aggiornamenti in evidenza

Ho avuto l'onore di essere stato nominato dal prof. Aldo Meccariello, vice Presidente del Centro per la filosofia italiana .      Accademia Vivarium novum, Frascati 17 ott. 2025, presiederò la sessione pomeridiana del convegno internazionale: Giovanni Gentile, a 150 anni dalla nascita.      Il Presidente del Centro per la Filosofia italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Cristo On Air, i players personalizzati di Scenarifuturi, alle maggiori emittenti radio di area. Un altro servizio multimediale viene ad arricchire l'offerta. Potrai ascoltare nel mentre scorri le pagine del Blog.

lunedì 8 dicembre 2025

Assisi 2025, l'intelligenza artificiale cambia il pensiero umano

Ad Assisi il III panel "Economia e Finanza Etica" lancia l'allarme: l'IA è la prima tecnologia che incide sul pensiero umano. 350 scienziati nel 2023 chiesero di regolamentarla come il nucleare. Il prof. Giannone (Politecnico Torino) spiega perché la Chat GPT-4 è incontrollabile. Francesco Vaia denuncia: 4 milioni di anziani non autosufficienti e il piano pandemico nel cassetto. Giuseppe Fioroni riporta l'attualità di Toniolo e la sua "economia umana". Mons. Sorrentino collega Francesco d'Assisi, Toniolo e Carlo Acutis: tre profeti per capire se andiamo verso un nuovo umanesimo o un transumanesimo. Un dibattito urgente su tecnologia, sanità, prevenzione ed etica nell'era digitale

Il terzo panel del convegno "Cristiani in Cammino" ad Assisi ha affrontato uno dei temi più urgenti del nostro tempo: Economia e Finanza Etica nell'era dell'Intelligenza Artificiale. Un dibattito che ha intrecciato tecnologia, umanesimo e profezia sociale attraverso tre figure emblematiche: San Francesco, Giuseppe Toniolo e Carlo Acutis.

La rivoluzione che cambia il pensiero

Antonino Giannone, presidente del CPS Assisi Strategic Forum e docente al Politecnico di Torino, ha aperto i lavori con un'analisi che non lascia spazio a facili ottimismi: "È la prima volta nella storia che una tecnologia incide direttamente sul pensiero umano".

Il turning point del 2023

Maggio 2023 rappresenta una data spartiacque: 350 scienziati, tra cui Geoffrey Hinton (padre dell'IA) e Yoshua Bengio, dichiararono pubblicamente che l'intelligenza artificiale doveva essere regolamentata come l'energia nucleare. Il motivo? La Chat GPT-4 aveva superato la controllabilità.

Giannone ha illustrato con chiarezza il problema tecnico: la rete neurale della GPT-4 conta 1,8 trilioni di parametri. Quando i ricercatori hanno testato l'evoluzione delle risposte aumentando esponenzialmente i dati (da 1 milione a 1 miliardo), hanno scoperto che le risposte si allontanavano sempre più dalle previsioni, diventando incontrollabili.

L'esperimento MIT: cervelli spenti

Un recente studio del Massachusetts Institute of Technology ha rivelato dati inquietanti: studenti che hanno utilizzato ChatGPT per scrivere testi mostravano attività cerebrale ridotta all'encefalogramma. I loro elaborati, pur tecnicamente corretti, venivano giudicati dai professori come "senza anima".

La domanda diventa esistenziale: se un bambino cresce affidando alla macchina lo sviluppo del proprio pensiero, che adulto diventerà?

domenica 7 dicembre 2025

Spazio sacro e letteratura, al Books&Museum Francesco Divenuto celebra i 2500 anni di Napoli


Books & Museum, S.M. LA NOVA🏦

Napoli, Domenica, 14 Dicembre 2025 

ore 11:30

Francesco Divenuto, Lo spazio sacro nella città checambia. Le chiese di Napoli attraverso i secoli, la Valle del Tempo, Napoli 2025.

Il sottotitolo evidenzia il criterio espositivo di questa notevole fatica storico-architettonica-artistica: una Guida della città inusuale e nuova, che, mentre descrive la storia della città nei suoi molteplici aspetti, seguendo il filo de «gli avvenimenti politici, quelli economici o anche la sola esperienza figurativa ossia l’attività edilizia che ha determinato l’attuale immagine urbanistica ed architettonica», di modo che ogni edificio studiato sia esaminato «in rapporto alla storia del luogo poiché, quasi sempre, una costruzione è avvenuta in funzione dello sviluppo e trasformazioni urbane nonché alla produzione del suo autore» (p. VIII).

Non manca, alla fine, una questione di ordine generale, se cioè le trasformazioni contemporanee della città di Napoli esigano la costruzione di nuovi edifici sacri, oppure si dovrebbero recuperare e valorizzare antichi edifici a cui non si è più messo mano da oltre centinaia di anni.

sabato 6 dicembre 2025

Maria, l’Immacolata: tra fede, cultura e paradossi del presente

Maria, l'Immacolata Concezione
Nel mondo cattolico, soprattutto dopo la pubblicazione della nota dottrinale Mater Populi Fidelis, si è acceso un rinnovato interesse per la figura di Maria. Questo coinvolgimento si muove in due direzioni: da un lato si ribadisce la subordinazione di Maria a Cristo, dall’altro si tende verso un massimalismo mariano che talvolta sfiora i limiti dell’ortodossia. In tale contesto, le verità di fede legate alla Madre di Dio incontrano oggi nuove forme di opposizione.

Tra le verità più discusse vi è certamente il dogma dell’Immacolata Concezione. Questa dottrina, da sempre sostenuta dalla Chiesa, iniziò a svilupparsi già nel Medioevo. Giovanni Duns Scoto, francescano e teologo del XIII secolo, offrì la chiave di comprensione: Maria fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti di Cristo. Con la celebre formula Potuit, decuit, ergo fecit – Dio poteva, era conveniente, dunque lo fece – Scoto sintetizzò un pensiero che univa rigore teologico e devozione popolare.

La sua intuizione aprì la strada al dogma proclamato da Pio IX nel 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che afferma: «Dichiariamo, pronunziamo e definiamo che la dottrina, la quale sostiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale, è dottrina rivelata da Dio e perciò deve essere creduta fermamente e costantemente da tutti i fedeli».

domenica 30 novembre 2025

Le spine del Rosa, Daniela Marra: la vita romanzata di Salvator Rosa

Le spine del Rosa di Daniela Marra è un romanzo storico che sorprende per la sua doppia anima: quella della ricerca rigorosa e quella dell’invenzione letteraria. Attraverso una scrittura calda, vivace, stratificata – ora narrativa, ora epistolare – l’autrice restituisce un Salvator Rosa credibile e insieme visionario, immerso nel magma incandescente della Napoli seicentesca.

È una città tesa, sovrappopolata, agitata da rivolte, complotti, superstizioni; una Napoli «spagnola» che lo storico Giuseppe Galasso definì paradossalmente incubatrice di modernità, proprio grazie al suo inserimento nel sistema dei regni iberici. Marra la dipinge come un teatro sovraccarico: plebei miseri accanto a nobiltà litigiose, botteghe e bassifondi, streghe e munacielli, fermenti politici che preannunciano l’incendio masanielliano del 1647.

Su questo palcoscenico, l’eruzione del Vesuvio del 1631 irrompe come un’Apocalisse. L’autrice descrive con precisione scientifica i fenomeni eruttivi – lo sbriciolarsi del cono, l’innalzarsi della colonna di cenere, i flussi piroclastici – e insieme lascia che la voce di Rosa interroghi, con dolore, il senso dell’arte davanti al disastro: «L’arte non salva. È un fuoco che divora». Il vulcano – Isso, nella lingua popolare – si placa solo davanti al prodigio del sangue di San Gennaro, intrecciando storia e credenza, scienza e rito.

Ma sono soprattutto le pagine sulla peste del 1656, narrate con una sensibilità quasi manzoniana, a segnare il cuore del libro. Napoli si svuota, i quartieri diventano fantasmi; la morte falcia amici, parenti, compagni di bottega. Rosa ne sente tutto il peso: «La peste li portò via condannando me a vivere nel dolore». È una riflessione che oggi appare inquietantemente attuale: le epidemie spogliano le città, ma spogliano anche le coscienze, lasciando intatta – o forse più acuta – la domanda sul senso del male.

Marra orchestra tutto questo con un senso del tempo narrativo che tiene insieme cronaca e mito, spiritualità e quotidiano, politica e incanto. Le spine del Rosa è così: un romanzo che punge, incide, fa sanguinare la memoria; e restituisce, in filigrana, la vitalità contraddittoria del Seicento napoletano, un’epoca in cui – come direbbe Salvator – «tutto ciò che è stato non sarà più», eppure continua a parlarci.

sabato 29 novembre 2025

Pietro Baialardo, il medico che divenne leggenda

Pietro Baialardo: tra storia, leggenda e immaginazione medievale

L’incontro di Salerno dedicato a Pietro Baialardo — figura al crocevia tra medicina, alchimia e mito — mi ha dato l’occasione per tornare su un tema che accompagna da sempre la storia della conoscenza: il confine mobile tra scienza e immaginario, tra ricerca razionale e pulsione simbolica.

La tradizione salernitana ha consegnato di Baialardo un’immagine ambigua e affascinante: medico, astrologo, conoscitore della lingua araba, ma soprattutto protagonista di racconti popolari che lo vogliono mago, negromante, precursore di quel Faust goethiano che, molti secoli dopo, avrebbe incarnato l’eterno desiderio umano di varcare i limiti.
Il “libro proibito”, il patto col demonio, il dramma dei nipoti morti per aver sfogliato pagine interdette, il porto costruito dai demoni fino al canto del gallo, il celebre Crocifisso che avrebbe chinato il capo in segno di perdono: tutto compone un mosaico di leggende che, pur prive di fondamento storico, rivelano l’immaginario con cui il Medioevo elaborava la tensione tra sapere e rischio, tra curiosità e colpa.

Al di là del meraviglioso, la figura di Baialardo si colloca in una stagione in cui medicina, alchimia e filosofia condividevano un terreno comune: la ricerca di una conoscenza capace di riprodurre — o almeno comprendere — le dinamiche della natura e dell’azione divina.
Non sorprende che maestri come Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Paracelso o il calabrese-veneto Paolo Antonio Foscarini si siano confrontati, con misura diversa, con linguaggi simbolici, con la “magia naturale”, con il lessico alchemico che chiamava “medicina” la materia operativa della pietra filosofale.

L’alchimia, spesso ridotta alla caricatura della trasmutazione dei metalli, ha rappresentato nell’Occidente medievale e rinascimentale una forma di pensiero complessa: desiderio di conoscenza, imitazione della natura, tensione a superare i propri limiti — ma anche rischio di smarrimento, di hybris, di illusione.
E forse è proprio per questo che la leggenda di Baialardo, più che un racconto meraviglioso, continua a parlare alla nostra epoca: perché ricorda che ogni sapere autentico nasce da una dialettica permanente tra luce e ombra, tra ragione e tentazione, tra ricerca e responsabilità.

domenica 23 novembre 2025

Spettro e Mia, conversazioni canine Premiere

 

 
Mentre stiamo ultimando il montaggio dell’intera premiere dedicata al nuovo libro di Gabriella De Falco, vi offro due brevi ma densissime anticipazioni raccolte durante il nostro appuntamento di Books & Museum a Santa Maria la Nova. La prof.ssa Maria Antonietta La Torre sottolinea la sorprendente delicatezza con cui l’autrice riesce a restituire il mondo interiore dei due cani protagonisti: non una proiezione umana, ma un autentico viaggio nei loro sensi, nel loro modo di percepire vita, relazioni, emozioni. Un invito – oggi più che mai urgente – a dislocarci dal nostro sguardo antropocentrico. Il prof. Raffaele De Sinno, invece, mette in luce la ricchezza simbolica e quasi profetica del testo: una narrazione rapida, scorrevole, che però a una seconda lettura rivela intuizioni di valore etico, antropologico e persino spirituale. Un piccolo libro che apre, insomma, grandi domande. 👉 La presentazione completa sarà pubblicata a breve. Continuate a seguire Scenari Futuri per non perdere la versione integrale.

sabato 22 novembre 2025

Leggilibri, la TGR in viaggio con gli Aramei erranti

 

 
Ci sono viaggi che non servono a cambiare luogo, ma a cambiare sguardo. Nella bella recensione della TGR Campania alla nostra opera Aramei erranti (La Valle del Tempo), io e Gaetano Di Palma ritroviamo proprio questo: l’idea che l’erranza non sia fuga, ma fedeltà a una chiamata interiore. Gli Aramei della Bibbia – popolo nomade, inquieto, sempre in cammino – diventano così lo specchio della condizione umana: ciascuno di noi cerca una terra promessa che spesso coincide con il bisogno più profondo di senso, identità e fede. Il servizio della rubrica “Leggilibri” coglie il nucleo del libro con grande sensibilità: l’erranza come atto di conoscenza, come cammino che costruisce l’uomo passo dopo passo, interrogando il destino, la memoria e la propria casa interiore. Un libro che parla di radici mobili, di partenze necessarie e di ritorni che cambiano il cuore. Un libriccino sul viaggio… ma non sui chilometri: sul significato di essere umani

Corrado Ocone, il non detto della libertà

Assisi 2025, l'intelligenza artificiale cambia il pensiero umano

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