Il 9 maggio 2024, in occasione della celebrazione dell’Ascensione del Signore, Papa Francesco ha promulgato, in forma solenne, la bolla di indizione del Giubileo 2025, intitolata: “Spes non Confundut”. Con questo documento, il Papa invita la Chiesa e la società a prendere coscienza della Speranza cristiana.
In questo contesto,
Papa Francesco sottolinea l'importanza di rendere concreta la speranza nella
società del terzo millennio, raggiungendo
le “periferie esistenziali” e
opponendosi alla cultura dello scarto. Attraverso “segni concreti”, si propone di rendere tangibile la speranza della
fede, per affrontare la complessità del reale con un forte senso di
responsabilità. Francesco ha utilizzato il “viaggio” come una metafora
suggestiva per descrivere il cammino dell’uomo verso le fonti della vera
speranza: l’incontro con Dio. Immaginati di entrare in un mondo di fede e
speranza, dove la Parola di Dio si fa viva e vibrante. In questo viaggio nel
Vangelo secondo Luca, ci addentreremo nella storia di Zaccheo (Luca 19,1-10),
un uomo inaspettatamente toccato dalla grazia divina. Scopriremo insieme come
la sua esperienza possa illuminare la nostra vita di fede e aiutarci a
comprendere la potenza della Parola di Dio nel mondo di oggi.
Il Vangelo secondo Luca, il terzo dei Vangeli sinottici, si
distingue per il suo stile elegante e la sua prospettiva teologica unica.
Scritto probabilmente tra il 75 e l'85 d.C., si rivolge a una comunità cristiana
delle origini, composta da convertiti dal paganesimo. Luca, un giudeo della
diaspora, padroneggiava il greco e usava un linguaggio preciso, tipico del suo background medico.
Il suo racconto, che comprende anche il libro degli Atti
degli Apostoli, è il frutto della sua amicizia e collaborazione con San Paolo
apostolo (cfr. Col 4,14; 1Tm 4,9-11). Luca scrisse il suo Vangelo per offrire
alla sua comunità un resoconto accurato e dettagliato della vita e dell'opera
di Gesù, fornendo ai credenti una solida base per gli insegnamenti che avevano
appreso. L'evangelista in questione pone grande attenzione alla dimensione
storica, inserendo il mistero dell'Incarnazione di Gesù nel contesto della
storia della salvezza. Utilizza la genialogia, un genere letterario tipico
della tradizione biblica, per dimostrare che Gesù è il compimento della
promessa divina fatta ad Abramo. Dio non ha tradito le speranze del suo popolo
e ha inviato il suo Figlio per realizzare la Redenzione, aprendo le porte del
cielo al popolo di Israele e, attraverso di esso, a tutta l'umanità.
L'evangelista sottolinea come, in Gesù, Dio intende incontrare l'uomo e
donargli la sua infinita misericordia. Il Vangelo
secondo Luca si distingue per la sua enfasi sull'amore e la tenerezza di Dio,
che si manifestano negli incontri diretti di Gesù con le persone del suo tempo.
Gesù, itinerante predicatore, annuncia il Regno di Dio dalla Galilea alla
Giudea, rendendolo tangibile attraverso "segni
straordinari": guarigioni, esorcismi, perdono, riconciliazione, persino
il controllo della natura e la resurrezione dei morti.
Questi miracoli non
sono semplici spettacoli, ma dimostrazioni concrete del Regno di Dio, che è
arrivato. Gesù, il Messia atteso dai profeti, è la "realizzazione" della Torah,
il compimento delle promesse divine. Attraverso di lui, Dio offre la salvezza
al suo popolo. Un
uomo di piccola statura, perso nella folla di Gerico, si sentiva come un
granello di sabbia nel deserto. La città, emblema di storia e di fede, pulsava
di vita sotto il sole accecante della Palestina. L’aria era carica di un'attesa
palpabile. Un giorno, sente parlare dell'arrivo di Gesù e, spinto da una
profonda curiosità, si unisce alla folla. Ma Zaccheo
è troppo basso per vedere Gesù. La sua statura, un limite fisico, diventa
un simbolo della sua sete di cambiamento, di un desiderio profondo di
"vedere" la verità. E così, con una determinazione commovente,
sale su un sicomoro, un albero che gli offre la possibilità di guardare oltre
la folla e finalmente incontrare Gesù. Questo aspetto attesta che, a volte,
proprio dai nostri limiti, fisici o psicologici che siano, possiamo fare
esperienza della salvezza e attingere la forza necessaria al cambiamento che
migliora la nostra esistenza.
Ma perché Zaccheo è così attratto da Gesù? Zaccheo, con molta
probabilità, era un esattore di tasse per l'Impero Romano, allora occupante
della Palestina. Per la bramosia della ricchezza, aveva depredato e frodato
diverse famiglie, arricchendosi alle loro spalle. Questa situazione di agio
raggiunta in maniera disonesta lo aveva reso agli occhi del popolo un
"poco di buono", ricco ma con una posizione sociale guadagnata in
modo improprio. Questa situazione lo stava logorando dentro: "Ecco sono
ricco, godo di un tenore di vita agiato ma sono solo".
Per quanto ci si voglia illudere di essere autosufficienti, è
sempre a partire dal rapporto con gli altri che abbiamo una determinata
considerazione di noi stessi e del nostro operato. Zaccheo avvertiva dalle
persone che lo circondavano sentimenti di astio, di rancore e di risentimento.
Questa "sensazione" lo aveva portato al limite, Zaccheo sentiva
l'esigenza di ricominciare! Cosa fare per riacquistare dignità e stima dopo
aver causato del male agli altri? Occorre "rimediare". Zaccheo ha operato
un sano “discernimento” ha imparato a sue spese a maturare una certa auto
consapevolezza. Tale situazione lo sospinge ad arrampicarsi sull’albero che
diventa per lui l’impresa della vita: necessita di poter guardare la sua vita
da un’altura differente. Gesù lo “guarda” conosce la sua storia e “sente”
l'inquietudine del suo cuore:
“Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».” (Cf. Lc 19,1-10).
Zaccheo, con il suo gesto di riparazione, apre la porta alla gioia piena del perdono e della riconciliazione. Un percorso non facile, ma che lo ha condotto alla salvezza!
Arrampicarsi, in questo racconto, simboleggia lo sforzo
necessario per riconoscere i propri errori, per accettare i propri limiti e per
comprendere il bisogno di speranza e di perdono. In Zaccheo, ognuno di noi può
ritrovarsi. La sua storia, infatti, conserva la sua attualità e il suo valore
educativo, riecheggiando in ogni tempo. Quanti
giovani, come Zaccheo, hanno provato la solitudine e il rammarico di aver
"guadagnato" qualcosa indebitamente? Un voto a scuola, l'uscita
con la ragazza preferita, la vittoria della partita di calcetto, un regalo dai
genitori... E quante persone si "arricchiscono" o si avvantaggiano a
discapito degli altri, accumulando inimicizie e ostilità?
Il Vangelo secondo Luca ci propone un cammino di ravvedimento, pentimento e riconciliazione.
Imparare le dinamiche del perdono ci
aiuta a celebrare il Giubileo della Speranza in atto e ci predispone a vivere
la Quaresima che si avvicina in modo più autentico. Il racconto ci invita a fare un viaggio dentro noi stessi, a
"guardarci dentro" per capire chi siamo e come agiamo.
E' come se ci spingesse ad "arrampicarci"
su un albero, a guardare "oltre" la nostra quotidianità, per
valutare il nostro modo di essere e di agire.
Solo così possiamo trovare
la forza di "cambiare" (conversione), rimediare al male causato e
rinascere a una vita nuova. Il racconto di Zaccheo è davvero un esempio potente
di conversione! La sua storia ci mostra come la misericordia di Dio sia disponibile per tutti,
indipendentemente dal loro passato o dalla loro posizione sociale. Zaccheo, un
uomo ricco e considerato peccatore, si converte
profondamente incontrando Gesù. In questo momento, egli sperimenta una
profonda trasformazione interiore, un vero e proprio cambiamento esistenziale.
Attraverso questa trasformazione, riacquista la dignità perduta e riconquista
la stima dei suoi concittadini. Ora può finalmente camminare per le strade
della sua città da uomo libero.
L'incontro con Gesù ha sempre un effetto catartico e liberante
sulla vita delle persone. Come l'arrampicata su un albero, anche il cammino
verso il cambiamento interiore può essere impegnativo, ma se lo affrontiamo con
l'intento di guardare la nostra vita da una prospettiva diversa, non sarà vano.
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