aggiornamenti in evidenza

domenica 19 gennaio 2025

L’arte della Parola

“Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio. Essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Cf. Ebrei 4,12-15). La liturgia odierna, attraverso la sua pedagogica sapienza, pone all’attenzione dei fedeli questo estratto della lettera agli Ebrei. Quest'opera letteraria, per il suo stile epistolare, è stata tradizionalmente annoverata tra le epistole paoline. Tuttavia, oggi sappiamo che essa è il frutto della riflessione e del lavoro redazionale di un agiografo, un autore sacro convertitosi dal giudaismo al cristianesimo nel primo secolo dopo Cristo. 
🔯Il Messaggio dell’Autore L’intento dell’autore è quello di “dimostrare” che le promesse dell’Antica Alleanza (Antico Testamento) hanno trovato ora pieno riscontro nella persona e nell’opera di Gesù Cristo. Questo scopo “didattico” viene portato avanti mediante un linguaggio cultuale tipico dell’Antico Testamento: Cristo è il nuovo ed eterno sommo sacerdote, discendente di Melchisedec, che con la sua passione ha “estirpato” la radice del male e ha dischiuso all’umanità di tutti i tempi il “velo del tempio” per poter “tornare” a Dio. 
🔯L'Importanza della Parola di Dio 
Gesù, con il suo esempio e i suoi insegnamenti, ha mostrato all’essere umano, sia uomo che donna, come essere autenticamente umani attraverso: - Solidarietà - Rispetto per la creazione - Coltivazione della dimensione spirituale dell’esistenza In questo estratto, si evidenzia il valore formativo ed educativo della Parola di Dio. Si sottolinea come essa abbia la capacità di “entrare e penetrare” nell’interiorità dell’essere umano, “scavando” per far emergere il meglio che abita nel cuore di ciascuno. 

martedì 14 gennaio 2025

Il Leggilibri. La rubrica della TGR apre sugli Scenari di Giustiniani

Il Leggilibri. La rubrica editoriale della TGR Campania apre su "scenari" e "biblioteca scenari", le collane che il prof. Giustiniani cura per la Valle del Tempo edizioni (NA). Scenari è composta da volumetti che nelle intenzioni del curatore vogliono essere una piccola enciclopedia della cultura religiosa del terzo millennio. Biblioteca di Scenari, ospita invece saggi divulgativi che toccano più o meno gli stessi argomenti, ma in modo più corposo e approfondito.

lunedì 6 gennaio 2025

6957, germogli sotto la neve. Al Books & Museum, l'amore inverosimile di Alice Beatrice Pescarollo

Riprendono gli incontri del Books & Museum presso la sala conferenze Margherita Lama Caputo del complesso monumentale di Santa Maria la nova in Napoli.

6957, germogli sotto la neve, inaugura il nuovo anno di Books & Museum il romanzo di un amore inverosimile, quello tra Alexander Meyer ufficiale tedesco e Myriam, ebrea deportata ad Auschwitz con il quale la giovanissima Alice Beatrice Pescarollo cerca di cancellare la barbarie umana dei nazifascisti e  dei loro  sostenitori, Domenica, 12 gennaio 2025 ore 11,00

L'anti-giudeo, che, in queste pagine, aveva sempre chiamato la protagonista ebrea non per nome, ma per numero - 6957 -, o con l’aggettivo sprezzante di “giudea” si accorge, poco alla volta, che un sentimento eterno, umanissimo, inter-razziale e interculturale si sta maturando in lui: l’amore che si trasforma in versi, come accade a p. 99; che salva dalla sicura morte che sarebbe seguita al toccare il filo spinato elettrificato del campo polacco (cf. p. 101); che diviene chiaro e dichiarato tra un lui, che non è soltanto un soldato, e una lei, che non è soltanto una prigioniera: «una luce, una flebile speranza che può, tante volte, salvare la vita. Spesso, quella luce è un altro essere umano» (p. 154).

È questa la leva narrativa, ma anche la tesi della giovane narratrice – che non manca, alla fine, di ringraziare «la dirigente scolastica del liceo classico G.V. Catullo di Monterotondo, professoressa Giuseppina Frappetta per l’attenzione mostrata per il mio lavoro» (p. 228).

Anche sotto la neve, insomma, possono sbocciare dei germogli...

Il gran rifiuto, Celestino V Papa a Napoli

Questo lavoro di Fulvio Pastore (Celestino quinto papa a Napoli, edizioni La valle del tempo, Napoli 2024) si propone come obiettivo ultimo quello di portare in piena luce la collocazione a Napoli del papato di Celestino V e, come forse alludeva la Divina commedia dantesca, del suo “rifiuto”. 

Fulvio Pastore, collega una bella pagina della storia del pontificato romano con la città di Napoli. Ancora poco nota e ancora meno divulgata, quella pagina mette in luce diversi aspetti, noti e non noti, della grande figura dell’eremita Pietro da Morrone, poi eletto papa col nome di Celestino quinto, il cui pontificato viene correlato opportunamente - sulla base di una rigorosa documentazione archivistica, ma anche artistica e teologica -, con la città di Napoli: il neo-eletto Papa Celestino quinto, infatti, qui arrivò il 5 novembre 1294; sempre qui, il successivo 13 dicembre, rinunciò al Papato; nella medesima città, il 23 dicembre, si tenne un nuovo conclave che, il giorno dopo, condusse all’elezione di Bonifacio VIII (papa Caetani). Al 27 dicembre 1294, dunque, risale l’atto di trasferimento a Roma della Sede Pontificia che, per quasi mezzo anno, era stato nella sede partenopea. Insomma, Napoli, proprio in occasione del pur breve pontificato di papa Celestino quinto, fu sede pontificia. Pastore ci ricorda, tra l’altro, che Ubi Petrus, ibi Ecclesia. Era stato sant’Ambrogio a scrivere per primo quelle famose parole: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia, dov’è Pietro, lì è la Chiesa» (in Ps. 40, 30; P.L. 14, 1082). Papa san Paolo sesto - il quale citava spesso quest’adagio del padre della Chiesa tardo-antica - un giorno vi integrò testualmente un riferimento alla “sua” chiesa di Milano . La città partenopea, infatti, non solo ha ospitato dei Pontefici sommi, ma è proprio a Napoli che sorge e si consuma il breve pontificato della figura controversa di papa Celestino V, circa il quale, come avverte l’Autore, «molte sono state e sono le “letture” del personaggio, della sua vi¬cenda e soprattutto della fugace epifania del suo Pontificato». 

Pietro Angelerio da Morrone, penultimo di dodici figli, presto orfano di padre, è avviato dalla madre agli studi ecclesiastici. Attratto dalla vita monastica, entra nell’Ordine benedettino. A 24 anni diviene presbitero, ma presto sceglie la vita eremitica sul Monte Morrone in Abruzzo. Preghiera, penitenza e digiuno scandiscono le sue giornate. Attratti da lui, in tanti lo seguono: presto nasce con l’approvazione di Urbano IV il primo nucleo degli Eremiti della Maiella. In Europa si diffonde la fama di Pietro da Morrone come uomo di Dio e a lui accorrono da ogni dove per ottenere consiglio e guarigioni. A tutti indica la conversione del cuore come via per la pace, in un momento storico dilaniato da tensioni, conflitti - anche interni alla Chiesa - e pestilenze...

🔤testo integrale

Corrado Ocone, il non detto della libertà

L’arte della Parola

“Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio. Essa penetra fino al punto di divisione dell...