L'adolescenza è una fase delicata e complessa dell'esistenza umana, caratterizzata da un "paradosso", come sostiene Massimo Amminati. È un periodo di crescita e di scoperta di sé, in cui si sceglie chi si vuole essere e cosa si vuole realizzare nella vita. Erik Erikson sottolinea come in questa fase di transizione dall'infanzia all'età adulta, si possa essere attraversati da confusione e incertezza. I giovani, come dice Sant'Agostino, avvertono un forte senso di inquietudine, un desiderio di infinito, un bisogno di accettazione e di affermazione. Bramano di essere riconosciuti e amati, cercando di colmare il "vuoto" interiore che spesso li opprime. In questo contesto, ci si interroga sulla configurazione della proposta di fede cristiana. Papa Francesco, lo scorso 9 maggio 2024, ha indetto il Giubileo della Speranza con la bolla d'indizione "Spes non confundit". Il 24 dicembre 2024, ha inaugurato questo tempo di "Grazia e Rinnovamento della fede"con l'apertura della "Porta Santa" della Basilica di San Pietro a Roma.
Il Giubileo affonda le
sue radici nella Bibbia e nella tradizione ebraica (cf. Lv 25,8-13) e fa
riferimento allo yobel, ovvero un
corno di montone che veniva utilizzato per richiamare i fedeli alla
celebrazione dei rituali nel Tempio di Gerusalemme. Nella tradizione biblica,
il Giubileo era indetto ogni cinquant’anni
ed era considerato un “anno santo” in cui si poteva ricevere il perdono dei
peccati, la remissione dei debiti e il riposo della terra. Era un periodo in
cui i pii israeliti cercavano di recuperare il loro rapporto vitale con Dio
attraverso una “riconciliazione” con se stessi, con gli altri e con la
creazione.
Ciò perché l’uomo si
sente pienamente realizzato solo se vive in armonia con se stesso, con gli
altri e con la creazione. Le relazioni interpersonali sono fondamentali per la
definizione e l’autodeterminazione di ciascuno. Per questo motivo, il
cristianesimo ha sempre attribuito alla dimensione relazionale e affettiva
un’importanza cruciale per uno sviluppo pieno e una costruzione solida
dell’identità personale, che durante l’adolescenza prende forma e consistenza.
canadese Northrop Frye: “Il Grande Codice. Bibbia e Letteratura, Vita e Pensiero” (4
ottobre 2018, pp. 319). Le parabole nei Vangeli sono particolarmente significative in questo ambito perché interrogano profondamente i destinatari
sulle loro scelte di vita. Attraverso un
linguaggio tratto dalla vita quotidiana, Gesù usa le parabole come metodo
privilegiato per trasmettere il suo insegnamento su Dio e sull'uomo.
Il cuore del messaggio
evangelico è accogliere Dio nella
persona di Gesù e lasciarsi guidare
dai suoi insegnamenti d'amore, pace e riconciliazione. Il Vangelo secondo Marco, come
attesta il noto biblista Claudio Doglio, è stato redatto probabilmente a Roma
tra il 65 e il 67 d.C. da Giovanni Marco, discepolo e collaboratore degli Apostoli
Pietro e Paolo. Marco, in quanto discepolo di Pietro e Paolo, si inserisce
perfettamente nel contesto romano del suo tempo.
Marco redige con uno stile molto "immediato" e
"dinamico" il suo racconto, che si presta bene ad avvicinare alla
fede e alla figura di Gesù.
Come si può apprendere all’interno della parabola della
"lucerna (cf. Mc 4,21-23)"
Gesù invita i giovani a scoprire i propri talenti, a coltivarli e a
curarli, così da farli fruttificare:
Diceva loro [Gesù]: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!». (Cf. Mc 4,21-23).
Molti giovani oggi soffocano i propri talenti, nascondendoli e perfino "svendendoli". L'insicurezza li attanaglia, impedendogli di credere nelle proprie capacità e di coltivare i propri sogni. La speranza per il futuro sembra essere stata loro rubata, soffocata da una cultura che non li incoraggia a inseguire, a conoscere e a realizzare i propri ideali. In un mondo sempre più complesso, dove il relativismo e il materialismo imperano, i giovani si trovano spesso disorientati e confusi. La pressione sociale, il timore del giudizio e la paura di essere diversi li spingono verso un conformismo di massa, soffocando le loro aspirazioni più profonde. I giovani di oggi affrontano sfide complesse, come l'influenza dei social media, l'ansia legata alle performance e l'incertezza sul futuro. La Chiesa, con la Parola di Gesù e i Sacramenti, offre una luce di speranza. È un luogo dove i giovani possono trovare un senso alla vita, riscoprire la propria identità e imparare a costruire il proprio cammino.
Come un'oasi nel deserto, la Chiesa invita i giovani a
riscoprire la bellezza di inseguire i propri sogni, di immaginare un futuro
possibile, di non temere di essere diversi. La Chiesa, insieme alla scuola e a
tutti gli adulti di buona volontà, deve essere attenta a questo bisogno di
autenticità e di libertà.
Cristo ha vinto la morte e ha aperto la porta a un futuro
pieno di speranza. In questo tempo di grazia, durante la Quaresima e in
preparazione alla Pasqua, è importante imparare a nutrirsi della Parola di Dio,
a lasciarsi guidare dalla sua luce cosi da sviluppare la propria umanità in
pienezza.
Giuseppe Lubrino (IdR)
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