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Scenari in tempo reale, in questo importante momento di transizione, un altro strumento si aggiunge: Vatican news, le ultimissime.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

venerdì 6 giugno 2025

La voce degli Dèi. Il canto sublime degli evirati al Books&Museum summer edition


𝗟𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗱è𝗶. 𝗚𝗹𝗶 𝗲𝘃𝗶𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗲 𝗹𝗮 𝗦𝗰𝘂𝗼𝗹𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗮𝗽𝗼𝗹𝗲𝘁𝗮𝗻𝗮

Il volume, pubblicato con il sostegno dell’Associazione Domenico Scarlatti, sarà presentato durante la rassegna Books&Museum – Summer Edition, mercoledì, 11 giugno 2025 ore 19:00 occasione unica per incontrare gli autori e dialogare sulla potenza espressiva della voce, tra passato e futuro

Un'opera che scava nella memoria musicale e antropologica dell’Italia: La voce degli Dèi. Gli evirati cantori e la Scuola vocale napoletana (Edizioni ADS, 2024, pp. 240), è il frutto di una ricerca multidisciplinare condotta da un gruppo di studiosi e musicisti d’eccezione – Enzo Amato, Mario Brancaccio, Sandro Cappelletto, Umberto Rosario Del Giudice, Aurelio Gatti e Francesco Nocerino – con il contributo del noto antropologo Marino Niola e del sopranista Francesco Divito.

A guidare la narrazione, il critico musicale Sandro Cappelletto, che restituisce dignità storica e artistica a figure spesso dimenticate, svelando il volto tragico ma sublime di una pratica musicale che ha segnato profondamente l’identità sonora del Belpaese. In questo viaggio nel cuore della Scuola vocale napoletana, non manca un omaggio al più celebre interprete del Belcanto partenopeo: Enrico Caruso.


Il libro prende spunto dalle giornate di studio tenutesi il 19 e 20 dicembre 2023 presso la Sala della Loggia del Maschio Angioino di Napoli, dove studiosi, musicologi e interpreti affrontavano il controverso fenomeno degli evirati cantori, protagonisti di un'epoca che vide Napoli capitale indiscussa del canto lirico.


Il mio intervento al Books&Museum summer edition circa il libro sulla voce degli déi, il canto degli evirati:
Questo volume a più voci tratta, come leggiamo nel contributo ai Maria Brancaccio e Aurelio Gatti (pagine 202-212), anche dei cosiddetti castrati «vale a dire di quei giovani cantori napoletani che tra i 7 e i 12 anni venivano barbaramente castrati al fine di impedire lo sviluppo della laringe ed interrompere così la muta della voce» (pagina 202). Ma essi vengono, opportunamente, inseriti nel più ampio discorso della Scuola musicale napoletana, non senza offrici, in Appendice, il prezioso Catalogo delle Biblioteche che conservano manoscritti del Settecento musicale napoletano (pagine 213-223), oltre a una vasta Bibliografia sul tema (pagine 224-240).
Il libro intende quindi, in primo luogo, mettere a fuoco e far conoscere la Scuola musicale napoletana, la quale - come scrive Enzo Amato nell’Introduzione -: «nonostante l’arco temporale in cui si concentra, dal 1685 al 1850 circa, da Francesco Provenzale, Alessandro Scarlatti e Francesco Durante a Saverio Mercadante, Nicola Zingarelli e Vincenzo Bellini, nonostante l’alto numero di compositori rinomati in tutto il mondo dell’epoca, nonostante la copiosa produzione musicale sacra e profana, strumentale e vocale sparsa in biblioteche di mezzo mondo, è rimasta pressoché sconosciuta al grande pubblico» (pagina 10). Nel Settecento a Napoli la musica, particolarmente quella sacra, trova terreno fertile a assurge a modello per i musicisti di tutta Europa (pagina 15), al punto che «il predominio dei musicisti napoletani nel Settecento può essere paragonato con certezza a quello degli “enciclopedisti” Francesi» (pagina 22). Del resto, la Scuola musicale napoletana. dunque, ha i suoi documentati precedenti non soltanto in età moderno-contemporanea, ma già in epoca romano-cristiana: il filosofo Giuseppe Ferraro ha, tra queste mura di santa Maria la Nova, esposto, nel mese di maggio 2025, la collana che dirige presso IOD: «l’idea è quella di aprire una collana, un inserto di libri che nel corso dell’anno raccolga fra le cose che accadono le cose che si sono perdute [di questo primo volume, il testo è stato raccolto da Maria Rosaria Valdo]»...

🔤testo integrale



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