Books and Museum-Summer edition, giovedì 19 giugno 2025, ore 19.00
Santa Maria la Nova, Napoli
Michele Ciccarelli, Coscienza e potere. Una
riflessione antropologica contemporanea a partire da racconti biblici,
Edizioni la Valle del Tempo, Napoli, 2025, pp. 418, euro 20,00.
Attriti e conflitti
Una delle domande del libro di Ciccarelli che, in tempo di guerra, come purtroppo oggi siamo, diviene ancora più rilevante, è quella che leggiamo in una delle pagine conclusive, laddove l’Autore auspica «una riflessione più pacata che riesca a trovare una modalità di organizzazione democratica che sia capace di coniugare efficacemente l’universale con il particolare e, soprattutto, trovare un rapporto armonico tra l’universalità dei diritti dell’uomo e le diversità culturali diffuse nel mondo» (p. 337).
Nell’attuale guerra tra Israele e Iran - che si va ad
addizionare alle centinaia di focolai di una guerra mondiale come a pezzi -,
noi tocchiamo drammaticamente con mano gli esiti di una soluzione inevitabilmente
conflittuale, piuttosto che quella, come desidereremmo, pacata.
La maturazione dei diritti umani universali, codificati
nelle Carte e Dichiarazioni dei diritti umani e perfino gridata dalla Chiesa di
Roma con lo slogan Fratelli tutti, stride terribilmente con le
concezioni influenzate dalla visione islamico sciita: quella che conta oltre
sessanta milioni di persone, ovvero circa il 10-13% della popolazione musulmana
mondiale, con una presenza significativa in Iraq, Siria, Libano e Bahrein, formando
la cosiddetta "mezzaluna sciita". Se l’Arabia Saudita è il punto di
riferimento principale del cosiddetto “blocco islamico sunnita”, l’Iran è il
leader del cosiddetto “blocco sciita” che, nella narrazione dell’attuale potere
in Israele, perseguirebbe sistematicamente l’eliminazione dello Stato d’Israele
e, negli ultimi giorni, avrebbe richiesto, in risposta, la escalation
militare di Israele contro l’Iran come una vera e propria misura preventiva
contro lo sviluppo di armi nucleari iraniane.
Anche Ciccarelli, drammaticamente “sul pezzo”, scrive: «Un tale cedimento potrebbe portare a quelle patologie della democrazia di cui abbiamo già parlato, perché un sistema democratico, il cui potere si fonda sul popolo, non è la garanzia assoluta per il rispetto della dignità umana e il riconoscimento di tutti i diritti fondamentali della persona. Da quasi due anni, per esempio, si sente dire spesso che lo Stato d’Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente. Questo, chiaramente, è vero e fa una notevole differenza rispetto ad altri regimi che, in quell’area, sono democrazie solo apparenti quando non delle vere e proprie dittature, ma ciò, purtroppo, non ha evitato che una tale democrazia abbia causato una tragedia immane per la popolazione di Gaza, la quale è doppiamente vittima: del fanatismo ideologico di Hamas che li ha trasformati in scudi umani e della mancanza del principio di realtà di un governo, il quale, forte della propria ragione a difendere la nazione, non si sforza abbastanza per cercare altre soluzioni e non riconosce altre ragioni che fanno notare la sproporzione dell’intervento bellico a danno di migliaia di vittime innocenti, trasformati ormai in un’astrazione» (pp. 360-361).
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