Papa Francesco nel 2016 ha redatto una esortazione post-sinodale dal titolo “Amoris Laetitia” che costituisce uno spartiacque all’interno del suo pontificato. Ciò, a causa dei ‘dubia’ sollevati da alcuni cardinali di estrazione tradizionalista. Tali questioni riguardano prevalentemente l’accesso ai sacramenti delle persone divorziate e risposate, le unioni non sacramentali, le situazioni in cui alcune famiglie vivono situazioni complesse. Oltre a tutti le critiche rivolte a Francesco per queste questioni, si ritiene che egli abbia posto in essere una pedagogia dell’inclusione mostrando anche verso le persone ‘lontane’ dalla fede un atteggiamento di accoglienza, rispetto e premura pastorale. Il documento è composto da nove capitoli e trecento paragrafi e si propone di fornire alcune indicazioni pastorali su come la Chiesa possa annunciare il Vangelo di Gesù Cristo nell’attuale contesto socioculturale. Un’attenzione particolare è rivolta all’istituzione della famiglia umana caratterizzata sempre più dalla precarietà,fragilità, instabilità e sofferenza, dovute ai repentini cambiamenti e mutamenti sociali a cui essa è soggetta. L’esortazione si basa e ruota attorno a tre verbi: accompagnamento, discernimento, integrazione. La Chiesa, infatti, animata dal suo spirito missionario desidera porsi al fianco di questa fondamentale istituzione della comunità umana per offrirle una bussola che l’aiuti ad orientarsi nel labirinto della complessità del reale.
Nel presente articolo, senza alcuna pretesa di esaustività, si intende proporre una riflessione su alcune considerazioni sulla questione educativa contenute nel capitolo sette. Papa Francesco affronta il tema dell’educazione a partire da una prospettiva cristiana che pone al centro del processo educativo e formativo dell’individuo la dignità della persona umana. In diverse occasioni, infatti, egli ha ribadito l’esigenza di promuovere all’interno della società, per tutti gli enti deputati all’educazione, un “patto di corresponsabilità globale”. Ciò al fine di sostenere genitori,insegnanti ed educatori nell’arduo compito di educare le nuove generazioni a pensare, riflettere e agire in maniera adeguata e corrispondente ai tempi.
Francesco prende in considerazione il rapporto, talvolta, travagliato e sofferto tra genitori e figli. Papa Francesco parte dall'assunto che, i genitori hanno un impatto significativo sullo sviluppo morale dei figli, ciò sia in senso positivo che negativo. Per questo, esorta i genitori ad assumersi la responsabilità educativa con coscienza, entusiasmo e ragionevolezza. Si rende necessario che i genitori valorizzino il tempo con i propri figli e abbiano particolare attenzione per tutte le fasi che caratterizzano il loro percorso di crescita: infanzia,adolescenza,giovinezza.
I genitori devono porsi come guida credibile nei confronti dei figli, rendersi capaci di ascolto e comprensione. Essi non devono farli mai e poi mai sperimentare l’abbandono affettivo,emotivo, esistenziale. Egli annota che, oggi molti genitori esercitano sui loro figli un controllo eccessivo, maniacale circa i loro spostamenti e movimenti.
Rileva che un simile approccio rischia di ‘soffocarli’ e generare in essi il rifiuto, la ribellione, l’allontanamento, alimentando nei loro confronti un atteggiamento di totale sfiducia. Francesco è del parere che occorre la vigilanza: essere degli attenti osservatori degli ambienti che frequentano i figli sia all’esterno che all’interno della mura domestiche. In tal senso, si pensi all’utilizzo di Internet e alle interazioni che essi intrattengono sui social. I genitori devono orientare e preparare i loro figli ad affrontare le sfide della vita. Durante la fase di passaggio dall’infanzia all’età adulta ovvero durante l’adolescenza i genitori devono porre in essere una vera e propria pedagogia dell’informazione e della sensibilizzazione. Attraverso il dialogo i genitori devono spiegare ai figli i rischi e i pericoli a cui possono essere esposti: episodi di aggressione, violenza, abusi, problemi legati alle dipendenze di natura tossiche. Si legga quanto segue:
Qui vale il principio per cui «il tempo è superiore allo spazio». Vale a dire, si tratta di generare processi più che dominare spazi. Se un genitore è ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i suoi movimenti, cercherà solo di dominare il suo spazio. In questo modo non lo educherà, non lo rafforzerà, non lo preparerà ad affrontare le sfide.
Papa Francesco predilige il metodo educativo dialogico-induttivo, contrapposto al metodo trasmissivo-deduttivo. Attraverso un approccio educativo fondato sull'amore e la risolutezza, si propone di valorizzare l'esperienza e la scoperta nei bambini, nei ragazzi e nei giovani. L'obiettivo è favorire lo sviluppo e l'acquisizione di una crescita integrale, mirata a conseguire una libertà matura e un'autonomia autentica. La relazione educativa genitori/figli si gioca sul terreno della "generazione dei processi", contrapposta al "dominare lo spazio". Un esempio concreto può essere illustrato nel seguente caso: genitori iperapprensivi pretendono dai figli buoni voti a scuola e, pur di ottenerli, utilizzano il ricatto morale/emotivo.
Un simile approccio educativo potrebbe ad una lettura superficiale risultare un utile un mezzo per aiutare i propri figli a impegnarsi nello studio. In realtà, l'applicazione del ricatto emotivo/morale alla lunga si rivelerà una strategia inefficace e dannosa. Diversamente, nel caso in cui i genitori spiegano l'importanza dello studio ai figli e dimostrano loro che, grazie alla dedizione, all'impegno e con qualche piccola rinuncia, essi possono edificare il proprio futuro su basi solide. Allo stesso modo Papa Francesco pone in evidenza una tendenza molto comune e diffusa nell’attuale contesto educativo ovvero l’ansietà e l’impazienza del tutto e subito. A tal proposito, si raccomanda una vera e propria educazione all’attesa. Durante l'adolescenza, ad esempio, può essere significativo educare i figli all'attesa quando desiderano un dispositivo tecnologico all'avanguardia, l'ultimo modello di scarpe o il motorino per uscire con gli amici. I genitori, pur avendo la possibilità economica di soddisfare il "desiderio" del giovane, potrebbero scegliere di non esaudire immediatamente la richiesta. In questo modo, possono far comprendere al ragazzo che per certi tipi di regali è necessario attendere e che, rispetto alle necessità primarie come il cibo e il pagamento delle bollette e delle tasse, questi oggetti sono di secondaria importanza. Così facendo, possono favorire nei figli la responsabilità nella gestione e l’utilizzo del denaro. Si legga quanto segue:
L’educazione comporta il compito di promuovere libertà responsabili, che nei punti di incrocio sappiano scegliere con buon senso e intelligenza; persone che comprendano senza riserve che la loro vita e quella della loro comunità è nelle loro mani e che questa libertà è un dono immenso.
Educare all’intelligenza emotiva e al buon senso pratico costituiscono due aspetti importanti della visione pedagogica proposta da Papa Francesco. Tali indicazioni facilitano l’acquisizione di una libertà autentica e di una responsabilità matura e attiva. Inoltre, Francesco suggerisce anche l’importanza di adoperare la ‘correzione’ in ambito educativo e di utilizzarla al fine di ‘stimolare’ nei giovani la disciplina e sollecitare la capacità di discernimento. Tale approccio non suggerisce un metodo basato sulla sanzione ma implica che il genitore sappia opportunamente illustrare al figlio che i cattivi comportamenti hanno delle conseguenze. Questo significa abituare fin dalla tenera età i figli a comprendere l’importanza della dimensione emotiva e affettiva della vita e il fatto che non si vive per stare da soli ma insieme agli altri e bisogna riconoscere i limiti della propria libertà individuale. Si leggano le sue parole:
Quando un figlio non sente più di essere prezioso per i suoi genitori nonostante sia imperfetto, o non percepisce che loro nutrono una preoccupazione sincera per lui, questo crea ferite profonde che causano molte difficoltà nella sua maturazione. Questa assenza, questo abbandono affettivo, provoca un dolore più profondo di una eventuale correzione che potrebbe ricevere per una cattiva azione.
Da ciò ne consegue che i genitori per porre in essere una buona educazione ispirata dai valori cristiani devono sempre assicurare ai propri figli premura, attenzione, vicinanza. Essi devono accompagnarli e fornire loro una guida perché imparano a destreggiarsi tra i labirinti della complessità della vita. Sulla base di queste acquisizioni si può affermare che Papa Francesco ha sempre prediletto una pedagogia educativa che ponesse al centro la persona e le sue reali esigenze rispetto ad un metodo,invece, basato sulla trasmissione di nozioni o principi ma sganciato dall’esperienza reale. Ciò perché tutti gli ‘attori’ coinvolti nell’opera educativa potessero cooperare insieme per rendere la società umana più giusta e solidale a partire da principi, valori e insegnamenti che - ispirati dalla tradizione cristiana- potessero suscitare un nuovo interesse per la fede.
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