aggiornamenti in evidenza

Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

sabato 29 marzo 2025

Books&Museum, sarò lì ad aspettarvi. Maria Tedeschi

Comunicato per gli organi di stampa

SantaMaria la Nova in Napoli (13 aprile 2025) ore 11,00

Sarò lì ad aspettarvi, Maria Tedeschi. Il seme bianco editrice, Roma 2025, pp. 176

1. Un racconto avvincente, con i caratteri del “noir” ma anche delle “storie d’amore”.

L’Autrice - Maria Tedeschi - ci fa prima scorrere, quasi tutte d’un fiato, le 176 pagine di un’avvincente storia, per sciogliere, infine, l’enigma consegnato nel titolo: «Ma se poi decidete di cambiare idea un giorno, saprete sempre dove trovarmi, sarò lì ad aspettarvi» (p. 176). Sono le parole, lanciate agli altri due membri del piccolo gruppo WathsApp, da parte di Carlo Brighi, il quale, dopo aver fatto mille mestieri, fin da quello di parrucchiere provato nel suo paese di origine in provincia di Napoli (cfr. p. 75), si è ora innamorato  di Chantall Cristaldi, la cui vita «era un intreccio di arte, espressività ed emozione, ma anche di solitudine, un fardello» (p. 36).

A sua volta, Diavolo (è, questo, il vero nome di un sopravvissuto a una nascita difficile: cfr. p. 121), che nell’intreccio si autodenomina, ed è, “piccolo Diavolo”, fa il “sensitivo dei capelli”; ha inviato per sbaglio una mail a Chantall (con la doppia elle finale, mentre il vero destinatario aveva una sola l finale); presso la sua casa ha ospitato (cfr. p.  121) anche un altro dei personaggi dell’intreccio, Michela, che viene descritta nella sua tragica esistenza; nel corso di essa si è, purtroppo, lasciata irretire in qualcosa a metà tra la setta religiosa e un affare di tossicodipendenza e sesso, di cui lo stesso lettore scoprirà l’avvincente esito. Diavolo - o forse “Mistero” – ha pure cercato di far intervenire la polizia anti-sette in una vicenda intricata e anche delinquenziale, ma senza che ne siano lasciate delle tracce indagabili (cfr. p. 129). Ovviamente, il resto della storia è lasciato al lettore, che vorrà unirsi nei dettagli di queste pagine.

L’essenza del messaggio di Gesù

Nel racconto del suo Vangelo, Marco presenta il cuore del messaggio cristiano attraverso un incontro tra Gesù e uno scriba del tempio. Lo scriba, desideroso di conoscere la verità della vita, chiede a Gesù: "Qual è il primo, il più importante dei comandamenti della Torah?". Gesù, con la sua solita immediatezza, risponde: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi" ((cf. Mc 12,28b-34).

La dimensione dell'ascolto occupa un posto centrale nell'insegnamento di Gesù. L’ essere umano deve imparare ad "ascoltare" Dio e la sua Parola, per discernere la sua volontà e orientare le proprie azioni e i propri pensieri verso il bene. L'ascolto, in senso biblico, va ben oltre la semplice percezione uditiva poiché è strettamente legato all'empatia, la capacità di mettersi nei "panni dell'altro", di cogliere i suoi bisogni, le sue sofferenze, le sue gioie.

Come si legge nel libro dell'Esodo al capitolo 3, Dio "ascolta" il grido di oppressione di Israele e interviene per liberarlo. Questo ricorda che Dio è Uno e Unico. Non bisogna dare valore assoluto a nessuno altro se non a Lui. Al tempo di Gesù, il rischio era di cadere nel fascino del politeismo e rivolgersi ad altre divinità. Oggi, i "nuovi idoli" da cui occorre difendersi sono la smania di ricchezza, il successo a tutti i costi, il materialismo, l'influenza di personaggi che propagandano teorie e stili di vita disumanizzanti, come l'esaltazione della violenza o l'incitamento all'odio e alla discriminazione.

Amare il prossimo come se stessi: la compassione

giovedì 27 marzo 2025

Adolescenza e fede: il Giubileo come cammino di speranza e rinnovamento

L'adolescenza è una fase delicata e complessa dell'esistenza umana, caratterizzata da un "paradosso", come sostiene Massimo Amminati. È un periodo di crescita e di scoperta di sé, in cui si sceglie chi si vuole essere e cosa si vuole realizzare nella vita.  Erik Erikson sottolinea come in questa fase di transizione dall'infanzia all'età adulta, si possa essere attraversati da confusione e incertezza. I giovani, come dice Sant'Agostino, avvertono un forte senso di inquietudine, un desiderio di infinito, un bisogno di accettazione e di affermazione. Bramano di essere riconosciuti e amati, cercando di colmare il "vuoto" interiore che spesso li opprime. In questo contesto, ci si interroga sulla configurazione della proposta di fede cristiana. Papa Francesco, lo scorso 9 maggio 2024, ha indetto il Giubileo della Speranza con la bolla d'indizione "Spes non confundit". Il 24 dicembre 2024, ha inaugurato questo tempo di "Grazia e Rinnovamento della fede"con l'apertura della "Porta Santa" della Basilica di San Pietro a Roma.

Il Giubileo affonda le sue radici nella Bibbia e nella tradizione ebraica (cf. Lv 25,8-13) e fa riferimento allo yobel, ovvero un corno di montone che veniva utilizzato per richiamare i fedeli alla celebrazione dei rituali nel Tempio di Gerusalemme. Nella tradizione biblica, il Giubileo era indetto ogni cinquant’anni ed era considerato un “anno santo” in cui si poteva ricevere il perdono dei peccati, la remissione dei debiti e il riposo della terra. Era un periodo in cui i pii israeliti cercavano di recuperare il loro rapporto vitale con Dio attraverso una “riconciliazione” con se stessi, con gli altri e con la creazione.

Ciò perché l’uomo si sente pienamente realizzato solo se vive in armonia con se stesso, con gli altri e con la creazione. Le relazioni interpersonali sono fondamentali per la definizione e l’autodeterminazione di ciascuno. Per questo motivo, il cristianesimo ha sempre attribuito alla dimensione relazionale e affettiva un’importanza cruciale per uno sviluppo pieno e una costruzione solida dell’identità personale, che durante l’adolescenza prende forma e consistenza.

Pertanto, i giovani possono vedere nella celebrazione del Giubileo della Speranza un’occasione per “riscoprire” la profondità della fede e imparare a compiere “passi di speranza” sul sentiero della comprensione della vita. In tal senso, si intende promuovere un approccio di tipo esistenziale alla lettura della Bibbia per i giovani. È risaputo che la Bibbia ha permeato del suo spirito l’intera cultura occidentale, e ciò è ben evidenziato nell’opera del critico letterario

rilanciare la nuova Evangelizzazione, Nicola Di Bianco a La Nova incontra


🔤Erich Auerbach (Giustiniani)

La nova incontra. Gli eventi del Complesso monumentale di Santa Maria la nova in Napoli. Sala Margherita Lama Caputo, Domenica 30 marzo 2025

Un matematico, uno storico e due filosofi a santa Maria la Nova per discutere un nuovo libro di Nicola Di Bianco sulla “nuova evangelizzazione”.

Di Nola, Arciprete e Giustiniani, da diversi anni realizzano un Seminario su “Linguaggio e conoscenza”, che ha avuto già diverse sessioni nel Dipartimento di matematica nell’Università Salerno e nella Facoltà teologica san Tommaso di Capodimonte-Napoli. L’obiettivo è quello di pervenire, se possibile, a un linguaggio nuovo che riesca a dire in termini unitari il divino, il religioso, lo spirituale. Ora la “provocazione” della “Nuova evangelizzazione” – a cui la chiesa cattolica sta mirando dall’inizio del terzo millennio – è la leva di questo nuovo round, sotto la regia del prof. Giuseppe Reale, Direttore del Complesso monumentale di santa Maria la Nova in Napoli

Introduce Pasquale Giustiniani

Alcuni decenni fa, insieme con Filippo Toriello, pubblicammo il volume: Nuova evangelizzazione: che cosa, come. Pensato in aiuto dei catechisti e degli operatori pastorali, esso raccoglieva, e traduceva pastoralmente, un’insistente espressione del Magistero pontificio, che andava allora già configurando una vera e propria ri-definizione del primo dovere cristiano di annunciare il cosiddetto Kèrygma, che veniva, allora, comunemente descritto come nuovo nell’ardore e nuovo nel metodo.

Nicola Di Bianco, nell’orizzonte descritto, mette bene a fuoco il dato che tale novitas, particolarmente nel senso di un confronto a tutto campo con la modernità scientifica e tecnologica, risulta evidente nel Magistero di papa Francesco. Egli, dall’Autore, viene appunto, fondatamente, considerato il primo papa ad aver assunto in forma compiuta il dialogo con la modernità o postmodernità. Tutto ciò sta comportando anche un nuovo modo di configurare la Chiesa - un poliedro, piuttosto che una piramide gerarchica, un ospedale da campo piuttosto che una militanza autosufficiente -; ma pure un nuovo modo di autopercepire il primato petrino. Insomma, l’ormai tradizione espressione di “nuova evangelizzazione” implica una vera riforma della Chiesa: un dato, questo, che apparve già chiara ai padri del Concilio di Trento, alle prese con l’argine da opporre a una riforma che appariva allora come una rivoluzione. Essa è resa oggi ancora più urgente dalla situazione di rapidizzazione degli eventi (come lo stesso papa Francesco dice, con inflessione argentina), stante il fatto, come puntualmente annota Di Bianco, che il nostro tempo si caratterizza sempre più per i rapidi mutamenti e le trasformazioni. E ciò non solo negli assetti internazionali, ma anche nei costumi etici, a volte piagati da fenomeni inaspettati, come la diffusione degli abusi di ogni tipo nella Chiesa (non soltanto sessuali, ma altresì sociali, di potere…), come le vere e proprie derive delle concezioni antropologiche tradizionali, dei sistemi sociali, degli assetti internazionali, dei costumi…

Il ri-emergere dell’esigenza di una nuova evangelizzazione pone, così, la domanda centrale del libro: quale fede proporre alla persona globalizzata, tecnologizzata, singolarizzata, per superare l’impasse della transizione in atto?

Il divino linguaggio: arte e fede secondo Giustiniani

Il divino linguaggio: arte e fede secondo Giustiniani. Suoni, luci e parole

Martyrion: era detto il santo luogo segnato dalla morte di un martire. Ai tempi delle persecuzioni cruente, sui martyria cristiani si elevavano cappelle, altari. Oggi un vero e proprio Martyrion di suoni-luci-colori è la grande tela del maestro Bruno Giustiniani, dove luci, ombre e colori narrano, fondendo, ieri e oggi, nel sangue versato dai giovanetti di Chios. Il 14 aprile 1566, con una flotta imponente di ottanta galee, Kapudanpascià Pialì (o “Paoli”, come da altre fonti) arriva al porto di Chios con un sottile tradimento. chiedendo l’approdo come amici, ma, appena approdati, richiamarono il capo della Maona, il podestà Vincenzo Giustiniani, il vescovo Timoteo Giustiniani e i 12 governatori e li fecero imprigionare. Ciò non impedì che l’isola subisse un violento saccheggio: le Chiese furono tutte distrutte o convertite in Moschee.

Vincenzo Giustiniani con gli altri 12 governatori e gli altri Giustiniani più in vista furono portati a Costantinopoli. Presso l'Archivio di Stato di Genova un documento, diretto al cardinale Gian Battista Cicala (o Cigala), comunica che dall'isola di Chios, dopo la presa Ottomana del 1566, sono stati rapiti 200 ("bei") giovinetti e portati a Costantinopoli. In questi duecento, anche i "martiri Giustiniani": ventuno giovinetti tra i 12 e i 16 anni separati dai genitori, costretti ad abiurare la fede cattolica e ad arruolarsi nel corpo dei giannizzeri. In 18 furono uccisi dopo atroci torture, il 6 settembre 1566. 

Papa Pio V li avrà apprezzati, lui che non voleva essere che capo spirituale della Cristianità e perciò gli era estraneo perfino il pensiero di muover guerra contro chiunque sia. E tuttavia, toccò proprio a lui il compito di preparare la più grande battaglia navale che sia mai stata combattuta con navi a remi e, dopo lunghe trattative, si riuscì ad unire in una lega la S. Sede, la Spagna e la Repubblica veneziana. Sotto il comando di don Giovanni d'Austria, fratellastro di Filippo II, la flotta dei cristiani, dopo una eroica lotta, riuscirà a sconfiggere i Turchi a Lepanto e riportare una clamorosa vittoria il 7 ottobre 1571. 

domenica 23 marzo 2025

Perdonare e essere perdonati: un'analisi biblica e psicologica

La Quaresima è un tempo di riflessione profonda per i cristiani. In questo periodo, la Chiesa invita i fedeli a ripensare alle loro promesse battesimali e a intraprendere un percorso di purificazione interiore. Il perdono è un elemento centrale di questo cammino di rinnovamento spirituale. Ma cosa significa davvero il perdono? Come si concretizza nelle relazioni umane? E cosa ci insegna il Vangelo su questo tema?

In questo articolo, senza pretesa di esaustività, esploreremo il tema del perdono a partire dai Vangeli, eludendo una trattazione prettamente e tecnicamente esegetica. Oggi, spesso si tende a minimizzare la realtà, soprattutto nelle relazioni interpersonali. Questo atteggiamento ha conseguenze significative sulla vera essenza delle cose. Si assiste a una sorta di "coseficazione" delle relazioni, come teorizzato dal sociologo Zygmunt Bauman, che sembrano ormai dominate dalla logica del mercato, incentrata sull'utile e sul profitto. Perdonare o chiedere perdono è diventato un meccanismo quasi banale, spesso svuotato del suo significato autentico.

Gesù, in diverse occasioni, ha insegnato la necessità di perdonare senza limiti. Ogni persona è chiamata a riconoscere la propria fragilità e a rimettersi alla misericordia di Dio. Le parabole nei Vangeli rappresentano il metodo privilegiato attraverso cui Gesù trasmette il suo insegnamento, con due obiettivi specifici:

      a) rivelare la natura del Dio della Bibbia e il suo progetto di salvezza per l'umanità;

     b) definire l'essere umano e il suo ruolo all'interno di questo progetto, per poter sperimentare la sua ricchezza e i suoi benefici.

Il Vangelo propone un obiettivo finale: aiutare a vivere la propria esistenza all'interno di un orizzonte di senso possibile e pienamente realizzabile.

Comprendere il perdono, secondo la Bibbia, richiede di considerare due aspetti fondamentali: colui che offende e colui che subisce l'offesa. Chi arreca un'offesa o un torto all'altro, in un certo senso, "manca il bersaglio" omettendo un bene possibile e scegliendo deliberatamente o involontariamente il male. Per ottenere il perdono dalla vittima, chi ha commesso l'offesa deve compiere un atto di "revisione". Ciò significa che chi sbaglia deve riconoscere il male causato, pentirsi pienamente e seriamente, impegnandosi concretamente a porre rimedio all'errore commesso. È necessario dimostrare segni autentici di vero pentimento per evitare, per quanto possibile, di ripetere lo stesso errore con la stessa persona. Solo in questo contesto il perdono non viene strumentalizzato, banalizzato o svuotato del suo significato autentico.

In cosa consiste concretamente il perdono? Il perdono indica la capacità di chi ha ricevuto un'offesa o un torto di "cancellare", "estirpare" questa macchia dalla relazione in oggetto e suggerisce una piena e totale "riabilitazione" verso chi si è reso protagonista di questa mancanza o negligenza.

sabato 22 marzo 2025

Il parto anonimo. Profili giuridici e psico-sociali dopo la declaratoria di incostituzionalità


Il parto anonimo. Profili giuridici e psico-sociali dopola declaratoria di incostituzionalità.
 Stefania Stefanelli, edizioni la Valle del Tempo.

Napoli, 19 marzo 2025 Libreria Raffaello di via Kerbaker (Vomero)

I diritti della madre e del neonato: per un bilanciamento. La nuova e integrata edizione di un precedente volume (pubblicato nel 2015) ripropone oggi la questione del parto anonimo a confronto con il diritto a conoscere le proprie origini biologiche anche a fini di evitare l’incesto: difatti, nonostante la pronuncia della Corte Costituzionale del 2013, di cui si dirà tra poco, non risultano aggiornamenti legislativi che abbiano modificato l'articolo 28 della legge 184/83 in merito alla possibilità per gli adottati di conoscere le proprie origini.

Al neonato non riconosciuto devono essere assicurati specifici interventi, secondo precisi obblighi normativi, per garantirgli la dovuta protezione, nell’attuazione dei suoi diritti fondamentali. La dichiarazione di nascita resa entro i termini massimi di 10 giorni dalla nascita, permette la formazione dell’atto di nascita, e quindi l’identità anagrafica, l’acquisizione del nome e la cittadinanza. Se la madre vuole restare nell’anonimato la dichiarazione di nascita è fatta dal medico o dall’ostetrica: "La dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l'eventuale volontà della madre di non essere nominata" (DPR 396/2000, art. 30, comma 1).
L’art. 28 della Legge 2001 n. 149, aderendo a un obbligo derivante dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989 (art. 7) e della Convenzione de L’Aja sull’adozione internazionale del 1993 (art. 30), ha introdotto anche in Italia, dopo molte polemiche, il diritto dell’adottato di accedere, a certe condizioni e con certe procedure, alle informazioni concernenti l’identità dei suoi genitori biologici. Tuttavia, l’accesso a quelle informazioni non è consentito se l’adottato non è stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale. (Legge 2001 n. 149, art. 24 comma 7 - "L’accesso alle informazioni non è consentito se l’adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all’adozione a condizione di rimanere anonimo").
Pertanto, il diritto a rimanere una mamma segreta prevale su ogni altra considerazione o richiesta e ciò deve costituire un ulteriore elemento di sicurezza per quante dovessero decidere, aiutate da un servizio competente ed attento, a partorire nell’anonimato.

Itinerari biblici, prossimità e compassione: la lezione del Samaritano oggi

Gesù riprese:

«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.  Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.  Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.  Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.  Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.  Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso». (Lc 10,30-37).

Il Vangelo di Luca, redatto da Luca intorno al 75-85 d.C., aveva l'intento di fornire un resoconto accurato (cf. Lc 1,1-4) alle comunità cristiane delle origini. Luca voleva rafforzare la fede dei nuovi cristiani, che avevano appena completato il percorso di catecumenato (iniziazione cristiana). Il Vangelo si svolge all'interno della dinamica del "viaggio". Gesù svolge il suo ministero pubblico attraversando la Galilea fino a Gerusalemme. Il suo "cammino" evoca un parallelo con l'esodo: evento fondante dell'antica alleanza che vede il popolo di Israele partire dall'Egitto, attraversare il "deserto" e dirigersi verso la terra promessa, la città di Canaan.

Tutto questo ha acquisito nel tempo un valore simbolico, pedagogico ed educativo inestimabile. Nella visione biblica, l'esistenza umana è percepita come un cammino che porta l'umanità a "uscire" dalle gabbie del proprio egoismo per aprirsi agli altri. La "terra promessa" diventa la felicità e la piena realizzazione dell'uomo, un obiettivo che egli cerca costantemente e verso il quale orienta la sua vita. L’uomo è esortato dalla Parola di Dio a diventare più umano. La fede è un valido strumento affinché ogni uomo possa apprendere dei valori che lo aiutano a crescere, maturare in maniera integrale e globale.

domenica 16 marzo 2025

La filosofia di fronte all’opera di Torquato Tasso. Sorrento, convegno aperto, contributi attesi


La filosofia di fronte all’opera di Torquato Tasso (1544-1595)

Convegno del Centro per la Filosofia Italiana, in collaborazione con l’Istituto di cultura Torquato Tasso di Sorrento, programmato per il 7-8 novembre 2025, in Sorrento (Napoli), aperto a studiosi di letteratura, di filosofia, di teologia, nonché dei rapporti tra la produzione letteraria dell’insigne e noto letterato e poeta, con i diversi profili del pensiero storico-speculativo, soprattutto se italico. Saremmo lieti, nel corso delle due giornate di Convegno, che avrà prevalenti interessi di ordine storico-speculativo, di ospitare interventi e riflessioni, le cui linee progettuali dovrebbero cortesemente pervenire - entro e non oltre il prossimo 30 maggio 2025 - al Comitato organizzatore del Centro per la Filosofia italiana, all’attenzione dello scrivente (posta elettronica: pgiustiniani@libero.it; telefono: 3385299802), in vista della definitiva approvazione da parte del nostro Comitato scientifico e successivo inserimento nella Locandina del programma. 

A questo scopo, sperando di poter essere utile nell’autonoma definizione degli interessati al tema-contributo, si potrà leggere qui di seguito una nota introduttiva al Convegno, nella quale si prendono in considerazioni possibili profili storico-letterari, istanze storico-speculative, storia degli effetti letterari, filosofici e religiosi del grande sorrentino. 

Com’è noto, Tasso è un vero e proprio “genius loci” nella città di Sorrento: in un angolo di Piazza Tasso, ad incrocio tra il corso Italia e via Pietà, è, infatti, possibile ancor oggi ammirare la statua dedicata all’omonimo poeta sorrentino, celebre per la sua produzione e, in particolare, per il suo poema epico.

Grato per l’attenzione, 

Prof. Pasquale Giustiniani 

(delegato dal Presidente del Centro per la Filosofia Italiana) 

telefono: 3385299802 

indirizzo di posta elettronica: pgiustiniani@libero.it 

sabato 15 marzo 2025

un marzo di scrittrici resilienti, questo del Books&Museum

sala Margherita Lama Caputo in S. M. la Nova (NA)

Questa di marzo è la sessione di Books&Museum dedicata alle autrici e scrittrici de La Valle del tempo.

Marzo di scrittrici resilienti, 23 marzo 2025

Donne resilienti nelle pagine de la Valle del Tempo.

La tornata di Books and Museum esamina oggi alcuni prodotti letterari e artistici di Autrici di donne; e lo fa esplicitamente nel mese di marzo, anche per ricordare particolarmente la Giornata Nazionale della donna: celebrata per la prima volta il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti per iniziativa del Partito Socialista Americano, si scelse questa data in memoria dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che, l'anno prima, avevano rivendicato con forza migliori condizioni di lavoro.

I testi di cui oggi parliamo nella tornata domenicale di Books and Museum, raccontano motivi, storie, incentivi femminili e maschili per una reazione meditata di fronte agli effetti negativi dell’esistenza e delle relazioni umane.

Guardando a Emily Dickinson, Stella Grillo ha cantato:

Ci abituiamo al buio
quando la luce è spenta;
dopo che la vicina ha retto il lume
che è testimone del suo addio,

per un momento ci muoviamo incerti
perché la notte ci rimane nuova,
ma poi la vista si adatta alla tenebra
e affrontiamo la strada a testa alta.

Così avviene con tenebre più vaste –
quelle notti dell’anima
in cui nessuna luna ci fa segno,
nessuna stella interiore si mostra

mercoledì 12 marzo 2025

tra filosofia e politica, l'eredità di Gioberti

Il 13 marzo 2025 si terrà a Roma il convegno "Tra filosofia e politica: l'eredità di Vincenzo Gioberti (1801-1852)", organizzato dal Dipartimento di Scienze umane dell'Università degli Studi "Guglielmo Marconi" in collaborazione con altre istituzioni accademiche e culturali. L'evento avrà luogo presso la Sala Giulio Cesare, situata in Via Vittoria Colonna 11, con inizio alle ore 9:30.

     Il convegno si concentrerà sulla prospettiva filosofico-politica di Vincenzo Gioberti e sulla ricezione del suo pensiero nel Novecento. Tra i relatori figurano:
  • Tommaso Valentini (UniMarconi)
  • Andrea Gentile (UniMarconi)
  • Paolo Armellini ("La Sapienza" Università di Roma)
  • Hervé A. Cavallera (Università del Salento)
  • Pasquale Giustiniani (Pontificia Facoltà di Teologia per l’Italia Meridionale)
  • Flavia Silli (Pontificia Università Lateranense)
  • Vincenzo Parisi (Rosmini Institute – Philosophical Research Center)
  • Giacomo Gaiotti (UniMarconi)

Le prime due sessioni del convegno saranno moderate da Paloma Brook (UniMarconi) e Alberto Garzoni (Presidente dell'Associazione culturale Vincenzo Gioberti – Keble College, University of Oxford).    

La partecipazione all'evento è gratuita e aperta al pubblico. Per coloro che non possono essere presenti fisicamente, sarà possibile seguire la diretta streaming anche qui alla pagina di "scenari futuri" Blog del prof. Giustiniani:
 
 
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare la pagina ufficiale dell'evento sul sito dell'Università degli Studi "Guglielmo Marconi": unimarconi.it

Chi e che cosa farsi perdonare, quaresimali on line per IdR


Dalla perdonanza al perdono Giubilare. Quaresimali online per insegnanti di religione

Chi e che cosa farsi perdonare.
 
Meditazione per il Gruppo Idr in uscita, venerdì 21 marzo 2025, ore 20.45)

Papa Francesco, nella Bolla d’indizione del primo Giubileo del terzo millennio, ricordava esplicitamente «la grande “perdonanza” che San Celestino V volle concedere a quanti si recavano nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, nei giorni 28 e 29 agosto 1294, sei anni prima che Papa Bonifacio VIII istituisse l’Anno Santo. La Chiesa già sperimentava, dunque, la grazia giubilare della misericordia»1 . Fu, infatti, san Celestino quinto, con la Bolla Inter sanctorum solemnia, detta anche «Perdonan­za», a concedere la prima indulgenza plenaria, di tipo “giubilare”, a tutti i fedeli che visitassero la chiesa di S. Maria di Collemaggio a l’Aquila, dai Vespri precedenti la memoria della de­collazione di s. Giovanni Battista - 28 agosto - ai Vespri della successiva medesima festa, 29 agosto. Di lì a pochi mesi, in Napoli, divenuta città pontificia per la presenza del nuovo Papa, Celestino V abdicherà. Anche se la «Perdonanza» di Pietro da Morrone sarà presto abrogata da papa Bonifacio VIII, il 18 agosto 1295, Bonifacio se ne farà comunque ispirare per l’istituzione dei Giubilei, sospendendo tutte le Bolle emesse dal predecessore, e stabilendo di far celebrare il primo Giubileo universale, appunto, il 25 marzo 1300, con cadenza allora prevista ogni 100 anni.
 
“Recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta”: sono alcune delle parole/motivazione dell’abdicazione di papa Celestino quinto, che sembra quasi volersi far perdonare l’accettazione consapevole del papato: bisognava, insomma, recuperare al più presto la consolazione della vita di prima, la vita da eremita: ogni richiesta di perdono, ieri come oggi, è funzionale al ritorno a una precedente vita beata, vita di luce e di beatitudine. Per l’ex Pietro da Morrone si trattava del recupero di una vita il cui modello non furono soltanto i padri del deserto, ma proprio Giovanni Battista, che la Bolla celestiniana della perdonanza additava esplicitamente come “voce degli Apostoli”. Anche noi, specialmente in questo tempo frenetico e turbolento, in cui restiamo da soli patologicamente, come gli hichikomori, dobbiamo imparare a fare deserto, senza avere paura di restare soli in senso spirituale.
 
Secondo la verità delle fonti storiche, Pietro Angelerio da Morrone, penultimo di dodici figli, presto orfano di padre, è avviato dalla madre agli studi ecclesiastici. Attratto dalla vita monastica, entra nell’Ordine benedettino. A 24 anni diviene presbitero, ma presto sceglie la vita eremitica sul Monte Morrone, in Abruzzo. Preghiera, penitenza e digiuno scandiscono le sue giornate. Attratti da lui, in tanti lo seguono: presto nasce, con l’approvazione di Urbano IV, il primo nucleo degli Eremiti della Maiella. In Europa si diffonde la fama di Pietro da Morrone come uomo di Dio e a lui accorrono da ogni dove per ottenere consiglio e guarigioni. A tutti indica la conversione del cuore come via per la pace, in un momento storico dilaniato da tensioni, conflitti - anche interni alla Chiesa - e pestilenze. La fama dell’eremita, noto per i miracoli e l’integra condotta spirituale, portano, i pochi cardinali elettori dell’epoca a individuare proprio in lui il candidato ideale per il superamento dello stallo. Raggiunto nella spelonca in Maiella da una delegazione di prelati, Pietro in un primo momento rifiuta l’elezione a sommo Pontefice; poi comprende che è Dio a chiamarlo a una responsabilità tanto alta. Tuttavia, respinge l’invito dei cardinali a raggiungere Perugia e, il 29 agosto 1294, memoria di San Giovanni Battista, scortato da re Carlo d’Angiò si reca a L’Aquila seduto su un asino, per ricevere la tiara papale nella grande chiesa di Santa Maria a Collemaggio, da lui eretta qualche anno prima.

sabato 8 marzo 2025

L’idea di persona in prospettiva interculturale e interreligiosa

Evento organizzato da Persona al centro, Associazione per la Filosofia della Persona. Un’occasione per approfondire la questione della persona attraverso le tradizioni culturali e religiose del mondo. 

La persona quale “prospettiva delle prospettive”, assumendola nell’insieme delle sue componenti spirituali, materiali, razionali, emozionali e nella capacità di generare legami comunitari. Occorre riprendere a “pensare la persona” in una fase storica nella quale si riscontra una forte pluralità d’interpretazioni che esige un adeguato discernimento del concetto stesso di persona e della sua dignità, così da non svuotarne il significato fino al suo appiattimento in un naturalismo riduttivo.

Lo scorso convegno dell'Associazione "Persona al centro", tenutosi presso il Centro Maria Immacolata a Roma, ha offerto un'importante occasione di riflessione sulla nozione di persona in una prospettiva transculturale. Il tema, particolarmente rilevante nel contesto attuale segnato da tensioni globali, è stato approfondito sotto la presidenza di Claudio Ciancio.

Vittorio Possenti ha ricordato che l'Associazione "Persona al centro" ha posto da due anni la questione della persona come tema di grande rilievo filosofico, metafisico e teologico. In particolare, ci si è interrogati sulla possibilità di rintracciare analogie tra la nozione cristiana di persona e altre tradizioni religiose, e sui riflessi che tale concetto può avere in un contesto di pluralismo religioso.

Claudia Caneva ha affrontato il tema della "deterritorializzazione" dei termini filosofici, evidenziando come il concetto di persona venga declinato in modi non sempre comparabili nelle diverse culture del mondo, pur mantenendo una costante antropologica universale.

Un docente originario del Benin, Mahougnon Venance Sinsin attualmente insegnante al Salesianum di Roma, ha portato un contributo prezioso sulla tradizione africana, ponendo la questione dell'esistenza di una cultura "negroafricana" unitaria. Ha sottolineato come l'etnografia abbia spesso frammentato la comprensione di questa cultura, parlando in termini di tribù e clan, mentre in realtà si possono distinguere almeno quattro grandi civiltà afro-discendenti, tra cui una afro-americana e un'altra afro-egiziana. Aprirsi alle più antiche saggezze del continente africano, ha affermato il docente, è fondamentale per una reale comprensione interculturale.

giovedì 6 marzo 2025

Le dinamiche del perdono (Cf. Lc 19,1-10)

Il 9 maggio 2024, in occasione della celebrazione dell’Ascensione del Signore, Papa Francesco ha promulgato, in forma solenne, la bolla di indizione del Giubileo 2025, intitolata: “Spes non Confundut”. Con questo documento, il Papa invita la Chiesa e la società a prendere coscienza della Speranza cristiana.

In questo contesto, Papa Francesco sottolinea l'importanza di rendere concreta la speranza nella società del terzo millennio, raggiungendo le “periferie esistenziali” e opponendosi alla cultura dello scarto. Attraverso “segni concreti”, si propone di rendere tangibile la speranza della fede, per affrontare la complessità del reale con un forte senso di responsabilità. Francesco ha utilizzato il “viaggio” come una metafora suggestiva per descrivere il cammino dell’uomo verso le fonti della vera speranza: l’incontro con Dio.  Immaginati di entrare in un mondo di fede e speranza, dove la Parola di Dio si fa viva e vibrante. In questo viaggio nel Vangelo secondo Luca, ci addentreremo nella storia di Zaccheo (Luca 19,1-10), un uomo inaspettatamente toccato dalla grazia divina. Scopriremo insieme come la sua esperienza possa illuminare la nostra vita di fede e aiutarci a comprendere la potenza della Parola di Dio nel mondo di oggi.

Il Vangelo secondo Luca, il terzo dei Vangeli sinottici, si distingue per il suo stile elegante e la sua prospettiva teologica unica. Scritto probabilmente tra il 75 e l'85 d.C., si rivolge a una comunità cristiana delle origini, composta da convertiti dal paganesimo. Luca, un giudeo della diaspora, padroneggiava il greco e usava un linguaggio preciso, tipico del suo background medico.

Il suo racconto, che comprende anche il libro degli Atti degli Apostoli, è il frutto della sua amicizia e collaborazione con San Paolo apostolo (cfr. Col 4,14; 1Tm 4,9-11). Luca scrisse il suo Vangelo per offrire alla sua comunità un resoconto accurato e dettagliato della vita e dell'opera di Gesù, fornendo ai credenti una solida base per gli insegnamenti che avevano appreso. L'evangelista in questione pone grande attenzione alla dimensione storica, inserendo il mistero dell'Incarnazione di Gesù nel contesto della storia della salvezza. Utilizza la genialogia, un genere letterario tipico della tradizione biblica, per dimostrare che Gesù è il compimento della promessa divina fatta ad Abramo. Dio non ha tradito le speranze del suo popolo e ha inviato il suo Figlio per realizzare la Redenzione, aprendo le porte del cielo al popolo di Israele e, attraverso di esso, a tutta l'umanità. L'evangelista sottolinea come, in Gesù, Dio intende incontrare l'uomo e donargli la sua infinita misericordia. Il Vangelo secondo Luca si distingue per la sua enfasi sull'amore e la tenerezza di Dio, che si manifestano negli incontri diretti di Gesù con le persone del suo tempo. Gesù, itinerante predicatore, annuncia il Regno di Dio dalla Galilea alla Giudea, rendendolo tangibile attraverso "segni straordinari": guarigioni, esorcismi, perdono, riconciliazione, persino il controllo della natura e la resurrezione dei morti. 

nella scia della Calino: memorie del silenzio. Giovanni Di Trapani

Giovanni Di Trapani, Nella scia della Calino: memorie del Silenzio. Ricerca storica romanzata: un racconto della disavventura della motonave mercantile Calino, Guida editori, Napoli 2024, pp. 192

Esperto di unità navali e di storia della marina - storia importante soprattutto a seguito del Regio Decreto n. 1483 del 5 settembre 1943, che classificava in nove principali categorie le navi da guerra (cfr. Legenda alle pp. 187-192 del libro) -, ecco che Giovanni Di Trapani - quasi dando corpo a un desiderio, anzi a un voto dei marinai Oreste (croce al valor militare nel 1941) e Nicola, che avevano entrambi giurato di portare avanti il ricordo della Calino (cfr. p. 123; Scheda tecnica alle pp. 167-170) -, ci regala un avvincente racconto romanzato - come promette, e mantiene, il sottotitolo di questo libro. L’Autore quasi lo dipinge quel ricordo, nel corso della narrazione intensa, in un orizzonte storico chiaro e documentato (ricostruito narrativamente anche sulla base del Diario di bordo (pp. 171-175).

martedì 4 marzo 2025

La Parabola del Seminatore (Cf. Mt 13,1-23): accoglienza e prossimità nel mondo di oggi

 

La Parabola del Seminatore (Cf. Mt 13,1-23): Accoglienza e Prossimità nel Mondo di Oggi

Il Vangelo secondo Matteo, uno dei quattro Vangeli canonici del Nuovo Testamento, è stato redatto con molta probabilità intorno al 70 d.C.. Le teorie sulla sua datazione sono molteplici e spesso discordanti tra gli studiosi. Si ritiene che il testo, così come lo conosciamo oggi, sia il risultato di una redazione che ha raccolto una versione ebraica precedente, assemblandola con materiale proveniente dalla fonte Q e dalla redazione di Marco.

Tradizionalmente, questo Vangelo è stato attribuito all'Apostolo Matteo Levi, ma oggi molti studiosi considerano questa attribuzione poco plausibile. L'autore del Vangelo è presumibilmente un giudeo convertitosi al cristianesimo, il cui scritto è rivolto a una comunità ebraica.

Un aspetto distintivo del Vangelo di Matteo è la sua ricchezza di citazioni dall'Antico Testamento, il che lo rende particolarmente significativo per la comprensione delle radici ebraiche del cristianesimo.

Inoltre, è importante notare che il Vangelo secondo Matteo ha avuto una notevole rilevanza nella Chiesa antica, non incontrando difficoltà nell'essere inserito nel canone ufficiale delle Sacre Scritture, sancito definitivamente dal Concilio di Trento (1545-1563). Questo successo è attribuibile al suo stile catechistico, che si presta bene alle omelie e alla preparazione dei neofiti per i Sacramenti dell'iniziazione cristiana, alla predicazione e all’annuncio del kerygma. Le parole di Matteo, come un fiume in piena, trasportano il lettore in un viaggio di fede, illuminando il cammino verso la salvezza.

Una possibile struttura del testo la apprendiamo dal commento del noto biblista Ernesto Borghi: "Il Cuore della Giustizia, Vivere il Vangelo secondo Matteo, Paoline Editoriale Libri (1 settembre 2001), pp. 278". Il Vangelo si articola in due parti principali, come un mosaico sapientemente composto:

 

      Cinque discorsi di Gesù (Cf. cc. 5-7;10;13;18;23-25), che risuonano come parole di fuoco, illuminando la via da seguire.

      Narrazione degli eventi della sua vita(Cf.cc.1-4;8-9;11-12;14-17;19-22;26-28), che ci trasporta in un viaggio ricco di emozioni e di insegnamenti.

Corrado Ocone, il non detto della libertà

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