La persona quale “prospettiva delle prospettive”, assumendola nell’insieme delle sue componenti spirituali, materiali, razionali, emozionali e nella capacità di generare legami comunitari. Occorre riprendere a “pensare la persona” in una fase storica nella quale si riscontra una forte pluralità d’interpretazioni che esige un adeguato discernimento del concetto stesso di persona e della sua dignità, così da non svuotarne il significato fino al suo appiattimento in un naturalismo riduttivo.
Lo scorso convegno dell'Associazione "Persona al centro", tenutosi presso il Centro Maria Immacolata a Roma, ha offerto un'importante occasione di riflessione sulla nozione di persona in una prospettiva transculturale. Il tema, particolarmente rilevante nel contesto attuale segnato da tensioni globali, è stato approfondito sotto la presidenza di Claudio Ciancio.
Vittorio Possenti ha ricordato che l'Associazione "Persona al centro" ha posto da due anni la questione della persona come tema di grande rilievo filosofico, metafisico e teologico. In particolare, ci si è interrogati sulla possibilità di rintracciare analogie tra la nozione cristiana di persona e altre tradizioni religiose, e sui riflessi che tale concetto può avere in un contesto di pluralismo religioso.
Claudia Caneva ha affrontato il tema della "deterritorializzazione" dei termini filosofici, evidenziando come il concetto di persona venga declinato in modi non sempre comparabili nelle diverse culture del mondo, pur mantenendo una costante antropologica universale.
Un docente originario del Benin, Mahougnon Venance Sinsin attualmente insegnante al Salesianum di Roma, ha portato un contributo prezioso sulla tradizione africana, ponendo la questione dell'esistenza di una cultura "negroafricana" unitaria. Ha sottolineato come l'etnografia abbia spesso frammentato la comprensione di questa cultura, parlando in termini di tribù e clan, mentre in realtà si possono distinguere almeno quattro grandi civiltà afro-discendenti, tra cui una afro-americana e un'altra afro-egiziana. Aprirsi alle più antiche saggezze del continente africano, ha affermato il docente, è fondamentale per una reale comprensione interculturale.
Un altro intervento significativo è stato quello di un professore indiano Scaria Thuruthiyl, con esperienza di insegnamento a Calcutta e a Roma presso i Salesiani. Egli ha evidenziato come, storicamente, l'atteggiamento dell'Occidente e della Chiesa verso la cultura indiana sia stato caratterizzato da una visione dogmatica, spesso escludente nei confronti delle formulazioni linguistiche e concettuali dell'Oriente. In questo contesto, ha sottolineato l'importanza di un approccio dialogico piuttosto che comparativo.
Il concetto di persona, ha spiegato, non è esclusivamente occidentale ma si ritrova anche nella ricca tradizione testuale dell'induismo, che comprende i quattro Veda. Ha citato Ramanija, considerato il "San Tommaso" dell'induismo, il quale ha sviluppato una visione della divinità in cui corpo e anima si armonizzano. Secondo la filosofia vedica, Brahman è al tempo stesso l'anima suprema e l'anima minima, così come ogni goccia d'acqua fa parte dell'oceano. Questa visione, esposta nelle Upanishad, risulta coerente con molte concezioni dell'uomo presenti nelle filosofie occidentali.
Il convegno ha dunque rappresentato un momento di confronto significativo, dimostrando come il concetto di persona possa essere un ponte tra culture e religioni diverse, promuovendo un autentico dialogo interculturale.
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