Cultura contemporanea, metaverso, futuro ambientale, passione per l'essere umano, quale domani?
Il blog discute in maniera indipendente la stagione di transizione in cui siamo tutti coinvolti, anche se non ce ne accorgiamo
Riprendono gli incontri del Books & Museum presso la sala conferenze Margherita Lama Caputo del complesso monumentale di Santa Maria la nova in Napoli.
6957, germogli sotto la neve, inaugura il nuovo anno di Books & Museum il romanzo di un amore inverosimile, quello tra Alexander Meyer ufficiale tedesco e Myriam, ebrea deportata ad Auschwitz con il quale la giovanissimaAlice Beatrice Pescarollo cerca di cancellare la barbarie umana dei nazifascisti e dei loro sostenitori, Domenica, 12 gennaio 2025 ore 11,00
L'anti-giudeo, che, in queste pagine, aveva sempre chiamato
la protagonista ebrea non per nome, ma per numero - 6957 -, o con l’aggettivo
sprezzante di “giudea” si accorge, poco alla volta, che un sentimento
eterno, umanissimo, inter-razziale e interculturale si sta maturando in lui: l’amore che si trasforma in
versi, come accade a p. 99; che salva dalla sicura morte che sarebbe seguita al
toccare il filo spinato elettrificato del campo polacco (cf. p. 101); che
diviene chiaro e dichiarato tra un lui, che non è soltanto un soldato, e una
lei, che non è soltanto una prigioniera: «una luce, una flebile speranza che
può, tante volte, salvare la vita. Spesso, quella luce è un altro essere umano»
(p. 154).
È
questa la leva narrativa, ma anche la tesi della giovane
narratrice – che non manca, alla fine, di ringraziare «la dirigente scolastica
del liceo classico G.V. Catullo di Monterotondo, professoressa Giuseppina
Frappetta per l’attenzione mostrata per il mio lavoro» (p. 228).
Anche sotto la neve, insomma, possono sbocciare
dei germogli...
La
scrittrice e i protagonisti sono di formazione classica. Sanno di latino, greco
e filosofia. Citano i poeti latini, come il Carme 85 di Catullo a p. 149. Scrivere
un romanzo dopo Auschwitz potrebbe essere un atto di barbarie e ciò
avvelenerebbe la stessa consapevolezza del perché è divenuto impossibile
scrivere oggi poesie o racconti. Eppure, il linguaggio simbolico ed evocativo,
il linguaggio dei poeti e delle narratrici, come Pescarollo, è ancora in grado
di “far cose con le parole”. Questo aveva provato a fare Paul Celan,
pubblicando la sua poesia più celebre sulla Shoah, Fuga della morte. Di fronte al male banale e alla sofferenza
inflitta sadicamente e lucidamente al proprio simile, non si può restare
soltanto muti e in silenzio, come pur bisogna talvolta fare.
Bella, nel romanzo di Alice Beatrice, la forma
diaristica alternata per lui e per lei, o anche per qualche deuteragonista, non
senza l’ordito narrativo principale, che si svolge in terza persona e che
ricorda, senza infingimenti pietistici, la pietre miliari del tragico periodo
nazista...
Nessun commento:
Posta un commento