aggiornamenti in evidenza

Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

giovedì 30 gennaio 2025

La letteratura di viaggio da “Il Milione” agli aspetti religiosi del Roots Tourism

Come ci suggerisce l’antropologia culturale, occorre, al di là del pluralismo teologico e sociologico delle singole fedi, riconoscere la religione come universale culturale, cioè fattore antropico persistente, indipendentemente dalle religioni istituzionali e dai processi da esse indotti, o assecondati. L’enfasi identitaria di tipo religioso può, tuttavia, diventare esasperazione dei localismi a tutto danno dell’universalità, così come si è verificato in alcuni paesi multinazionali e multireligiosi. Non è un caso che lo stesso cristianesimo, in campo sociale e in politica, deve oggi “battersi” su due fronti: contro una modernità che minaccia, nelle manifestazioni estreme, alcuni dei suoi valori, e contro il fanatismo delle frange religiose più radicali. Si finisce, in tal modo, in una progettualità socio-politica, che di biblico conserva soltanto il nome (Leviatàn) e che, non a caso, il teologo J. Moltmann ha potuto giudicare, in ottica teologica, come una vera e propria bestemmia espressa contro il Creatore. La soluzione ipotizzata, infatti, piuttosto che inaugurare una via di traduzione, sul piano socio-politico, di una specifica idealità cristiana nel ricco “mercato” delle proposte religiose, emargina progressivamente il religioso dalla città, dal viaggio, dai tours, anche dalla città delle radici, relegandolo nell’ambito del privato, del sentimentale, del vissuto, della coscienza interiore.

È un fatto che il primo incontro del vangelo cristiano con le città del Mediterraneo avvenga in un intricato insieme di elementi che possiamo ben definire, ora per allora, pluralistico, qualificato com’era da svariati culti, religioni, valori, idee, assetti economici... In questo mondo complesso, i cristiani, piuttosto che presentare una cultura altra e antitetica a quelle pre-esistenti, contrapponendovi una verità unica ed esclusiva, elidente qualunque altra prospettiva coeva, preferiscono incunearsi nella molteplicità di sfondi, occupare i medesimi luoghi fisici degli altri, assumere le stesse grammatiche, le medesime tecniche raffigurative, trattare i lemmi e i concetti in uso, abitare i medesimi luoghi e boschi, frequentare i medesimi templi. Ma, ben presto, essi ri-semantizzano e ri-significano creativamente tutti i precedenti assetti, ovvero, imitando sul piano riflesso la stessa kenosi del Verbo, consentono, al patrimonio culturale riferito a Cristo, di “incarnarsi” di nuovo nelle culture pre-esistenti e di rigenerarle, per così dire, dall’interno, talvolta procedendo a delle vere e proprie re-invenzioni linguistiche che rinviano a loro volta a vere e proprie trovate “razionali” o, se si preferisce, a delle rinnovate modalità per mostrare la ragionevolezza della fede creduta e la credibilità delle verità professate utilizzando le medesime categorie del pluralistico mondo culturale a cui si rivolgono ma, insieme, ri-semantizzando opportunamente il tutto

sabato 25 gennaio 2025

Antonella Cilento, La babilonese


Antonella Cilento, La babilonese, “Romanzi Bompiani”, copertina di Iole Cilento, Giunti editori, Firenze-Milano 2024, pp. 374

«Certo, se a scrivere qui, oggi, fossero stati Dickens o Balzac, Checov o Mastriani, niente si sarebbe potuto nominare, men che meno lo sperma – in lingua locale sfaccimma… e tanto meno la profanazione erotica e spiona della madonna Assunta di Filomena Argento. Non se ne sarebbero trovati che pudichi, ma ammiccanti, cenni in francesi meno pii, come Maupassant, e ci sarebbero voluti altri anni ancora prima di cadere nelle pagine segrete di Apollinaire o in quella [quelle: piccolo raro svarione tipografico di questo libro di Cilento!] celebri di Lawrence (p. 264).

Siamo, in questo gustoso passaggio narrativo del bellissimo e avvincente romanzo di Antonella Cilento, nella Sezione del romanzo intitolata “Filomena, 1881” (p. 205). Da esso ricaviamo i caratteri salienti dell’intreccio e del costrutto letterario di questo romanzo – che, forse, è anche un avvincente giallo, che attraversa, tra storia, magia e cultura popolare, varie epoche, arcaiche e moderno-contemporanee; a volte redatto in una fluente lingua napoletana –, il libro ci fa attraversare un lunghissimo arco di tempo: dal 653 a.C. (anno in cui inizia la prima Sezione, intitolata “Libbali” a p. 9), per giungere fino agli Anni Duemila

 

giovedì 23 gennaio 2025

IUM acdemy-Politeia, attualità formativa dei percorsi IFTS


I moduli e le unità capitalizzabili dei percorsi IFTS sono finalizzati a far acquisire insieme di competenze, autonomamente significativo, riconoscibile dal mondo del lavoro come componente di specifiche professionalità ed identificabile quale risultato atteso del percorso formativo.

La filiera formativa tecnologico-professionale ha l'obiettivo di offrire agli studenti un'ampia gamma di opportunità formative nel settore tecnologico e professionale. Questa proposta formativa si basa su un sistema integrato e in rete, in grado di garantire una vasta scelta di percorsi: dall'istruzione tecnica e professionale, ai programmi di istruzione e formazione professionale, fino ai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e di specializzazione terziaria.

Il tutto è reso possibile grazie alla collaborazione e alla sinergia tra istituti tecnici, istituti professionali e ITS Academy, creando un ecosistema educativo inclusivo e orientato al futuro. Ricordiamo che il futuro degli ITS Academy prevede, tra l’altro, la correlazione con una struttura formativa accreditata dalla Regione per l'alta formazione.

Attualmente la filiera formativa tecnologico professionale è finalizzata a proporre agli studenti un’offerta formativa in ambito tecnologico-professionale, integrata in rete e capace di garantire un’ampia scelta di percorsi d’istruzione, di istruzione e formazione professionale, di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e di specializzazione terziaria prevedendo il coinvolgimento e la sinergia di istituti tecnici e professionali e ITS Academy. Ulteriori soggetti della rete possono essere le università, le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e altri soggetti pubblici e privati intenzionati a contribuire alla realizzazione del progetto sperimentale, in partenariato con i rappresentanti del sistema delle imprese e delle professioni.

Dio c’era ad Auschwitz?


Il venti luglio dell’anno 2000 il parlamento italiano promulga la legge 211 con la quale istituisce il “Giorno della Memoria” per commemorare e ricordare le vittime del nazismo. La scuola in tale data organizza attività e lezioni per sensibilizzare i discenti circa il totalitarismo e i suoi orrori e promuove azioni volte all’inclusione e al contrasto di ogni forma di discriminazione etnica, razziale, culturale e religiosa. Joseph Ratzinger- Benedetto XVI il ventotto maggio del 2006, si recò in visita ad Auschwitz-Birkenau e in tale occasione tenne un discorso divenuto celebre sull’orrore della Shoah.
La peculiarità del pensiero di Joseph Ratzinger é che egli fonda sempre le sue argomentazioni a partire dalle fonti bibliche, patristiche e liturgiche. In tale circostanza - il compianto Papa teologo- afferma che dinanzi allo sterminio sistematico di oltre sei milioni di persone non si può non chiedersi: Dio dove era? Perché ha taciuto e ha permesso l’attuazione di questa catastrofe? Ratzinger chiede pace e riconciliazione in un luogo diventato simbolo di terrore e di morte. Prega il Salmo 44 in cui l’Israele sofferente grida a Dio perché lo liberi: “Tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti di ombre tenebrose… Per te siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. Svegliati, perché dormi, Signore? Déstati, non ci respingere per sempre!”. E ancora Ratzinger evoca l’episodio della fornace ardente in cui i giovani deportati affrontano la persecuzione e il pericolo di morte preservando e tenendo salda la loro fede. Tale narrazione è riportata dal libro emblematico del profeta Daniele (cf. Dn 3,17ss). Pertanto, se è legittimo chiedersi dove era Dio ad Auschwitz e altrettanto doveroso chiedersi dove era l’uomo? La macchina di morte dei recenti totalitarismi europei - nazismo, comunismo, capitalismo - si è sviluppata ed attuata anche a causa dell’indifferenza e del silenzio di chi al momento giusto ed al punto giusto ha avuto il potere di impedire il male non lo ha fatto. Chi solitamente preferisce voltarsi dall’altra parte. Le ideologie non sì fomentano magicamente vi si cela dietro alla loro diffusione sempre e comunque un tacito consenso. Il cosiddetto terzo Reich, infatti, é stato solo il braccio operativo di una macchina di odio che affonda le sue radici nell’antisemitismo delle epoche passate. Una responsabilità antropologica prima che una accusa teologica si impone alla ragione. L’indifferenza, la corruzione, l’egoismo, la mancanza di fede sono alla base della violenza cieca e spietata che, come ad Auschwitz ancora oggi in minima e larga misura, si manifesta e si mostra prepotentemente! Occorre, dunque, sollecitare e sensibilizzare i giovani su queste tematiche spiegando loro che il contagio e la diffusione del virus dell’odio si contrae a partire dalle piccole cose: tollerare un episodio bullismo, permettere un’ingiustizia per un proprio tornaconto e via dicendo. É dalle piccole tolleranze del male che esso si nutre, cresce e diventa poi irrimediabilmente aggressivo e mostruoso. Opporre al male il bene é ciò che Ratzinger insegna durante la sua visita al campo di concentramento. Promuovere piccole ma concrete azioni di solidarietà e gentilezza a partire dal vissuto quotidiano di ciascuno, sollecitare ed invitare al dialogo, al rispetto per opinioni e visioni della realtà differenti, impedisce di creare forme assolute e coercitive di potere. Detto questo, il totalitarismo nazista rilancia l’eterna domanda che da sempre interpella il cuore dell’uomo: perché esiste la sofferenza e il male? E come si può conciliare ciò con l’idea biblica di un Dio ricco di bontà e amore? Questi interrogativi risuonano ancora oggi nel cuore di tanti giovani che, talvolta, assistono increduli ad un vero e proprio trionfo del male. I recenti conflitti in Medio Oriente Israele e Palestina e in Europa tra la Russia e l’Ucraina hanno mostrato immagini e scenari inquietanti e il timore di un conflitto nucleare sembra affacciarsi sempre più violentemente sul palcoscenico della storia. Tuttavia, il bene non si arrende e grida nonostante il silenzio assordante del male sembra voglia soffocarlo. In tale contesto, bene si inserisce la proposta narrativa della giovane scrittrice esordiente Alice Beatrice Pescarollo la quale, di recente ha pubblicato un romanzo: “6957. Germogli sotto la neve, LAB DFG, Latina 2024, pp. 229.

domenica 19 gennaio 2025

L’arte della Parola

“Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio. Essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Cf. Ebrei 4,12-15). La liturgia odierna, attraverso la sua pedagogica sapienza, pone all’attenzione dei fedeli questo estratto della lettera agli Ebrei. Quest'opera letteraria, per il suo stile epistolare, è stata tradizionalmente annoverata tra le epistole paoline. Tuttavia, oggi sappiamo che essa è il frutto della riflessione e del lavoro redazionale di un agiografo, un autore sacro convertitosi dal giudaismo al cristianesimo nel primo secolo dopo Cristo. 
🔯Il Messaggio dell’Autore L’intento dell’autore è quello di “dimostrare” che le promesse dell’Antica Alleanza (Antico Testamento) hanno trovato ora pieno riscontro nella persona e nell’opera di Gesù Cristo. Questo scopo “didattico” viene portato avanti mediante un linguaggio cultuale tipico dell’Antico Testamento: Cristo è il nuovo ed eterno sommo sacerdote, discendente di Melchisedec, che con la sua passione ha “estirpato” la radice del male e ha dischiuso all’umanità di tutti i tempi il “velo del tempio” per poter “tornare” a Dio. 
🔯L'Importanza della Parola di Dio 
Gesù, con il suo esempio e i suoi insegnamenti, ha mostrato all’essere umano, sia uomo che donna, come essere autenticamente umani attraverso: - Solidarietà - Rispetto per la creazione - Coltivazione della dimensione spirituale dell’esistenza In questo estratto, si evidenzia il valore formativo ed educativo della Parola di Dio. Si sottolinea come essa abbia la capacità di “entrare e penetrare” nell’interiorità dell’essere umano, “scavando” per far emergere il meglio che abita nel cuore di ciascuno. 

martedì 14 gennaio 2025

Il Leggilibri. La rubrica della TGR apre sugli Scenari di Giustiniani

Il Leggilibri. La rubrica editoriale della TGR Campania apre su "scenari" e "biblioteca scenari", le collane che il prof. Giustiniani cura per la Valle del Tempo edizioni (NA). Scenari è composta da volumetti che nelle intenzioni del curatore vogliono essere una piccola enciclopedia della cultura religiosa del terzo millennio. Biblioteca di Scenari, ospita invece saggi divulgativi che toccano più o meno gli stessi argomenti, ma in modo più corposo e approfondito.

lunedì 6 gennaio 2025

6957, germogli sotto la neve. Al Books & Museum, l'amore inverosimile di Alice Beatrice Pescarollo

Riprendono gli incontri del Books & Museum presso la sala conferenze Margherita Lama Caputo del complesso monumentale di Santa Maria la nova in Napoli.

6957, germogli sotto la neve, inaugura il nuovo anno di Books & Museum il romanzo di un amore inverosimile, quello tra Alexander Meyer ufficiale tedesco e Myriam, ebrea deportata ad Auschwitz con il quale la giovanissima Alice Beatrice Pescarollo cerca di cancellare la barbarie umana dei nazifascisti e  dei loro  sostenitori, Domenica, 12 gennaio 2025 ore 11,00

L'anti-giudeo, che, in queste pagine, aveva sempre chiamato la protagonista ebrea non per nome, ma per numero - 6957 -, o con l’aggettivo sprezzante di “giudea” si accorge, poco alla volta, che un sentimento eterno, umanissimo, inter-razziale e interculturale si sta maturando in lui: l’amore che si trasforma in versi, come accade a p. 99; che salva dalla sicura morte che sarebbe seguita al toccare il filo spinato elettrificato del campo polacco (cf. p. 101); che diviene chiaro e dichiarato tra un lui, che non è soltanto un soldato, e una lei, che non è soltanto una prigioniera: «una luce, una flebile speranza che può, tante volte, salvare la vita. Spesso, quella luce è un altro essere umano» (p. 154).

È questa la leva narrativa, ma anche la tesi della giovane narratrice – che non manca, alla fine, di ringraziare «la dirigente scolastica del liceo classico G.V. Catullo di Monterotondo, professoressa Giuseppina Frappetta per l’attenzione mostrata per il mio lavoro» (p. 228).

Anche sotto la neve, insomma, possono sbocciare dei germogli...

Il gran rifiuto, Celestino V Papa a Napoli

Questo lavoro di Fulvio Pastore (Celestino quinto papa a Napoli, edizioni La valle del tempo, Napoli 2024) si propone come obiettivo ultimo quello di portare in piena luce la collocazione a Napoli del papato di Celestino V e, come forse alludeva la Divina commedia dantesca, del suo “rifiuto”. 

Fulvio Pastore, collega una bella pagina della storia del pontificato romano con la città di Napoli. Ancora poco nota e ancora meno divulgata, quella pagina mette in luce diversi aspetti, noti e non noti, della grande figura dell’eremita Pietro da Morrone, poi eletto papa col nome di Celestino quinto, il cui pontificato viene correlato opportunamente - sulla base di una rigorosa documentazione archivistica, ma anche artistica e teologica -, con la città di Napoli: il neo-eletto Papa Celestino quinto, infatti, qui arrivò il 5 novembre 1294; sempre qui, il successivo 13 dicembre, rinunciò al Papato; nella medesima città, il 23 dicembre, si tenne un nuovo conclave che, il giorno dopo, condusse all’elezione di Bonifacio VIII (papa Caetani). Al 27 dicembre 1294, dunque, risale l’atto di trasferimento a Roma della Sede Pontificia che, per quasi mezzo anno, era stato nella sede partenopea. Insomma, Napoli, proprio in occasione del pur breve pontificato di papa Celestino quinto, fu sede pontificia. Pastore ci ricorda, tra l’altro, che Ubi Petrus, ibi Ecclesia. Era stato sant’Ambrogio a scrivere per primo quelle famose parole: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia, dov’è Pietro, lì è la Chiesa» (in Ps. 40, 30; P.L. 14, 1082). Papa san Paolo sesto - il quale citava spesso quest’adagio del padre della Chiesa tardo-antica - un giorno vi integrò testualmente un riferimento alla “sua” chiesa di Milano . La città partenopea, infatti, non solo ha ospitato dei Pontefici sommi, ma è proprio a Napoli che sorge e si consuma il breve pontificato della figura controversa di papa Celestino V, circa il quale, come avverte l’Autore, «molte sono state e sono le “letture” del personaggio, della sua vi¬cenda e soprattutto della fugace epifania del suo Pontificato». 

Pietro Angelerio da Morrone, penultimo di dodici figli, presto orfano di padre, è avviato dalla madre agli studi ecclesiastici. Attratto dalla vita monastica, entra nell’Ordine benedettino. A 24 anni diviene presbitero, ma presto sceglie la vita eremitica sul Monte Morrone in Abruzzo. Preghiera, penitenza e digiuno scandiscono le sue giornate. Attratti da lui, in tanti lo seguono: presto nasce con l’approvazione di Urbano IV il primo nucleo degli Eremiti della Maiella. In Europa si diffonde la fama di Pietro da Morrone come uomo di Dio e a lui accorrono da ogni dove per ottenere consiglio e guarigioni. A tutti indica la conversione del cuore come via per la pace, in un momento storico dilaniato da tensioni, conflitti - anche interni alla Chiesa - e pestilenze...

🔤testo integrale

Corrado Ocone, il non detto della libertà

Il trionfo dell'umiltà, attualità dell'Ingresso di Gesù a Gerusalemme

Il Trionfo dell'Umiltà: Significato e Attualità dell'Ingresso di Gesù (cf.Gv 12,12-19) Il Vangelo secondo Giovanni si presenta com...