Ci sono viaggi che non servono a cambiare luogo, ma a cambiare sguardo.
Nella bella recensione della TGR Campania alla nostra opera Aramei erranti (La Valle del Tempo), io e Gaetano Di Palma ritroviamo proprio questo: l’idea che l’erranza non sia fuga, ma fedeltà a una chiamata interiore.
Gli Aramei della Bibbia – popolo nomade, inquieto, sempre in cammino – diventano così lo specchio della condizione umana: ciascuno di noi cerca una terra promessa che spesso coincide con il bisogno più profondo di senso, identità e fede.
Il servizio della rubrica “Leggilibri” coglie il nucleo del libro con grande sensibilità: l’erranza come atto di conoscenza, come cammino che costruisce l’uomo passo dopo passo, interrogando il destino, la memoria e la propria casa interiore.
Un libro che parla di radici mobili, di partenze necessarie e di ritorni che cambiano il cuore. Un libriccino sul viaggio… ma non sui chilometri: sul significato di essere umani
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