Armando Poggi – prete felicemente sposato con figli –
racconta, in questo nuovo volume della collana "Scenari" sulla base
delle domande e “provocazioni” di Pasquale Giustiniani, una fase molto
effervescente del clero della Chiesa di Napoli nei primi anni del suo
sacerdozio ordinato. Ecco, in breve, gli antefatti e i fatti narrati nel presente volume. Il
giorno 12 aprile 1969 la Conferenza Episcopale Italiana procedeva allo
spoglio delle schede relative alla votazione dei Vescovi. circa la
Lettera dell’Episcopato Italiano su “La Missione dei Sacerdoti nel
momento presente” (II stesura, datata 1.3.1969). Con soli 33 voti
contrari su 225 votanti, la Lettera fu approvata. Si legge al n. 15 di
questo testo: «Non è soltanto il problema del celibato sacerdotale,
circa il quale non ignoriamo che esiste, accanto a tanta convinzione e
generosità una diffusa inquietudine. Quanto ad esso, chiediamo agli
incerti una coraggiosa sincerità nell’esaminare se il loro senso di
solitudine derivi unicamente da questo motivo». I Vescovi italiani,
seppur ancora discutendo del profilo dei membri del clero, si
allineavano, in tal modo, alla decisa impostazione dell’enciclica di
Paolo VI, “Sacerdotalis caelibatus”; ma non mancavano di osservare che
sarebbe stato importante un esame serio e documentato dei concreti
orientamenti che clero e fedeli esprimevano all’epoca a proposito del
celibato sacerdotale, non senza notare che, purtroppo, al di là
inchieste di tipo giornalistico o di ricerche di carattere
approssimativo, non esistevano che pochissimi contributi di natura
scientifica relativi a una possibile “sociologia” della condizione
celibataria del sacerdote. La Lettera della CEI esaminava anche diversi
titoli di teologi e storici, che in quegli anni andavano mettendo a tema
la rilevanza di una discussione a tutto tondo sulla figura, il ruolo,
il compito pastorale del prete nella Chiesa cattolica di rito latino.
In vista della programmata Assemblea generale della CEI del
1970, e in preparazione al dibattito sul tema del “sacerdozio
ministeriale”, la Segreteria dei vescovi italiani predispose una
notevole “Traccia per la discussione di base sul problema del
sacerdozio”, raccomandando che l’esame in ogni sede diocesana fosse il
più largo possibile e che non ci si limitasse al solo Clero diocesano,
ma ci si estendesse anche ai Religiosi, convocando apposite assemblee
nelle parrocchie, nelle foranie, nei Consigli pastorali e presbiterale,
allo scopo di giungere a una sintesi unitaria su base regionale. Essa
doveva essere presentata, in tempi stretti, entro il 15 febbraio del
1970 (in pratica, una consultazione di soli quattro mesi).
Anche il clero dell’arcidiocesi di Napoli, come tutti i
presbitèri diocesani, si mise quindi all’opera, operando mediante una
Commissione di tre presbiteri, di cui uno era appunto l’Autore di questo
libro, per ottener il coinvolgimento della maggior parte di preti e
religiosi nell’elaborazione di linee comuni e partecipate. Si
trattava, infatti, di giungere alla definizione di un possibile
identikit del prete dei tempi nuovi, in grado, cioè, di correlare gli
aspetti sacrali e liturgici del proprio ministero con il pieno
coinvolgimento sociale, lavorativo e affettivo nella comunità degli
uomini e delle donne che costituiscono il popolo di Dio.
Questa peculiare stagione passò anche per le mani
dell'Autore di questo volume, Armando Poggi, che così racconta in
maniera avvincente: "
Ed ecco che prendo tra le mani un vecchio opuscolo, intitolato “Relazione sui Problemi del Clero”, pro manuscripto. Risposta del Clero della Diocesi di Napoli alla “Traccia di discussione” proposta dalla C.E.I.,
Tipografia Amato, Napoli 1970. Quanto l’avevo cercato!!! Era il 1970 ed
il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) si era concluso da
qualche anno. La Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) aveva inviato a
tutte le Diocesi Italiane una Traccia di discussione che aveva
(credevamo) come nobile ed opportuno obiettivo, alla luce del Concilio,
di far dialogare, far discutere ed argomentare in modo finalmente
chiaro, senza timore ed in piena libertà di coscienza, tutto il Clero
delle diocesi italiane su spinosi e mai trattati temi e ottenere, così,
da ogni Diocesi una Relazione finale. Il Documento si titolava,
appunto, 'Traccia di discussione sui Problemi del Clero'. Perché era
stata inviata, chi l’aveva pensata e redatta e con quale reale motivo e
Spirito s’intendeva sondare il parere del Clero Italiano, da sempre
sottomesso e timoroso della Gerarchia e delle sue indicazioni
sull’identità del prete, sul suo ruolo pastorale e sociale, sulle
pubblicazioni che ne parlavano e, soprattutto, a che cosa sarebbe
servito?".
Nessun commento:
Posta un commento