aggiornamenti in evidenza

Ho avuto l'onore di essere stato nominato dal prof. Aldo Meccariello, vice Presidente del Centro per la filosofia italiana .      Accademia Vivarium novum, Frascati 17 ott. 2025, presiederò la sessione pomeridiana del convegno internazionale: Giovanni Gentile, a 150 anni dalla nascita.      Il Presidente del Centro per la Filosofia italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.
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sabato 16 agosto 2025

Aramei erranti, sulle orme religiose dei turisti delle radici

 

..Tra i processi — utilizzati dagli antichi e recenti viaggiatori (sia turisti che profughi e migranti) — allo scopo di cercare una possibile “casa”, anche non definitiva, posta fuori dai territori di origine e di residenza stanziale, va certamente inventariato anche quello che possiamo denominare il collante della religione: ci si sposta, si naviga, si vola, si cammina...

domenica 10 agosto 2025

rapporto medico-paziente, Aldo Bova invita gli operatori sanitari a leggere San Giuseppe Moscati

Al Prof. Pasquale Giustiniani

Grande Teologo e Grande Amico

Caro Pasquale, viviamo un momento storico in cui i rapporti fra le persone perdono cordialità, empatia e spirito amicale e divengono caratterizzati da  freddezza, da introspezione, egoismo e freddezza relazionale. Questo spirito, purtroppo, inquina anche la Medicina moderna, che è caratterizzata  da un rapporto tecnicoprofessionale fra medico e paziente, senza empatia e calore umano, senza lo spirito del "prendersi cura" da parte degli operatori sanitari. Ed in questa ottica, che è figlia del nostro tempo, viene meno anche la cultura della visita  da  parte del medico, la cultura del valore della clinica e della semeiotica ed il valore importantissimo del toccare, che è anche un atteggiamento "biblico"

Alla  luce  di queste brevi considerazioni  sarebbe bello invitare tutti gli operatori, amici e conosciuti, del mondo della Salute a leggere gli Atti del convegno, a cura di Aldo Bova, su Giuseppe Moscati - Testimone di Misericordia -, che invio in allegato. Volendo gli Atti del Convegno potrebbero essere posti anche sul tuo blog a disposizione di tutti  gli interessati, se lo ritieni opportuno.

Giuseppe Moscati, Grande Medico e Grande Santo, e' stato maestro di
Medicina, di approccio al paziente e di Umanità nel rapporto medico paziente

Raccolgo l'invito del dottore, prof. Aldo Bova, Presidente del forumsociosanitario della cui amicizia mi onoro e volentieri dispongo questo spazio alla lettura attenta ed alla riflessione dei miei abituali frequetantori 

sabato 9 agosto 2025

Il parto anonimo, la breccia aperta dalla Consulta ancora non è stata chiusa dal Parlamento

Castello Pasquini, Castiglioncello
Castiglioncello 2025

Il Diritto a conoscere le proprie origini: una battaglia giuridica ancora aperta

La svolta del 2013: quando l'anonimato assoluto diventa incostituzionale

L'Italia ha vissuto una rivoluzione silenziosa nel campo dei diritti della persona. Nel 2013, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'anonimato materno assoluto e irreversibile, aprendo una breccia in un sistema che per decenni aveva privilegiato la protezione della madre a discapito del diritto del figlio a conoscere le proprie origini.

La sentenza 278/2013 segna uno spartiacque: non più un segreto cristallizzato nel tempo, ma la possibilità per il giudice di interpellare la madre biologica che aveva scelto l'anonimato, verificando se tale volontà persiste ancora dopo anni.

Il caso che ha cambiato tutto

Dietro questa rivoluzione giuridica c'è la storia di R.M., una donna che ha scoperto di essere stata adottata solo durante la propria separazione matrimoniale. La mancanza di informazioni sulle proprie origini le aveva impedito di avere un quadro medico completo, ostacolando diagnosi e cure per patologie che avrebbero richiesto un'anamnesi familiare.

Il limbo legislativo: undici anni di attesa

Nonostante la chiara indicazione della Consulta, il legislatore italiano non è ancora intervenuto. Dal 2015 si sono susseguiti diversi disegni di legge - tutti rimasti lettera morta - mentre i tribunali si arrangiano con "mini-protocolli" interni per applicare la sentenza costituzionale.

Le domande che restano aperte

venerdì 27 giugno 2025

Nella mia tasca sinistra. Grazia Le Mura, una narrazione di vita e di vite

Nella mia tasca sinistra, il romanzo al femminile di Grazia Le Mura, è un romanzo necessario e potente, scrive Patrizia D'Amico:

 

È la prima volta che, nella collana “Biblioteca di Scenari”, viene pubblicato - e volentieri - un romanzo. Ma quello dell’antica alunna - e poi, per alcuni anni collega di Sociologia nella sezione San Tommaso della Facoltà di teologia dell’Italia meridionale -, è solo apparentemente un romanzo, simile per molti aspetti a un romanzo di formazione. Più che un romanzo, esso è un trattatello di sociologia culturale, svolto in modo avvincenti e in termini romanzati, che davvero avvince il lettore italiano ed europeo dalla prima all’ultima pagina.

mercoledì 18 giugno 2025

Coscienza e potere, al Books&Museum-Summer edition, la riflessione antropologica di Michele Ciccarelli

Il Chiostro di San Giacomo della Marca, restaurato

Books and Museum-Summer edition, giovedì 19 giugno 2025, ore 19.00

Santa Maria la Nova, Napoli 

Michele Ciccarelli, Coscienza e potere. Una riflessione antropologica contemporanea a partire da racconti biblici, Edizioni la Valle del Tempo, Napoli, 2025, pp. 418, euro 20,00.

Attriti e conflitti

Una delle domande del libro di Ciccarelli che, in tempo di guerra, come purtroppo oggi siamo, diviene ancora più rilevante, è quella che leggiamo in una delle pagine conclusive, laddove l’Autore auspica «una riflessione più pacata che riesca a trovare una modalità di organizzazione democratica che sia capace di coniugare efficacemente l’universale con il particolare e, soprattutto, trovare un rapporto armonico tra l’universalità dei diritti dell’uomo e le diversità culturali diffuse nel mondo» (p. 337).

Nell’attuale guerra tra Israele e Iran - che si va ad addizionare alle centinaia di focolai di una guerra mondiale come a pezzi -, noi tocchiamo drammaticamente con mano gli esiti di una soluzione inevitabilmente conflittuale, piuttosto che quella, come desidereremmo, pacata.

La maturazione dei diritti umani universali, codificati nelle Carte e Dichiarazioni dei diritti umani e perfino gridata dalla Chiesa di Roma con lo slogan Fratelli tutti, stride terribilmente con le concezioni influenzate dalla visione islamico sciita: quella che conta oltre sessanta milioni di persone, ovvero circa il 10-13% della popolazione musulmana mondiale, con una presenza significativa in Iraq, Siria, Libano e Bahrein, formando la cosiddetta "mezzaluna sciita". Se l’Arabia Saudita è il punto di riferimento principale del cosiddetto “blocco islamico sunnita”, l’Iran è il leader del cosiddetto “blocco sciita” che, nella narrazione dell’attuale potere in Israele, perseguirebbe sistematicamente l’eliminazione dello Stato d’Israele e, negli ultimi giorni, avrebbe richiesto, in risposta, la escalation militare di Israele contro l’Iran come una vera e propria misura preventiva contro lo sviluppo di armi nucleari iraniane.

sabato 14 giugno 2025

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sala Paolini Angelucci, Museo Diocesano di Velletri

Sabato 21 giugno ore 18:00

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sala Paolini Angelucci - Museo Diocesano

Corso della Repubblica 347, Velletri - Rm


Un nuovo, terribile, capitolo di una guerra infinita.

Scrivo questo mio intervento nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, nel corso di un nuovo capitolo di questa mai finita storia attacchi e risposte belliche: come ha sintetizzato Vatican news del 13 giugno 2025: «L’attacco missilistico di Israele sull’Iran… getta ulteriore incertezza e violenza su tutto il Medio Oriente e alimenta il rischio di un conflitto regionale. I bombardamenti, condotti con circa 200 aerei hanno colpito impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali, per un totale di oltre 100 obiettivi, sono stati definiti dal premier Benjamin Netanyahu attacchi "preventivi" per la "sopravvivenza" di Israele”. L’operazione “Leone nascente”, ha spiegato ancora il primo ministro, ha lo scopo di "ridurre la minaccia Iraniana” e durerà "molti giorni"». È una sempre penultima parola - quando sarà pronunciata l’ultima? – del volo dei due angeli di cui al titolo di questo bellissimo libro storico-biblico e storico-religioso di Marcello del Verme, mio antico docente in Facoltà teologica dell’Italia Merdionale di Napoli.

Nel suo Postscriptum – redatto dalla dipartita di papa Francesco – Del Verme aveva scritto: «Ci ha lasciato papa Francesco, vescovo di Roma e mi­nistro della cattolicità romana. Alla sua elezione danzai di gioia, oggi vivo la sua dipartita come una “teopatìa”» (Marcello Del Verme, Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace, ediziono La Valle del Tempo, Napoli 2025, p.125). Aveva aggiunto, speranzoso: «Più in generale, nella notte in cui ci guidano le stelle, come dicono alcuni murales che appaiono qua e là sul territorio, ci parlino e ci guidino i profeti del lontano e vicino passato: Martin Buber, Carlo Maria Martini, Yitzhak Rabin e, ultimo, papa Francesco. Si ascolti la loro voce, così i nostri “due angeli” potranno concludere il loro volo. Nella tradizione cattolica oggi 21 aprile 2025 è il lunedì dell’angelo. Da questo momento i nostri “angeli in volo” non sono più due ma tre» (p. 126).

Camminare sperando nella luce di Nicea

S.E.R. Mons. Vincenzo Bertolone

1700 anni da Nicea, attualità di un Concilio. 

Adista,  settimanale di informazione indipendente sul mondo cattolico e le realtà religiose, recensisce "camminare sperando. Il Giubileo del 2025 nella luce di Nicea", di Vincenzo Bertolone

Chi avrebbe mai detto che i 318 padri di Nicea (il numero simbolico rinvia ai servi di Abramo) non si siano limitati a produrre un Simbolo di fede famosissimo per aver introdotto per la prima volta un’espressione filosofica tecnica nella fede ripresa dai Vangeli? Ora anche la Commissione Teologica Internazionale ha ricordato: «Fino ad oggi “Nicea” – “la confessione di fede dei 318 padri ortodossi” – è considerato nelle Chiese orientali come il Concilio per eccellenza, cioè non come “un concilio tra altri”, e neanche come “il primo di una serie”, ma come la norma della retta fede cristiana. I “318 Padri” sono esplicitamente menzionati nella liturgia di Gerusalemme. Inoltre, nelle Chiese orientali, contrariamente alle Chiese occidentali, Nicea ha ricevuto una sua propria commemorazione nel calendario liturgico. È opportuno notare che le questioni disciplinari trattate a Nicea ricevettero da subito un peso differente rispetto alla confessione di fede» (Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700.mo anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea [325-2025]).

domenica 8 giugno 2025

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace di Marcello Del Verme
Contatta l'editore per saperne di più

Il volume è una trilogia che raccoglie testi scritti – tutti a “Casa Shalom” – in tempi diversi su una medesima tematica che riguarda la realtà problematica (territoriale militare politica e religiosa) e ne approfondisce alcuni fatti e le ragioni delle relazioni conflittuali tra Palestina e Israele, a partire dalla “guerra dei sei giorni” (5-10 giugno 1967) fino al “black shabbat” del 7 ottobre 2023 e suo seguito.
L’autore, giovane studente di Scienze bibliche e di Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum nella Gerusalemme Vecchia (e araba), era sul posto quando si consumò lo scontro del giugno 1967, di breve durata anzi fulmineo ma feroce e sanguinario nelle sue modalità, tra la Lega araba (Giordania, Egitto e Siria) e Israele. Quella guerra vide vittoriose e trionfanti le truppe israeliane sugli arabi e i palestinesi creando una situazione territoriale del tutto nuova. Una guerra, cosiddetta di ‘liberazione’ per Israele e/o di ‘occupazione’ per i palestinesi, i cui effetti letali e irrisolti in ambito territoriale, politico e religioso, perdurano e si fanno ancora sentire negli scontri in atto tra i terroristi di 
Hamas-e-guerriglieri-palestinesi e il protervo governo di ultradestra di Netanyahu, sostenuto e tenuto in piedi dai religiosi fondamentalisti e ultraortodossi e l’ala militare (IDF)

venerdì 6 giugno 2025

La voce degli Dèi. Il canto sublime degli evirati al Books&Museum summer edition


𝗟𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗱è𝗶. 𝗚𝗹𝗶 𝗲𝘃𝗶𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗲 𝗹𝗮 𝗦𝗰𝘂𝗼𝗹𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗮𝗽𝗼𝗹𝗲𝘁𝗮𝗻𝗮

Il volume, pubblicato con il sostegno dell’Associazione Domenico Scarlatti, sarà presentato durante la rassegna Books&Museum – Summer Edition, mercoledì, 11 giugno 2025 ore 19:00 occasione unica per incontrare gli autori e dialogare sulla potenza espressiva della voce, tra passato e futuro

Un'opera che scava nella memoria musicale e antropologica dell’Italia: La voce degli Dèi. Gli evirati cantori e la Scuola vocale napoletana (Edizioni ADS, 2024, pp. 240), è il frutto di una ricerca multidisciplinare condotta da un gruppo di studiosi e musicisti d’eccezione – Enzo Amato, Mario Brancaccio, Sandro Cappelletto, Umberto Rosario Del Giudice, Aurelio Gatti e Francesco Nocerino – con il contributo del noto antropologo Marino Niola e del sopranista Francesco Divito.

A guidare la narrazione, il critico musicale Sandro Cappelletto, che restituisce dignità storica e artistica a figure spesso dimenticate, svelando il volto tragico ma sublime di una pratica musicale che ha segnato profondamente l’identità sonora del Belpaese. In questo viaggio nel cuore della Scuola vocale napoletana, non manca un omaggio al più celebre interprete del Belcanto partenopeo: Enrico Caruso.

lunedì 2 giugno 2025

quale Chiesa di Papa Leone XIV? Con Armando Poggi se ne dibatte a la Nova incontra

dagli amici di Calvizzanoweb e dintorni che ringrazio, il resoconto giornalistico completo dell'incontro con Armando Poggi


La Nova incontra, mercoledì 4 giugno 2025, ore 18.00.

Quale chiesa di papa Leone XIV?

1. Il vento conciliare nel libro di Armando Poggi

Il coraggioso libro di Armando Poggi, che ho pubblicato nella collana da me diretta-intitolata Scenari presso le Edizioni La Valle del tempo di Napoli (Pianticelle divelte? Il vento conciliare nei sinodi delle chiese particolari, Intevista di Pasquale Giustiniani [Scenari/4)], Napoli), ricorda - tra i tanti aspetti ecclesiali e sociali -, «la capillare riflessione svolta, non soltanto a Napoli» con esiti che risultarono, in mezzo al clero partenopeo circa il celibato sacerdotale, «non del tutto “allineati” (in alcune diocesi del Sud i giornali semplificarono con lo slogan “i preti si vogliono sposare”)». Ciò, ricorda Poggi nel testo, «si può evincere dal fatto stesso di un telegramma che il Presidente della CEI, card. Antonio Poma, sentì di trasmettere, il 26.2.1970, a papa Paolo VI. In esso egli, in prospettiva rassicurante, conferma l’unanime decisione della plenaria CEI sul fatto che il celibato del clero è “per nostra Chiesa bene irrinunciabile del quale si avverte più che mai necessità”» (Pianticelle divelte?, cit., p. 16).

È la presa di distanza chiara, condivisa dal clero di Napoli, anche se attutita da parte del card. Ursi nella sua modalità di non trasmissione degli esiti alla CEI, che voleva allora essere un no netto al clericalismo, come s’intitola il capitolo IV del libro di Poggi. L’Autore, riprendendo quella vecchia tesi condivisa del celibato facoltativo per i preti della Chiesa di rito latino, usava l’argomento che il matrimonio, permesso ai preti di rito latino, sarebbe stato anche equilibratore rispetto alle nuova forme e modalità di convivenza simil-matrimoniale, diffusesi nel frattempo: «Chi è integrato armonicamente nel suo genere, non soltanto si esercita nel celibato, ma rifugge da ogni tipo di abuso sugli altri. Ecco perché è almeno da papa Giovanni Paolo II che, inserendosi sulla grande discussione circa le cosiddette teorie di genere, la Chiesa depreca gli abusi sessuali sui giovani e minori da parte di membri della gerarchia cattolica» (p. 54).

In sintesi, Poggi appare assai critico non soltanto sulla questione del celibato, nei confronti di papa Paolo VI, che pure era stato il “timoniere” dell’arrivo in porto del Vaticano II. Si legge testualmente nel libro di Poggi: «il secolare tradizionalismo sclerotico e statico, sempre vivo e vegeto nella Chiesa, momentaneamente interrotto dalla voglia di cambiamento indotta dal Concilio ecumenico Vaticano II: voluto e convocato da un uomo di Dio, Papa Giovanni XXIII, fu immediatamente ripreso già nella seconda fase del Concilio, dopo la morte di Papa Giovanni, dal nuovo Papa, Paolo VI (fosse dipeso da lui, egli non avrebbe mai indetto e celebrato un Concilio), per cui iniziò, così, una graduale restaurazione» (p. 79).

 2. Un esordio problematico dell’inizio di pontificato di papa Leone XIV?

venerdì 23 maggio 2025

giovani, Fede e identità, un percorso di crescita con Benedetto XVI

di Giuseppe Lubrino

Recensione del Prof. Michele Ciccarelli

Prof. Michele Ciccarelli

Michele Ciccarelli è un docente italiano attivo nel campo delle scienze religiose e dell'insegnamento scolastico superiore. Attualmente insegna presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano dell'Area Casertana (ISSR Capua-Caserta), dove tiene corsi su tematiche bibliche, tra cui "Educazione e insegnamento nelle Sacre Scritture" e "Lettere paoline" (issrareacasertana.it).

Oltre all'insegnamento, Ciccarelli è autore di contributi accademici in ambito biblico e teologico. Ha pubblicato studi su testi neotestamentari, come l'Epistola agli Ebrei e la Lettera ai Colossesi, disponibili sulla piattaforma Academia.edu. Inoltre, ha curato il volume Matteo, un vangelo per ammaestrare, edito da Natan Edizioni nella collana "Dum loqueretur" (issrbn.it).

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giovedì 22 maggio 2025

Le idee cadono dal cielo


Books&Museum, 25 maggio 2025

Discussione del volume: Giuseppe Ferraro, Le idee cadono dal cielo. La riforma di Giordano Bruno e l’amore di Platone (La bottega delle idee/1), IOD edizioni, Noventa padovana (Pd), 2024, pagine 222.

Giuseppe Ferraro apre, con questo volume in due parti, la collana che dirige presso IOD. Come ci spiega, «l’idea è quella di aprire una collana, un inserto di libri che nel corso dell’anno raccolga fra le cose che accadono le cose che si sono perdute [questo primo volume, il testo è stato raccolto da Maria Rosaria Valdo]». In tal modo, i discorsi - proposti da Ferraro sia nel centro storico di Napoli (tra il Complesso monumentale di san Domenico maggiore, con il “sacrario” della cella di fra’ Tommaso dei conti d’Aquino), che nell’aula quello di santa Maria maggiore alla Pietrasanta – prendono corpo scritto e si riverberano nell’animo e nella mente di nuovi lettori. Si tratta di filosofare, nel senso di pensare camminando, e viceversa camminare pensando; così come ricordano le ultime pagine di questo libro, che racconta anche dell’uscita dalla basilica della Pietrasanta, lungo il cammino del decumano maggiore: finalmente, ci ricorda il libro, nella seconda metà del Novecento l’aula è stata sottratta a un’officina meccanica che vi si era insediata,  e da lì ci si può allungare fino ai resti del teatro romano: proprio quello che a Napoli ospitava le esibizioni canore di Nerone: «Seneca che lo seguiva lo lasciava esibirsi per andare poco vicino a sentire gli incontri di un filosofo. Si chiama Metronatte» (pagina 222), come ci ricorda la Lettera a Lucilio di Seneca. Chissà cosa insegnava o diceva Metronatte, forse diceva cose analoghe a quelle riferite da Agatone nel Simposio platonico; o cose analoghe a quelle consegnate dal già frate domenicano Giordano Bruno, nei dialoghi in italiano: Lo spaccio della bestia trionfante o ne La cena de le ceneri. Ora, come allora, per le medesime vie dove oggi si svolge la movida postmoderna, ci si potrebbe di nuovo «come trovarsi a casa di Agatone, quella sera in cui parlarono di Eros, parlarono d’amore e di politica» (pagina 222). In questo senso, le idee che cadono dal cielo e si frantumano, attende qualcuno che fragmenta colligat e ne dia un filo d’Arianna per uscire da un labirinto.

venerdì 16 maggio 2025

Per Nietzsche. Interpretazioni italiane

Sorrento, 31 maggio  hotel Continental: presentazione atti preparatori
per Nietzsche, 31 maggio 2025


Per Nietzsche. Interpretazioni italiane
Friedrich Nietzsche 31 magg. Sorrento hotel Continental: atti preparatori

(Roma. Presentazione del volume: Per Nietzsche. Interpretazioni italiane, edizioni La Valle del Tempo, Napoli 2025, pagine 306

0. Introduzione

Balza subito agli occhi del lettore l’importanza di un volume, che ora presentiamo, che si propone la ricognizione delle principali interpretazioni italiane del filosofo Nietzsche. Un volume ricchissimo di pagine e di prospettive, con numerosi saggi di studiosi che guardano soprattutto alla recezione italiana del pensatore tedesco, con la prospettiva tipica del Centro per la Filosofia italiana. Un volume che va letto in aula, prima che personalmente (farebbero bene i docenti di filosofia a farne oggetto di corsi al Liceo e all’Università). Un volume che presuppone, inoltre, tutta una serie di passaggi cronologici (legati, per quanto oggi ci riguarda, soprattutto all’edizione italiana degli scritti di Nietzsche) e, soprattutto, un ritorno critico sulle prime e sulle più recenti recezioni del filosofo tedesco in ambienti non soltanto specialistici, ma anche, per così dire, quotidiani.

 1. Un materiale “incandescente”

La storia della filosofia del Novecento, nel particolare versante del suo interesse verso il Filosofo tedesco Nietzsche - che inaugura l’ultimo secolo del millennio -, si trovava di fronte a un materiale così incandescente e scarsamente univoco, per cui, secondo le varie angolazioni adottate da editori e commentatori, fu possibile fare, di Friedrich Nietzsche, ora il precursore del nazismo, ora il ribelle aristocratico, propugnatore di un pensiero reazionario, ora l’«amico della solitudine» che annunciava una democrazia a venire, ora il radicale e anti-dialettico pensatore genealogico dello scontro di forze e della destituzione del Soggetto, ora il filosofo della morte di dio, paladino del più intransigente ateismo, come pure 

il più autentico seguace di un cristianesimo, che si condenserebbe nel carattere affermativo di un amore senza condizione.

mercoledì 14 maggio 2025

Clero ed abusi sessuali

Clero e abusi sessuali, fra diritto canonico e diritto secolare 

di Ennio Tardioli

Mi complimento per il volume di ENNIO TARDIOLI, Clero e abusi sessuali. Fra diritto canonico e diritto secolare, presentazione di Luigi Sabbarese, cs, Gruppo editoriale Tab s.r.l., Roma 2024. Egli scrive: «Questo lavoro, dal titolo Clero e abusi sessuali. Fra diritto ca­nonico e diritto secolare, analizza la tematica alla luce della normativa italiana e canonica» (p. 19).

Il volume mi sembra lineare, informato e molto utile per chi studia i problemi della tutela dei minori e delle persone particolarmente vulnerabili, sotto gli aspetti giuridici e canonistici, con chiare implicazioni teologico-pastorali. Certamente è un libro che risponde all'obiettivo espresso da p. Sabbarese: "La consapevolezza deve condurre a un cambiamento di paradigma culturale, antropologico e teologico, che considera l’abuso di potere, di coscienza e sessuale nella Chiesa come una violazione dei comandamenti di Dio e della dignità della persona: ogni abuso intacca il fondamento della fede e svuota le vittime della fede in Dio, della fiducia nei suoi ministri e della fiducia in sé stessi".

Tardioli così sintetizza la sua fatica editoriale: «Il capitolo primo consta di tre paragrafi in cui analiz­zeremo il tema degli abusi sessuali prima in generale, poi secondo il diritto penale italiano ma solo nella parte sostan­ziale senza riferimenti al diritto processuale avendo esclusi­vamente lo scopo di spiegare i termini della questione» (p. 20). Si precisa la nozione di minore e di abuso, alla luce della legislazione europea e italiana, delle principali teorie psicologiche e psichiatriche, osservando che «il Legislatore [italiano] del 1996 ha collocato i de­litti contro la libertà sessuale fra i delitti contro la libertà personale, cioè nel Libro II, Titolo XII, Capo III del c.p.» (p. 27). A sua volta, il diritto penale canonico nato dal Vaticano II era considerato troppo “garantista” perché poneva l’accento sul­la tutela dell’accusato rendendo quasi impossibili le condan­ne, di conseguenza si convenne con Giovanni Paolo II che era necessario attribuire il delitto di pedofilia alla compe­tenza esclusiva dell’allora CDF con la dicitura Delicta maiora contra fidem per poter comminare la pena della dimissione dallo stato clericale ai sacerdoti colpevoli, in quanto questo delitto danneggiava anche la fede. Osserva Tardioli: « In verità più che di delicta graviora bisognerebbe parlare di delicta reservata in quanto con la prima espressione si in­tende solo una particolare categoria di 

sabato 3 maggio 2025

Signurì, signurì. Gli scolari della Napoli che non conta al Books&Museum

@scenari.futuri

Signurì, signurì, tra gli scolari della Napoli che non conta🎥A N T E P R I M A dell'incontro al Books&Museum di Domenica 11 maggio 2025 - Giustiniani: Pasquale Lubrano Lavadera, che cosa significa il titolo che hai ripubblicato? Come sappiamo, la realtà sociale ci parla sempre dei diritti umani dei ragazzi, però dall'esperienza che abbiamo fatto noi mi accorgo che ancora non è stata superata quella certa ritrosia ad accogliere nella scuola le fasce più deboli naturalmente meno avvantaggiate però ci sono degli insegnanti, dei docenti che invece sentono fortemente che dar valore a tutti anzi, far sì che anche questi ragazzi che non sempre trovano la giusta accoglienza possano veramente vivere in maniera più regolare la vita scolastica https://scenarifuturi.blogspot.com/2025/05/signuri-signuri-gli-scolari-della.html

♬ suono originale - scenari futuri

Pasquale Lubrano Lavadera-Angela De Cimma, SIGNURÌ, SIGNURÌ. Tra gli scolari della Napoli che non conta (Collana: Cronisti scalzi, 22), Prefazione di Giancarlo Siani (da «Il lavoro nel Sud», giugno 1979), Introduzione di Mario Pomilio, Postfazione di Cesare Moreno, IOD Edizioni, 2024.

🔍 Leggi la recensione di Giancarlo Siani al libro Signurì, Signurì (1979) 👉 clicca qui
 
Vorrei riferire - provocato dal volume di Pasquale Lubrano Lavadera e Angela De Cimma, ripubblicato dopo oltra 40 anni dalle edizioni IOD perché ritenuto ancora attuale, pur nella radicale variazione del contesto storico-sociale -, vorrei riferire tre episodi, per così dire, "a margine" del libro, ma che, come osserveremo,  ne riprendono i temi di fondo.
Sono episodi che mi riguardano personalmente: uno, dei primi anni Cinquanta del XX secolo, quando frequentavo le scuole comunali dell'infanzia - dove arrivavano gli aiuti della famiglia Lauro, mentre la POA (Pontificia Opera Assistenza) faceva pervenire i biscotti americani e anche il latte - a noi bambini dell'asilo (come si chiamava a quel tempo la scuola dell'infanzia); l'altro, della fine degli anni Sessanta, nell'immediato post-concilio Vaticano secondo, allorché, nelle aule della Facoltà teologica di Capodimonte, seguivo le lezioni di "Letteratura religiosa contemporanea", allora tenute dal prof. Mario Pomilio - che scrisse anche un pezzo giornalistico ripreso in questo libro oggi in discussione -: Pomilio stava allora preparando il suo "Il quinto-evangelio", mentre a noi studenti regalò, autografata, una copia de L'uccello nella cupola. Il terzo episodio risale invece agli anni delle mia immissione in ruolo, dopo il superamento del concorso a cattedre per la scuola superiore: feci domanda e ottenni per due anni il privilegio dell'esonero ministeriale dalla didattica, per essere destinato nell'allora Provveditorato agli studi di Napoli, nell'ufficio per la dispersione scolastica, esattamente nella gestione del progetto ERSVA: un'iniziativa regionale che mirava a supportare lo sviluppo dell'artigianato locale, anche attraverso la creazione di aree attrezzate e distretti industriali, coordinandosi con le associazioni artigiane e con la programmazione regionale per implementare interventi a favore delle piccole imprese (era come l'anticamera del rapporto scuola-lavoro).
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Pasquale Lubrano Lavadera-Angela De Cimma, SIGNURÌ, SIGNURÌ. Tra gli scolari della Napoli che non conta (Collana: Cronisti scalzi, 22), Prefazione di Giancarlo Siani (da «Il lavoro nel Sud», giugno 1979), Introduzione di Mario Pomilio, Postfazione di Cesare Moreno, IOD Edizioni, 2024. SIGNURÌ, SIGNURÌ. Tra gli scolari della Napoli che non conta provocato dal volume di Pasquale Lubrano Lavadera e Angela De Cimma, ripubblicato dopo oltre 40 anni dalle edizioni IOD perché ritenuto ancora attuale, pur nella radicale variazione del contesto storico-sociale -, vorrei riferire episodi che mi riguardano personalmente, dei primi anni Cinquanta del ventesimo secolo, quando frequentavo le scuole comunali dell'infanzia dove arrivavano gli aiuti della famiglia Lauro, mentre la POA (Pontificia Opera Assistenza) faceva pervenire i biscotti americani e anche il latte - a noi bambini dell'asilo. Il volume di cui oggi parliamo riferisce della condizione dei bambini e ragazzi di Napoli e provincia e, infine, dei quartieri spagnoli: gli alunni che chiamavano la maestra De Cimma "Signurì, signurì!"; quelli che al mattino facevano colazione con pane e vino... Una società e un contesto cittadino "nero di fumo e sporco d'ingiustizia", quello narrato in queste pagine. Un contesto socio-culturale dell'hinterland patenopeo che, per molti aspetti, esibisce un basso continuo identico. Eppure, leggendo oggi le storie di quei bambini e ragazzi della maestra De Cimma, molto deprivati e poveri, che rimangono, ahimé ancora le stesse, mi è venuto di esclamare: Beati loro! Loro almeno avevano il pane a colazione! Io, nella periferia di san Pietro a Patierno - anni cinquanta del XX - non potevo neppure far colazione né col pane secco né col vino, in una famiglia di otto figli con un padre artigiano e una madre "guantaia a domicilio"... e, per mangiare qualcosa a mezza mattinata, volevo assolutamente, sia io che le sorelle e i fratelli, andare a scuola, nella classe della maestra Auricchio Elisa... Noi non ci potevamo disperdere scolasticamente! Se mi fossi assentato, infatti, non solo non avrei fatto colazione a casa, ma non avrei neppure avuto il latte e i biscotti della POA in classe. Non c'erano dispersione e mortalità scolastica a san Pietro a Patierno, per noi ultrapoveri di quegli anni postbellici, in attesa del boom economico: a scuola si mangiava, a casa no; e le 15 lire di vino, in un bicchiere di alluminio, io lo andavo a comprare solo di domenica e soltanto per mio padre... la domenica, a volte, mamma riusciva a comprarci la carne, ovvero le frattaglie e le interiora macellate, che il negoziante le vendeva a poco prezzo o gliele regalava... per i cagnolini (così diceva mamma, nella sua povertà dignitosa, per avere gratuitamente qualche osso da cui ricavare il "brodo di carne", o un poco di milza... a' meuza,,,). Altro che scugnizzi dei quartieri spagnoli, dove insegnò la mitica maestra De Cimma. Noi altri eravamo lavati nella bacinella di acqua messa al sole, nell'unico bagno disponibile per tutti i bassi che davano sul grande cortile di via Nuovo tempio 119. Le periferie urbane, ci ricordano le pagine che aggiornano oggi l'antico racconto, non sono ancora uscite da quegli antichi stati di disagio, che provocano ancora numeri altissimi di mortalità e dispersione scolastica. Pasquale Giustiniani

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Il volume di cui oggi parliamo riferisce della condizione dei bambini e ragazzi di Napoli e provincia e, infine, dei quartieri spagnoli: gli alunni che chiamavano la maestra De Cimma "Signurì, signurì!"; quelli che al mattino facevano colazione con pane e vino... Una società e un contesto cittadino "nero di fumo e sporco d'ingiustizia", quello narrato in queste pagine. Un contesto socio-culturale dell'hinterland patenopeo che, per molti aspetti, esibisce un basso continuo identico, come ben sa Cesare Moreno coi suoi maestri di strada.

venerdì 18 aprile 2025

Coscienza e Potere, una riflessione antropologica contemporanea a partire dai racconti biblici

M. Ciccarelli, Coscienza e Potere, una riflessione antropologica contemporanea a partire dai racconti biblici, la valle del tempo edizioni, 2025, pp. 396.

Il professor Michele Ciccarelli, con Coscienza e Potere, propone una riflessione stimolante e attuale, un invito a liberare la coscienza dall'atrofia che la affligge e a riscoprirne il significato profondo. La coscienza, secondo Ciccarelli, è un'ambivalenza: la consapevolezza del vissuto emotivo e, al contempo, il principio che guida le scelte etiche, il discernimento tra bene e male.

L'autore affronta poi un altro tema cruciale: il potere. Spesso percepito in modo negativo, il potere, se esercitato con saggezza e sorretto da una coscienza matura, può essere garanzia di libertà e sicurezza. Ciccarelli dimostra come la coscienza, intesa sia come esperienza emotiva che come principio etico, sia il fondamento di un potere responsabile e liberatorio.

Attraverso una lettura originale e profondamente esistenziale dei testi biblici, Ciccarelli guida il lettore in un percorso di scoperta della coscienza e del potere, invitandolo a riflettere su questi temi cruciali per la vita individuale e collettiva. Recuperare l'idea kantiana di "coscienza", oggi pesantemente "depotenziata", è l'obiettivo del testo. L'intento è quello di "sollecitare" nei lettori curiosità, interesse, passione e ricerca per le grandi domande che possono conferire un orizzonte di senso possibile alla società del terzo millennio.

Nell'epoca dell'intelligenza artificiale, del progresso tecnologico e della transizione energetica - rileva Ciccarelli - l'essere umano non si interessa più del bene e del male. Il suo modo di essere e di agire appare dominato dalla logica esclusiva dell' "io". Diventa quindi necessario "ritornare alle fonti" della saggezza per recuperare l'umanità che l'uomo pare ormai stia smarrendo.

mercoledì 2 aprile 2025

L'invenzione della casa. L'ordine domestico della polis

@scenari.futuri

Books and Museum, 6 aprile 2025 Valeria Pezza, L’invenzione della casa. L’ordine domes co della polis, Chris an Marino edizioni, Milano 2025, pp. 120. «Chi abita una casa costruita dentro una ci à, è come un pellegrino che procede – come diceva il mis co russo dell’O ocento Giovanni di Kronstadt – col bastone da viaggio e l’abito da viandante: quando giungerà alla fine della vita, gli si spalancherà la porta ed egli finalmente sarà a casa sua, “perché non abbiamo quaggiù una ci à stabile, ma cerchiamo quella futura” (Ebrei 13, 14)». » 1. La provocazione che viene dalla stru ura della ci à greca. Tra i tanti ringraziamenti di questa notevole pubblicazione – realizzata da Valeria Pezza con il contributo del DiARC: Dipar mento di Archite ura-Università di Napoli Federico II -, si leggono anche quelli che l’Autrice ha voluto des nare «a tu a la comunità di Pollica, terra in cui si scorge ancora qualcosa del mondo greco». Alle tracce archeologiche, infa", ovvero alle loro pietre significan e ai loro rimandi ai pensieri e alle opere dei loro ideatori, costru#ori e abitan , rimanda ognuna di queste ricche e dense pagine del saggio di Valeria Pezza. Quello delle case delle ci#à greche nelle cosidde#e colonie e nei si della Grecia classica, è un mondo analogo a quello di fronte al quale si possono porre, insieme, sia l’archeologia che la storia dell’archite#ura e della topografia; ma anche l’antropologia culturale e lo storia delle idee, come illustra e dimostra l’acuto ed erudito sforzo di decifrazione, condo#o per noi da Valeria Pezza in queste pagine. Così, le an che pietre di Akragas (Agrigento) possono diventare la cifra di un’ambivalenza pica dell’ar colato e mul fa#oriale processo che viene opportunamente denominato “invenzione della casa”. A una prima, ma superficiale, vista, «la dimensione domes ca appare rimossa e svalutata, in quanto non fondata sul gesto eroico, sulla pubblica e visibile esaltazione del potere, del confli#o e della forza» (p. 11). Invece, come si legge nella Premessa a questo volume (pp. 7-18)), la domanda di partenza va formulata in consonanza con quando ricorda il tolo del volume (peraltro arricchito da numerosi grafici e tavole): «Quando è stata inventata quella casa ripe bile e ripetuta che presiede alla costruzione stessa della ci à come luogo non tanto del potere religioso, poli co, militare, ma della dimora dei suoi ci adini?» (p. 7). Ecco spiegato perché, integrando il punto di vista consolidato che correlava l’archite#ura della polis classica alla sfera cosidde#a poli ca, «urgeva interrogarsi su quelle forme, il loro senso e la loro natura, chiedersi a quale dimensione domes ca, a quali ri del quo diano dessero luogo, misura e spazio, e in quale visione del mondo. Poi, perché tanto silenzio? Quale significato aveva la casa in quell’origine e cosa significa per noi oggi la casa?» (p. 9). Di qui prende corpo, una diversa, e intrigante, prospe"va, perseguita egregiamente da Valeria Pezza, che aiuta a ri-significare il senso stesso dell’agire poli co - teorizzato negli scri" poli ci dei filosofi greci classici - e a precisare nei suoi vari riverberi il rapporto tra privato (domes co), spesso relegato alla sfera della irrilevanza, e pubblico (poli co, anche in senso militare e bellico, ma oggi altresì sociale e culturale): «In modo sorprendente insieme all’interroga vo su tempi e modi dell’invenzione della casa per tu>, emergeva quello, inquietante, su questa incomprensibile condanna all’insignificanza» del privato, se inteso soltanto come “relegato a ciò che è privo di senso”. Ecco perché ci si dovrà interrogare, con nua l’Autrice: «è stato davvero così, sempre? Ed ora ha senso per noi privare di valore la quo dianità che scandisce la vita di ciascuno, o è proprio dentro la casa che vive e può maturare una poli ca non rido a all’esercizio e all’autorappresentazione del potere?» (p. 10). E inoltre: «Allora perché questo silenzio... @santamaria.lanova @

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Al Books and Museum di Domenica 6 aprile 2025 presso il complesso monumentale di Santa Maria la Nova di Napoli, ore 11,00 il saggio di Valeria Pezza: L’invenzione della casa. L’ordine domestico della polis, Christian Marinotti edizioni, Milano 2025, pagine 120.

Quello delle case delle città greche nelle cosiddette colonie e nei siti della Grecia classica, è un mondo analogo a quello di fronte al quale si possono porre, insieme, sia l’archeologia che la storia dell’architettura e della topografia; ma anche l’antropologia culturale e lo storia delle idee, come illustra e dimostra l’acuto ed erudito sforzo di decifrazione, condotto per noi da Valeria Pezza in queste pagine. Così, le antiche pietre di Akragas (Agrigento) possono diventare la cifra di un’ambivalenza tipica dell’articolato e multifattoriale processo che viene opportunamente denominato “invenzione della casa”. A una prima, ma superficiale, vista, «la dimensione domestica appare rimossa e svalutata, in quanto non fondata sul gesto eroico, sulla pubblica e visibile esaltazione del potere, del conflitto e della forza» (p. 11). Invece, come si legge nella Premessa a questo volume (pp. 7-18)), la domanda di partenza va formulata in consonanza con quando ricorda il titolo del volume (peraltro arricchito da numerosi grafici e tavole): «Quando è stata inventata quella casa ripetibile e ripetuta che presiede alla costruzione stessa della città come luogo non tanto del potere religioso, politico, militare, ma della dimora dei suoi cittadini?» (p. 7).

Ecco spiegato perché, integrando il punto di vista consolidato che correlava l’architettura della polis classica alla sfera cosiddetta politica, «urgeva interrogarsi su quelle forme, il loro senso e la loro natura, chiedersi a quale dimensione domestica, a quali riti del quotidiano dessero luogo, misura e spazio, e in quale visione del mondo. Poi, perché tanto silenzio? Quale significato aveva la casa in quell’origine e cosa significa per noi oggi la casa?» (p. 9).

Di qui prende corpo, una diversa, e intrigante, prospettiva, perseguita egregiamente da Valeria Pezza, che aiuta a ri-significare il senso stesso dell’agire politico - teorizzato negli scritti politici dei filosofi greci classici - e a precisare nei suoi vari riverberi il rapporto tra privato (domestico), spesso relegato alla sfera della irrilevanza, e pubblico (politico, anche in senso militare e bellico, ma oggi altresì sociale e culturale): «In modo sorprendente insieme all’interrogativo su tempi e modi dell’invenzione della casa per tutti, emergeva quello, inquietante, su questa incomprensibile condanna all’insignificanza» del privato, se inteso soltanto come “relegato a ciò che è privo di senso”. Ecco perché ci si dovrà interrogare, continua l’Autrice: «è stato davvero così, sempre? Ed ora ha senso per noi privare di valore la quotidianità che scandisce la vita di ciascuno, o è proprio dentro la casa che vive e può maturare una politica non ridotta all’esercizio e all’autorappresentazione del potere?» (p. 10).

sabato 29 marzo 2025

Books&Museum, sarò lì ad aspettarvi. Maria Tedeschi



Comunicato per gli organi di stampa

SantaMaria la Nova in Napoli (13 aprile 2025) ore 11,00

Sarò lì ad aspettarvi, Maria Tedeschi. Il seme bianco editrice, Roma 2025, pp. 176

1. Un racconto avvincente, con i caratteri del “noir” ma anche delle “storie d’amore”.

L’Autrice - Maria Tedeschi - ci fa prima scorrere, quasi tutte d’un fiato, le 176 pagine di un’avvincente storia, per sciogliere, infine, l’enigma consegnato nel titolo: «Ma se poi decidete di cambiare idea un giorno, saprete sempre dove trovarmi, sarò lì ad aspettarvi» (p. 176). Sono le parole, lanciate agli altri due membri del piccolo gruppo WathsApp, da parte di Carlo Brighi, il quale, dopo aver fatto mille mestieri, fin da quello di parrucchiere provato nel suo paese di origine in provincia di Napoli (cfr. p. 75), si è ora innamorato  di Chantall Cristaldi, la cui vita «era un intreccio di arte, espressività ed emozione, ma anche di solitudine, un fardello» (p. 36).

A sua volta, Diavolo (è, questo, il vero nome di un sopravvissuto a una nascita difficile: cfr. p. 121), che nell’intreccio si autodenomina, ed è, “piccolo Diavolo”, fa il “sensitivo dei capelli”; ha inviato per sbaglio una mail a Chantall (con la doppia elle finale, mentre il vero destinatario aveva una sola l finale); presso la sua casa ha ospitato (cfr. p.  121) anche un altro dei personaggi dell’intreccio, Michela, che viene descritta nella sua tragica esistenza; nel corso di essa si è, purtroppo, lasciata irretire in qualcosa a metà tra la setta religiosa e un affare di tossicodipendenza e sesso, di cui lo stesso lettore scoprirà l’avvincente esito. Diavolo - o forse “Mistero” – ha pure cercato di far intervenire la polizia anti-sette in una vicenda intricata e anche delinquenziale, ma senza che ne siano lasciate delle tracce indagabili (cfr. p. 129). Ovviamente, il resto della storia è lasciato al lettore, che vorrà unirsi nei dettagli di queste pagine.

giovedì 27 marzo 2025

rilanciare la nuova Evangelizzazione, Nicola Di Bianco a La Nova incontra


🔤Erich Auerbach (Giustiniani)

La nova incontra. Gli eventi del Complesso monumentale di Santa Maria la nova in Napoli. Sala Margherita Lama Caputo, Domenica 30 marzo 2025

Un matematico, uno storico e due filosofi a santa Maria la Nova per discutere un nuovo libro di Nicola Di Bianco sulla “nuova evangelizzazione”.

Di Nola, Arciprete e Giustiniani, da diversi anni realizzano un Seminario su “Linguaggio e conoscenza”, che ha avuto già diverse sessioni nel Dipartimento di matematica nell’Università Salerno e nella Facoltà teologica san Tommaso di Capodimonte-Napoli. L’obiettivo è quello di pervenire, se possibile, a un linguaggio nuovo che riesca a dire in termini unitari il divino, il religioso, lo spirituale. Ora la “provocazione” della “Nuova evangelizzazione” – a cui la chiesa cattolica sta mirando dall’inizio del terzo millennio – è la leva di questo nuovo round, sotto la regia del prof. Giuseppe Reale, Direttore del Complesso monumentale di santa Maria la Nova in Napoli

Introduce Pasquale Giustiniani

Alcuni decenni fa, insieme con Filippo Toriello, pubblicammo il volume: Nuova evangelizzazione: che cosa, come. Pensato in aiuto dei catechisti e degli operatori pastorali, esso raccoglieva, e traduceva pastoralmente, un’insistente espressione del Magistero pontificio, che andava allora già configurando una vera e propria ri-definizione del primo dovere cristiano di annunciare il cosiddetto Kèrygma, che veniva, allora, comunemente descritto come nuovo nell’ardore e nuovo nel metodo.

Nicola Di Bianco, nell’orizzonte descritto, mette bene a fuoco il dato che tale novitas, particolarmente nel senso di un confronto a tutto campo con la modernità scientifica e tecnologica, risulta evidente nel Magistero di papa Francesco. Egli, dall’Autore, viene appunto, fondatamente, considerato il primo papa ad aver assunto in forma compiuta il dialogo con la modernità o postmodernità. Tutto ciò sta comportando anche un nuovo modo di configurare la Chiesa - un poliedro, piuttosto che una piramide gerarchica, un ospedale da campo piuttosto che una militanza autosufficiente -; ma pure un nuovo modo di autopercepire il primato petrino. Insomma, l’ormai tradizione espressione di “nuova evangelizzazione” implica una vera riforma della Chiesa: un dato, questo, che apparve già chiara ai padri del Concilio di Trento, alle prese con l’argine da opporre a una riforma che appariva allora come una rivoluzione. Essa è resa oggi ancora più urgente dalla situazione di rapidizzazione degli eventi (come lo stesso papa Francesco dice, con inflessione argentina), stante il fatto, come puntualmente annota Di Bianco, che il nostro tempo si caratterizza sempre più per i rapidi mutamenti e le trasformazioni. E ciò non solo negli assetti internazionali, ma anche nei costumi etici, a volte piagati da fenomeni inaspettati, come la diffusione degli abusi di ogni tipo nella Chiesa (non soltanto sessuali, ma altresì sociali, di potere…), come le vere e proprie derive delle concezioni antropologiche tradizionali, dei sistemi sociali, degli assetti internazionali, dei costumi…

Il ri-emergere dell’esigenza di una nuova evangelizzazione pone, così, la domanda centrale del libro: quale fede proporre alla persona globalizzata, tecnologizzata, singolarizzata, per superare l’impasse della transizione in atto?

Corrado Ocone, il non detto della libertà

quanto resta ancora vivo ed attuale di Giovanni Gentile, cifra della filosofia europea?

  Giovanni Gentile a 150 anni dalla nascita