Nel racconto del suo Vangelo, Marco presenta il cuore del messaggio cristiano attraverso un incontro tra Gesù e uno scriba del tempio. Lo scriba, desideroso di conoscere la verità della vita, chiede a Gesù: "Qual è il primo, il più importante dei comandamenti della Torah?". Gesù, con la sua solita immediatezza, risponde: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi" ((cf. Mc 12,28b-34).
La dimensione dell'ascolto occupa un posto centrale
nell'insegnamento di Gesù. L’ essere umano deve imparare ad "ascoltare" Dio e la sua Parola,
per discernere la sua volontà e orientare le proprie azioni e i propri pensieri
verso il bene. L'ascolto, in senso biblico, va ben oltre la semplice percezione
uditiva poiché è strettamente legato all'empatia, la capacità di mettersi nei "panni
dell'altro", di cogliere i suoi bisogni, le sue sofferenze, le sue gioie.
Come si legge nel libro dell'Esodo al capitolo 3, Dio "ascolta" il grido di oppressione
di Israele e interviene per liberarlo. Questo ricorda che Dio è Uno e Unico.
Non bisogna dare valore assoluto a nessuno altro se non a Lui. Al tempo di
Gesù, il rischio era di cadere nel fascino del politeismo e rivolgersi ad altre
divinità. Oggi, i "nuovi idoli" da cui occorre difendersi sono la
smania di ricchezza, il successo a tutti i costi, il materialismo, l'influenza
di personaggi che propagandano teorie e stili di vita disumanizzanti, come
l'esaltazione della violenza o l'incitamento all'odio e alla discriminazione.
Amare il prossimo come
se stessi: la compassione
"Amare il prossimo
come se stessi" significa imparare e sviluppare la compassione. Gesù
indica allo scriba i tre pilastri del Cristianesimo: ascoltare Dio e i bisogni degli altri, essere accoglienti; riconoscere
nel Dio della Rivelazione giudeo-cristiana il fondamento della propria vita;
amare gli altri senza condizioni.
Lo scriba, nel suo "qui ed ora", è vicino a realizzare
il Regno di Dio, a renderlo tangibile attraverso il suo modo di essere e di
agire. Allo stesso modo, i credenti di oggi sono invitati a fare propria questa
"logica" e a metterla in pratica. Sulla base di queste acquisizioni,
ci si potrebbe chiedere concretamente quale sia il campo di operatività di tali
insegnamenti nella vita quotidiana. Spesso si immagina che annunciare la fede
significhi trasferirsi all'estero, fare del bene solo agli stranieri, mentre si
litiga con il vicino di casa o, peggio ancora, si predica la pace e si coltiva
il rancore in famiglia.
Gesù chiede di
"calare" i suoi insegnamenti nel proprio vissuto quotidiano,
iniziando proprio dalle persone più vicine. In famiglia, sul lavoro, nella
propria squadra sportiva, tra amici e conoscenti. Nella presente riflessione
non si vuole ridurre il Vangelo ad una serie di esortazioni parenetiche e
moraleggianti, ma si tenta di porre in evidenza la radicalità, la semplicità e
la chiarezza degli insegnamenti di Gesù: Il Maestro divino invita ad evitare di coltivare e praticare
una religiosità vuota e sterile che limiti la sua funzione solo all'apparenza.
Il Vangelo insegna che bisogna dare il giusto peso alla dimensione dell'essere
più che limitarsi alla sola dimensione dell'apparire.
Giuseppe Lubrino (IdR)
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