..Tra i processi — utilizzati dagli antichi e recenti viaggiatori (sia turisti che profughi e migranti) — allo scopo di cercare una possibile “casa”, anche non definitiva, posta fuori dai territori di origine e di residenza stanziale, va certamente inventariato anche quello che possiamo denominare il collante della religione: ci si sposta, si naviga, si vola, si cammina...
anche alla ricerca del proprio genitore errante, come recitava l'antico credo ebraico, richiamato in esordio di queste pagine. Un collante religioso, che diviene anche molla per andare, che in Italia si presenta prevalentemente nella sua forma religiosa cristiana e cattolica, soprattutto laddove il devozionale — piuttosto che il cultuale — sospinge tanti viaggiatori e turisti a ritrovare profumi, colori, sensazioni, percezioni... di dimore sacre, processioni e santuari. D'altra parte, nella medesima Italia (tradizionalmente cristiana e cattolica) si diffonde sempre di più la religiosità islamica, caratterizzata, tra l'altro, dall'andare in direzione della Mecca. Per non dire, inoltre, delle atmosfere orientali di tipo induista e buddista, caratterizzate sia dal viaggio nella propria interiorità profonda, che dalle mete geo-culturali proprie. Tale collante, fatto dalle orme religiose dei padri e delle madri originarie, funge quasi da filo di sutura del contemporaneo turismo delle radici il quale, allo stesso tempo, ci consente d'immaginare e “ricordare” sia il passato, sia, per così dire, di ri-attaccare le membra e gli arti nostri in una specie di corpo collettivo, che ha spesso dovuto portarsi altrove, avendo sperimentato la violenza sociale, oppure è stato “necessitato” ad andar fuori dei luoghi originari per motivi sociali, finanziari, economici e politici.
Al fine di ricostruire l'identità propria personale e familiare, i giovani e gli ex giovani ritornano, oggi volentieri, laddove sono ancora presenti nella memoria collettiva quegli importanti riti e rituali, luoghi sacri alla memoria e allo spirito, che sottolineano l'originaria appartenenza di coloro che si spostano-vanno /tornano-viaggiano-emigrano... non soltanto verso un luogo concreto, ma verso un vero e proprio ordine sacro ideale, definito da fedi, devozioni, rituali, religioni e, per quanto concerne il Sud italiano, da folklore religioso, santuari, pellegrinaggi e devozioni popolari..., piú o meno contigue allo standard fissato dalle religioni storiche, o sancite da codici di chiese e comunitã istituzionali. In particolare, la devozione popolare, gestita oggi e coordinata dalle Chiese particolari del cattolicesimo, da un lato appare come una sorta di sutura per esprimere in maniera adeguata e istituzionale la cosiddetta fede vissuta; dall'altro, non può non conservare suoi caratteri folclorici ancestrali e atipici rispetto alle codificazioni ecclesiali i quali, talvolta, risultano piu espressione di una memoria popolare atavica che frutto di norme e codici di irregimentazione nelle forme istituzionali, codificate dai detentori della cosiddetta fede istituita. Si spiegano anche cosi i flussi sociali e culturali — oggi in incremento — del cosiddetto turismo delle radici.
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