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lunedì 17 novembre 2025

Genitori e figli: tra incomunicabilità e riscoperta educativa

img ispirata all'articolo, generata con AI
Oggi il ruolo dei genitori appare più che mai complesso e sfaccettato. L’istituzione familiare, un tempo considerata la cellula fondamentale della società, ha subito profonde trasformazioni, adattandosi a un contesto sociale in continua evoluzione. Sempre più spesso si assiste alla frustrazione di molti genitori, che faticano a comprendere, interpretare e gestire i comportamenti dei propri figli, immersi in un mondo iperconnesso e frammentato.

Parallelamente, è evidente il senso di smarrimento che affligge molti giovani: tristezza, rabbia e vuoto si leggono sui loro volti. Si sentono incompresi, delusi e traditi dal mondo degli adulti — genitori, insegnanti e figure istituzionali — che dovrebbero rappresentare per loro un punto di riferimento stabile e autorevole. In questo scenario si è venuto a creare un muro di incomunicabilità, una reciproca indisponibilità al dialogo e all’ascolto, che costituisce un ostacolo apparentemente insormontabile.

Il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha spesso parlato del fenomeno del figliarcato, evidenziando come uno dei nodi cruciali del nostro tempo risieda nell’incapacità degli adulti di assumere pienamente il proprio ruolo, lasciandosi invece dominare dai figli. «Non vige più il patriarcato, ma il figliarcato: troppo potere decisionale è nelle mani dei giovani», afferma Crepet, sottolineando la necessità che gli adulti si riapproprino della loro funzione educativa.

Secondo Crepet, molti genitori oggi cercano disperatamente l’approvazione dei figli, e questo desiderio — spesso ossessivo — li rende incapaci di esercitare una funzione educativa autentica. Egli denuncia inoltre la tendenza diffusa a considerare l’errore come un tabù, proteggendo eccessivamente i figli dai fallimenti. Eppure, proprio gli errori e le difficoltà rappresentano tappe fondamentali per la crescita e la formazione personale. «Abbiamo sbagliato tutto», dichiara provocatoriamente Crepet, «perché non abbiamo preparato i nostri figli ad affrontare le fatiche della vita».

Crepet insiste sul fatto che i genitori devono avere il coraggio di essere impopolari, saper dire dei no, stabilire regole chiare e promuovere nei figli l’autonomia. Si configura come una voce “fuori dal coro”, avendo spesso criticato il “politicamente corretto” e le convenzioni del pensiero dominante, che a suo avviso esercitano un’influenza negativa sui giovani, deresponsabilizzandoli e privandoli degli strumenti necessari per interpretare e decodificare la realtà.


@scenari.futuri

Genitori in trappola ricostruire la connessione oltre l'invisibilità Caption breve: 📌 Genitori vs Figli: chi comanda davvero? Paolo Crepet parla di "figliarcato": non è più il padre a guidare, ma i figli a decidere tutto. ❌ Genitori che cercano l'approvazione dei figli ❌ Paura di dire "no" e stabilire regole ❌ Proteggere troppo dagli errori = non educare ✅ Il coraggio di essere impopolari ✅ Educare attraverso la fatica ✅ Riscoprire il modello educativo cristiano 🌱 Come una pianta: i giovani hanno bisogno di cura E potature per crescere. 📖 Articolo completo di Giuseppe Lubrino su Scenari Futuri: https://scenarifuturi.blogspot.com/2025/11/genitori-e-figli-tra-incomunicabilita-e.html #Genitorialità #Educazione #PaoloCrepet #Figliarcato #GenitoriFigli #EducazioneCristiana #Famiglia #Giovani #Psicologia #Scuola

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In questo contesto, la proposta educativa cristiana può trovare un suo spazio significativo. La fede cattolica — quando autenticamente recepita — non educa al conformismo, bensì a un profondo senso della realtà. Il Vangelo interpella la coscienza, invita alla responsabilità, alla scelta, alla rinuncia. In tal senso, l’immagine della pianta è particolarmente evocativa: essa rappresenta il giovane che, per crescere e germogliare, ha bisogno di cura, potature e attenzione, affinché le sue radici si consolidino nel terreno e possano dare frutti duraturi.

Sulla base di queste considerazioni, si può intuire come ritorni attuale il modello pedagogico-educativo della civiltà cristiana, ovvero della sapienza biblica. Tale visione educativa si presenta come un legame profondo: padre/figlio/Dio. Il padre è colui che trasmette la sua conoscenza e le sue esperienze ai figli; i figli le accolgono e ne traggono un vantaggio per la loro crescita. Il rimprovero e la correzione non sono percepiti come punizioni, bensì come strumenti preziosi nella cassetta degli attrezzi dei genitori e degli educatori per accompagnare i giovani nel loro cammino.

Riappropriarsi di questo patrimonio culturale e umanistico significa attrezzarsi adeguatamente per affrontare le sfide attuali, restituendo alla famiglia il suo ruolo originario di fucina di valori, responsabilità e relazioni autentiche.


Giuseppe Lubrino

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