domenica 13 ottobre 2024

Antonio Salvati, tzimtzum i giudici riluttanti

Siamo davanti alla coscienza imparziale presunta del giudice. E' una scena ricostruita, diremmo che è un fatto raccontato da fatti i quali a loro volta sono raccontati da testi, da documenti e la sentenza avviene su questo. Tutto il dilemma del magistrato di queste pagine è stato anche qui e cioè, possiamo noi arrivare a una imparzialità asettica capace di dire qualcosa in nome di un popolo, di determinare e sentenziare una giustizia finalmente infallibile? Il magistrato di tipo umano, il giudice non lo può fare perché è umano, però se noi andassimo in una città sottratta al tempo, agli errori e chiedessimo a una voce impersonale che sentenzia secondo una nuova giustizia che sia oggettiva, infallibile, incapace di errore? E' l'antico sogno dell'essere umano, soprattutto quando giudica.

Quello di giudicare come se fossero il Dio o gli dèi i quali in maniera imparziale dovrebbero dire così è e così sia. Gli dèi di tutte le fedi religiose storiche sono degli dèi i quali infallibilmente, indipendentemente dai fatti valutati tra o contro dicono: inferno, paradiso, premio per sempre, felicità totale. Proprio immagazzinando dati, per esempio, o records, proprio facendo suonare il campanello del telefono con la sentenza oggettiva, giusta e imparziale assoluzione, condanna i quattro reclusi, noi in attesa di giudizio alla fine di queste pagine confessano: si è chiarito tutto? Alla fine però, scrive l'autore, ho trovato finalmente la chiave di accesso che cercavo.

Ed è successo. Quando lui mi ha inserito dentro un record, subito dopo Pinocchio il libro che mi ha chiarito tutto, la Bibbia, niente di più. Un libro che chiarisce l'impersonale, giusto, oggettivo, indipendente, macchina, tutto.

Per attingere un perfetto indipendente, assolutamente giusto, che non dipenda dagli errori e dall'umore, noi dobbiamo ascoltare quella voce dopo che ha letto questo libro che ha chiarito tutto. Il valore anche religioso del romanzo sta in questa indicazione che viene percorsa molto attentamente. Quella voce, alla fine della nostra lettura, ci dice: siete riusciti in pratica a capovolgere  l'immagine della creazione disegnando un assoluto che è a vostra immagine e somiglianza e non vi incontrate.

Eppure, persino lui, sì, proprio lui, Dio, a differenza vostra, è così innamorato di tutte le vostre imperfezioni possibili che per creare il mondo non vi ha abbandonato come povera e inerte creatura, ma si è tirato indietro. Non possiamo scrivere di più per non togliere il piacere della lettura. Però certamente queste pagine provocatorie, molto belle anche letterariamente, ci dicano perché un libro può far sì che si integri anche la consapevolezza di una macchina impersonale.

Dio, proprio adesso che dovrebbe ricordarci i sacramenti, non sappiamo più che fine abbia fatto. L'algoritmo che definisce progetto determinato oggi sentenzia diventa umano nei momenti in cui legge i nostri libri. Chissà che non andrà proprio a finire così.

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