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Scenari in tempo reale, in questo importante momento di transizione, un altro strumento si aggiunge: Vatican news, le ultimissime.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

domenica 1 giugno 2025

infinito Leopardi

Verso una ripresa critica di temi e problemi del leopardismo filosofico

infinito Leopardi

Con i due recenti convegni leopardiani - quello celebrato a Terni (ottobre 2024) e quello di Sorrento (8-9 novembre 2024) - 
il Centro per la Filosofia Italiana (=CFI) ha riportato decisamente al centro del dibattito il cosiddetto leopardismo filosofico, la cui emblematica rappresentazione sta, probabilmente, nello stato di infelice necessità, annotato dal Recanatese nello Zibaldone:

«Non gli uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di necessità. Non il genere umano solamente, ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto, ma tutti gli altri esseri al loro modo. Non gl’individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi. Entrate in un giardino di piante, d’erbe, di fiori. Sia pur quanto volete ridente. Sia nella più mite stagione dell’anno. Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate del patimento. Tutta quella famiglia di vegetali è in stato di souffrance, qual individuo più, qual meno. Là quella rosa è offesa dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente da un’ape, nelle sue parti più sensibili, più vitali». Non è semplicemente un affresco di letteratura di paesaggio, ma una caratterizzazione speculativa che ravvisa uno stato di sofferto modo di essere di un giardino.

I convegni e i saggi di argomento leopardiano, promossi dal Centro per la Filosofia italiana e dal suo rinato periodico, Il Contributo 
provocano, in conclusione interesse e sollecitano a nuovi confronti tra il Recanatese e la filosofia a lui immediatamente precedente e successiva. Commentando la vicenda della filosofia moderno-contemporanea, è stato, tuttavia, osservato che certi stati d’animo più elevati non sono adatti a occhi comuni e non possono essere comunicati a chiunque; in altri, che sono comunicabili, non si riesce a comprendere come mai un’opera elevi verso di essi. Sarà sufficiente appellarsi alla potenza della immaginazione produttiva, per mezzo della quale l’autore Leopardi, in quanto pure Poeta o Artista in generale, è in grado di comunicare agli altri il proprio stato d’animo e autorizzare incursioni filosofiche nel leopardismo?
Forse bisognerà notare, in prospettiva, che è la potenza dell’impulso, se davvero infinito ed illimitato nel suo genere, a coinvolgere ogni altro individuo, sia coevo che successivo, purché egli sia dotato internamente di sensibilità, oltre che fornito di attività. La produzione leopardiana è in grado di destare l’interesse di altri autori e altri interpreti, purché essi, opportunamente indagati, siano resi disponibili a entrare nel suo circuito poetico-speculativo e, così, entrare a far parte legittimamente del mondo autentico dello spirito...



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