italiano nel 1970. A quella “Traccia...” antica - che in atmosfera sinodale ha davvero il sapore del nuovo -, il clero di Napoli, coinvolto nel suo insieme a ridosso del vento conciliare, diede delle risposte molto precise, mature, in sintonia con lo spirito del Vaticano secondo appena concluso, affrontando, tra l’altro, le rilevanti questioni dell’impegno sociale e lavorativo del presbitero, del celibato, della condivisione piena con la gente di un territorio… Questioni che risultano non solo attuali, ma addirittura avveniristiche, come adesso Poggi ci illustra, ricavandole da alcuni fogli a stampa, sbucati fuori dal suo Archivio privato (che varrebbe la pena ri-pubblicare). Erano risposte contenute in una “Relazione sui problemi del Clero”, redatta da un noto ecclesiologo partenopeo, mons. Ciriaco Scanzillo, professore nella sezione san Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà di teologia dell’Italia meridionale, già Rettore del Seminario di Napoli, poi Vescovo Ausiliare dell’arcidiocesi: persona onesta e indipendente che, a quel tempo, dopo aver letto analiticamente i resoconti territoriali pervenuti alla Segreteria del clero, si limitò a dare forma sintetica a un ampio e articolato dibattito, a cui avevano partecipato tutti i preti della diocesi, negli incontri svolti nelle numerose Foranie. Il contenuto avvincente di questa “Relazione sintetica” costò caro all’allora don Poggi – che oggi si auto-definisce “prete altro” -; egli, pur facendo parte della Segreteria diocesana della consultazione, fu emarginato dal cardinale dell’epoca, Corrado Ursi, il quale non volle accogliere e trasmettere la relazione di mons. Scanzillo a Roma, ovvero, in Vaticano, alla Congregazione per il Clero e, in CEI, alla Segreteria: «Credo che, all’epoca, il Card. Ursi sia rimasto stizzosamente contrariato dal pensiero del suo Clero e questo spiegherebbe lo scontro avvenuto tra me e lui» (Pianticelle divelte, p. 47). Gli intenti di Giuseppe Improta, autore del terzo

domenica 14 aprile 2024

Fine della Cristianità? Quattro risposte al books and museum di Santa Maria la nova

domenica 7 aprile 2024, ore 11.00

Fine della cristianità?

nell’occasione sono stati presentati i libri:

📚Cristo narrato ai lontani di Patrizia Cotticelli

📚Come spezzare le catene del male di Romualdo Gambale

📚Carismi e istituzione di Vincenzo Bertolone

📚Ritornare alle radici. La sfida del cristianesimo di Rocco Pititto

 

Riflessioni di Pasquale Giustiniani

I volumi in gioco sono come 4 punti di vista, espressi da quattro diverse angolazioni sul tema oggi in gioco: la cristianità – intesa come fattore del panorama storico-culturale odierno, collegato alla fede dei cristiani, all’istituzione ecclesiastica, alle dottrine teologiche e filosofiche, alla crisi della pratica religiosa e delle devozioni – è forse alla fine del suo corso, oppure alla fine di un ciclo? Già nella prima parte del secolo XX si parlò di “tramonto dell’Occidente”, trovando fin nella radice del termine Occidente (da occasus, tramonto) il “destino” di una terra in cui, oggi, la realtà appare ancora più estenuata da certe atmosfere postmoderne. Questo ci va mostrando soprattutto la caduta d’interesse per una morale naturale, con il conseguente tramonto di punti di riferimento stabili e duraturi, in un contesto assai più problematico che mette nelle mani dell’essere umano strumenti inediti ed apre situazioni, per quanto concerne il potere tecnoscientifico, di manipolazione e dominio sull’ecosistema, sugli esseri viventi e perfino sull’essere umano...

⽰ ..l'algebra dello spirito, contributo del professore di logica Antonio Di Nola al tema: fine della Cristianità




sabato 13 aprile 2024

Intelligenza, coscienza o sensibilità, nuovo vocabolario IA: un chatbot per amico...

Intelligenza artificiale, uno strumento al servizio dell'uomo fra tecnologia, etica e timori. Rotary, distretto 2101 Italia. Governatore: Ugo Oliviero Real belvedere di San Leucio. Caserta, 13 aprile 2024. Piazzetta della seta 

Cornice sul tema per titoli, argomenti e paragrafi sviluppati dal relatore Pasquale Giustiniani:

Intelligenza, coscienza o sensibilità: un nuovo vocabolario per l’intelligenza artificiale? 

 - Evitare la fantasmagoria retorica: una realizzazione umana una modalità per organizzare dati; un’accelerazione di possibilità di calcolo e combinazioni; verso un lavoro sociale che la persona svolge accanto alle macchine; 

 - I timori per un’algocrazia: automatismi e modi «umani» Il caso Replika: Replika è un compagno di chatbot numero 1, basato sull'intelligenza artificiale. Replika è per chiunque desideri un amico senza giudizio, dramma o ansia sociale coinvolti. Può creare una vera connessione emotiva, condividere una risata o diventare reale con un'intelligenza artificiale così buona, da sembrare quasi umana; Il caso giapponese: intelligenza artificiale come realtà «spirituale» analoga alle dimensioni psicospirituali dell’inventore: la partnership Giappone-USA si concentra nello sviluppo delle scienze della vita (macchina-badante) e della medicina e nel campo dei nuovi materiali. Tutto a disposizione delle aziende e delle università per rafforzare la competitività industriale 

- Quale certezza nella gestione dei dati? Nozione di certezza «mutata» rispetto alla realtà di tipo cartesiano (ascissa e ordinata in un piano); Il nodo dei «dati» da cui partire: i nuovi poveri sono coloro che non dispongono di dati (nelle mani dei colossi o giganti); Nicola Grandis: Chi sono i possessori dei dati che vengono utilizzati per il training dell’AI? “I sistemi di intelligenza artificiale dotati di intelligenza competitiva con quella umana possono comportare rischi profondi per la società e l’umanità” è l’incipit della lettera che vorrebbe all’improvviso gettare un’ombra su una tecnologia che ormai già domina il mondo e sui cui gli stessi firmatari hanno costruito imperi finanziari. Come tutte le tecnologie la vera discriminante è l’uso che se ne fa. Non essendo dotate di coscienza né etica, ma essendo solo un complesso agglomerato di formule matematiche, sta a chi le utilizza commercialmente stabilire limiti e regole; Spunti dalle tecniche di xAI (explainable Artificial Intelligence), tecniche con le quali un modello di intelligenza artificiale non si limita a fornire delle soluzioni basate sui dati, ma fornisce anche delle indicazioni su come sia pervenuto al risultato offerto; 

sabato 6 aprile 2024

Rosmini fra filosofia e politica

 

Ho intitolato il mio breve intervento con "il contributo" del contributo sull'apporto di Antonio Rosmini Servati alla grande stagione filosofico-teologica personalistica. Se il comune recupero della nozione di persona avviene in un variegato milieu culturale, inizialmente ostile all'abate Rosmini, che come è noto, anche dopo morto, è stato considerato un nemico dai pensatori di parte cristiana, c'è voluto un recupero molto tardo, nel momento in cui si è detto che poteva stare accanto a Tommaso D'Aquino, tra i grandi del pensiero cristiano, abbiamo atteso il secolo ventesimo e neanche il ventesino ce lo fa chiamare Beato, per cui è successo il pandemonio dal punto di vista storiografico cristiano. Inizialmente quest'ambiente è ostile a Rosmini. Ciò può accadere perché l'essere umano da questa tradizione ostile a Rosmini, che è anche una tradizione cristiana, riconosciuto come soggetto e non oggetto in ogni campo, può essere pericolosamente omologo alla modernità soggettivistica. Questo è un po' il teorema storiografico. Io, tra le altre piccole cose che ho studiato, ho studiato la rivista La Scienza e la Fede, che è la rivista, come è noto, del centro neotomista partenopeo, una rivista che va da 1841 a 1888, che è titolo significativo La Scienza e la Fede, in anni di grande contrapposizione perché Scienza nel 1841 significava il positivismo, anche quello più esasperato, fino a 1888 La Scienza e la Fede. Interessante, però La Scienza e la Fede, rispetto all'abate Rosmini, è un po' perplessa. Eppure Rosmini aveva conosciuto questi studiosi napoletani della Scienza e la Fede. A Napoli Rosmini compone un'opera non completa, ma molto interessante, che alcuni autori citano egregiamente in questo volume del contributo, che è un'introduzione all'Evangelo di Giovanni. Quindi l'abate Rosmini, teorico di una filosofia eccessivamente aperta al moderno, quindi ostilizzata dagli iotomisti, però commentatore dell'Evangelo IV, secondo i numeri canonici, nel quale l'Evangelo teorizza l'amore, la carità sussistente,

Corrado Ocone, il non detto della libertà

la strada dei giusti, Giovanna Russo Krauss ricorda papà Pio agli amici

Io di solito parlo a braccio ma oggi, vista l'occasione potrei emozionarmi per questo ho scritto qualcosa e ovviamente parlo a nome dei ...