sabato 10 giugno 2023

Sic et non, visioni difformi del mondo. Fede e ragione, un rapporto impossibile?

"Sì e no", spesso le questioni non sono né completamente vere, né completamente false, ma piuttosto, hanno molteplici sfaccettature, diverse posizioni e prospettive divergenti.

Sic et non, una riflessione circa la complessità della realtà, sulla relatività del vero e la necessità di considerare più punti di vista per affrontare le questioni.

Con le visioni difformi del mondo, si vogliono prendere in esame le diverse percezioni che le persone possono avere su un determinato tema, in ragione dell'educazione, dell'esperienza e dei valori che portano con sé. Da qui, i molteplici modi nel quale può essere visto il rapporto tra fede e ragione anche se comunemente la fede e la ragione sono considerate due entità separate e incompatibili. Da un lato, la fede è spesso associata a credenze e pratiche religiose fondate sull'esperienza personale o la tradizione, ma che possono anche essere considerate irrazionali o anti-scientifiche da alcuni; d'altra parte, la ragione è generalmente considerata come il processo di pensiero razionale e metodico proprio della scienza e della filosofia, che si basano sulla valutazione critica delle prove e della logica. Tuttavia, alcuni filosofi e teologi hanno cercato di trovare un modo per integrare la fede e la ragione, affermando entrambe possono coesistere e anche arricchirsi reciprocamente. Per esempio, Tommaso d'Aquino, un filosofo e teologo del XIII secolo, ha formulato la sua teoria della Teologia Naturale, sostenendo che la ragione umana può comprendere l'esistenza di Dio e la sua creatività attraverso l'osservazione della natura. Numerosi sono i pensatori anche moderni, che suggeriscono come la fede e la ragione possono interagire vicendevolmente nella ricerca della verità. La razionalità stessa può servirsi della fede in Dio come "base epistemica". In definitiva, il rapporto tra fede e ragione può essere complesso e controverso, ma può anche essere visto come un tema di indagine e riflessione per diverse discipline e tradizioni di pensiero.

Relazione del prof. Giustiniani (testo)


Fede e ragione oppure Fede o ragione?

..Fides et ratio. Come riconosceva anche l’enciclica Fides et ratio (1998) di Giovanni Paolo II, lo studio della filosofia e della portata speculativa (quindi anche etica e scientifica) della visione religiosa cristiana vede oggi una certa disaffezione, non soltanto tra i filosofi e gli scienziati di professione, ma perfino tra i pensatori, filosofi ed i teologi, di orientamento cristiano: «In primo luogo», così il Santo Papa, «è da registrare la sfiducia nella ragione che gran parte della filosofia contemporanea manifesta, abbandonando largamente la ricerca metafisica sulle domande ultime dell’uomo, per concentrare la propria attenzione su problemi particolari e regionali, talvolta anche puramente formali» (n. 16). Tuttavia, rispetto a certi luoghi comuni, fidando nell’aiuto della riflessione morale e, soprattutto superando la configurazione di un soggetto umano che pretenda di farsi assoluto, osando cioè di sapere fino all’eccesso, anche di fronte all’Oggetto immenso, si potrebbe scoprire che proprio la visione religiosa, in primo luogo quella cristiana, piuttosto che “opinione di parte” ha forse i titoli per esibirsi anche come argomentazione sensata e fruibile, addirittura come vera e propria possibile integrazione rispetto allo scomporsi irrimediabile in soggetti molteplici, in una parabola forzosamente decadente, che innalza divieti di accesso a mondi qualificati, di per sé appunto perché religiosi e “dogmatici”, dal buio del mistero impervio...

Quando inizia la vita e chi ne governa l’inizio? 
..È, tuttavia, possibile spostare più oltre il dibattito, quasi ri-configurando l’antica controversia fra evoluzione e creazione, ovviamente sullo specifico plesso di temi bioetici. Non è perciò un caso che, agli esordi del terzo millennio, addirittura la Commissione Teologica Internazionale (un organismo della santa sede vaticana) si sia sentita in dovere d'intervenire nell'attuale dibattito scientifico, bioetico ed epistemologico sugli inizi della vita, a seguito, appunto, di quella che abbiamo già chiamato “accelerazione antropica”, impressa ai nuovi ritmi evolutivi da parte delle biotecnologie della vita nascente e, più ampiamente, dalla medicina della procreazione. Il tutto nell'ottica, finemente teologica, di voler conciliare la radicale contingenza dei meccanismi evolutivi e dell'ordine cosmico - se pensati alla luce di un criterio soltanto evolutivo -, con la tradizionale teoria della Provvidenza divina - se pensata soltanto alla luce di un atto intenzionale causale del Creatore -, anche nel momento della paternità maternità responsabile, o nella gestione di nuove vite, di cui nel frattempo si sono “impadroniti” quei peculiari acceleratori dell’evoluzione che sono, per esempio, i produttori di cloni...

Scienza e tecnica o tecnoscienza? Quali i limiti e chi li pone?
..nella frontiera più avanzata in cui oggi si va compiendo una vera e propria sintesi tra biologia e tecnologia, qual è appunto l’insieme degli studi e applicazioni neuroscientifici e neuroetici, relativi alle diverse attività mentali e spirituali della persona umana e ai loro riverberi sul sistema sociale e giuridico . Un esito, questo delle tecnoscienze, che a sua volta segue, attraverso le varie declinazioni del cosiddetto postumanesimo e transumanesimo, la stagione di una certa enfasi nella riflessione sul corpo umano inteso transumanisticamente, ovvero come corpo-tecnologico o tecnologia-corporea, non solo biologico-intellettivo. In definitiva, siamo nella vera e propria nuova era, aperta da quello che Jeremy Rifkin ha coloritamente denominato il “secolo biotech”), se il Novecento è apparso già ad alcuni assai “breve”, in questi decenni del terzo millennio sembra addirittura imminente la fine di tutta una sensibilità antropica tradizionale...



Videonola Notizie- presentazione della XXVIII edizione del Premio Cimitile 2023



Crocevia di genti e culture, l’agro nolano ci restituisce una singolare testimonianza di storia, archeologia e spiritualità nella quale il tempo si è fermato per offrire allo sguardo incantato un quadro ricco e completo di dettagli. L’eccezionale ricchezza dei monumenti e il valore storico-religioso del complesso delle Basiliche paleocristiane che ospiteranno il Premio Cimitile e tra numerosi altri appuntamenti, il convegno sic et non, visioni difformi del mondo, rappresenta una delle più importanti testimonianze dell’Occidente cristiano, come ricorda S. Agostino. Lo straordinario fascino del luogo è determinato dalla presenza di ben sette edifici di culto sorti intorno alla tomba del sacerdote San Felice, sepolto nella necropoli a nord di Nola verso la fine del III secolo


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