sabato 14 ottobre 2023

la scuola italiana a 100 anni dalla riforma Gentile

 

A 100 anni esatti dalla riforma ideata e promossa da Giovanni Gentile, il filosofo che da Ministro dell'istruzione si assunse il compito di innovare profondamente il sistema scolastico italiano, a Terni il 18 e 19 ottobre 2023 si tiene un importante convegno  organizzato dal centro per la filosofia italiana presso la biblioteca comunale che vedrà la partecipazione di numerosi studiosi e docenti tra cui: Hervé A. Cavallera, Luigi Miraglia, Michel Ostenc, Martine Gilsoul, Corrado Ocone, Alberto Agherno, Dino Cofrancesco, Paola Cardarelli, Eraldo Affinati, Luisella Battaglia, Giuseppe Parlato, Luciano Lanna, Sara Fortuna.

La scuola è stata al centro di molteplici attenzioni specialistiche, da parte di pedagogisti, di sociologi, di sindacati di categoria, di consulenti di ministri, di commissione di studi, ma non è stata mai, salvo rare occasioni, una questione nazionale. 
Qualcosa di profondo è accaduto nella
scuola italiana che va ripensata a 100 anni dalla Riforma di Giovanni Gentile.
L’ideale della paideia, prima gentiliano e crociano, ha ceduto lentamente ma inesorabilmente il passo ad un pedagogismo scientista, che chiama in causa come proprio referente una mente naturalizzata, totalmente spossessata di un senso dell’agire che non sia l’operare macchinico: il compito del percorso didattico diviene quello di implementare in essa competenze e abilità operative per risolvere problemi dati, al di là di ogni definizione della realtà umana in termini esistenziali o storico-politici. 
La riforma gentiliana, di là dalle possibili critiche che ad essa possono muoversi, aveva una precisa fisionomia, che concepiva la scuola come una paideia, al cui vertice vi era la filosofia; la configurazione epistemica era chiara: i saperi tecnico-scientifici erano subordinati al sapere filosofico, nel quale il soggetto libero si comprendeva producendosi e si produceva comprendendosi. 



La Costituzione repubblicana del ’48 non mutò la scuola gentiliana nella sua struttura, ma a tutela dell’insegnante scrisse parole che dovrebbero valere nella lettera e nello spirito per sempre. 
L’idea è che il centro di gravità dei processi educativi debba passare dal sapere al saper fare e al saper essere, dalle conoscenze alle abilità e alle competenze. L’obiettivo nel nostro convegno è provare e verificare in più direzioni disciplinari se sia possibile disegnare un nuovo progetto di processi educativi, al riparo dalla sorveglianza digitale che ha subito un’accelerazione in tempi di pandemia e da una nevrotica corsa al cambiamento.

La scuola italiana a 100 anni dalla riforma Gentile.
Terni, prima sessione presieduta da Pasquale Giustiniani:
..I precedenti progetti di riforma scolastica di Croce accentuavano l'elitismo e il liberalismo dei temi gentiliani, molto più che l'aspetto d'educazione nazionale del programma del «fascio». A suo avviso la riforma doveva consistere essenzialmente in due punti: l'introduzione dell'esame di Stato nelle scuole medie e l'insegnamento religioso nelle elementari . 
I progetti di Croce suscitarono subito l'opposizione decisa dei laici, che rimanevano persuasi che la Chiesa, sotto il velo della libertà d'insegnamento, cercasse la clericalizzazione della scuola: «Alla fine, i progetti di Croce, sostenuti dai soli cattolici del partito popolare, furono abbandonati, e inoltre Croce si dimise nel giugno del 1921 con il governo Giolitti» . 
Il progetto di riforma fu ereditato dal Gentile, che aveva presieduto la Commissione incaricata di stendere il testo del disegno di legge, e che se ne fece poi vanto come di uno dei primi e più importanti atti legislativi del nuovo governo fascista. Dalle lettere affiora qua e là il senso di impopolarità che circondò il Croce quale ministro della Pubblica Istruzione, proprio per quella sua costante esigenza che gli uomini in alto e in basso si adeguassero a quei severi principi di maturità civile che erano, invece, ben lontani da essere, per gran parte degli italiani ed in particolare del ceto dirigente, norma di vita pubblica e privata .
Ottiene dunque successo, dopo i tentativi di Croce, la riforma del ministro Gentile, la cui fonte giuridica è la legge del 3 dicembre 1922 che conferiva una “Delegazione di pieni poteri al Governo del Re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione”. In forza di questa delega legislativa - che consentì di evitare la discussione parlamentare -, Giovanni Gentile (ministro dal 31 ottobre 1922 al 1° luglio 1924) emana, appunto, tra il maggio e l'ottobre del 1923, tre regi decreti che rivedono incisivamente l’intero ordinamento dell’istruzione.
In primo luogo, con il R.D. 1054 del 6 maggio 1923 viene istituita la scuola media di 1° e 2° grado, per cui si legge all’art. 1: «Gli Istituti medi di istruzione sono di primo e di secondo grado. Sono di primo grado: la scuola complementare, il ginnasio, il corso inferiore dell'Istituto tecnico, il  corso inferiore dell'Istituto magistrale; sono di secondo  grado:  il  liceo,  il  corso  superiore dell'Istituto tecnico, il corso superiore  dell'Istituto  magistrale, il liceo scientifico, il liceo femminile. 
All’Art. 28 si determina che nessuna classe possa avere più di 35 alunni. L’Art. 39 recita che «L'istruzione classica ha per fine di preparare alle Università ed agli Istituti superiori, ed è di due gradi: di primo grado nei ginnasi, di secondo nei licei. Invece, secondo l’Art. 45, l'istruzione tecnica ha per fine di preparare all'esercizio di alcune professioni e viene impartita nell'Istituto tecnico che, secondo l’Art. 46, dura otto anni (i primi quattro anni costituiscono il corso inferiore, gli  ultimi quattro il corso superiore). Ai sensi dell’Art. 53, «l'istruzione magistrale ha per fine di preparare gli insegnanti delle scuole elementari. È impartita negli Istituti magistrali, la cui durata è di sette anni: i primi quattro costituiscono il corso inferiore, gli altri tre quello superiore . L’Art. 60 norma i licei scientifici, che «hanno per fine di sviluppare ed approfondire l'istruzione dei giovani che aspirino agli studi universitari  nelle Facoltà di scienze  e  di  medicina  e  chirurgia,  con  particolare riguardo alla cultura scientifica (durata, quattro anni). 
A loro volta, ai sensi dell’Art. 65, i licei femminili hanno per fine d'impartire  un  complemento  di cultura generale alle giovinette che  non  aspirano  né  agli  studi superiori né al conseguimento di un diploma professionale (durata, tre anni). 
Ai sensi dell’Art. 100, il personale di servizio dei licei ginnasi è a carico dello Stato, quello degli Istituti magistrali, dei licei femminili e delle scuole complementari a carico dei Comuni, quello  dei  licei  scientifici o degli Istituti tecnici a carico delle Provincie (in deroga, è a carico dei Comuni  il  personale di servizio dei licei-ginnasi della Sicilia, a  carico  dello  Stato quello delle scuole complementari e degli Istituti  magistrali  della Basilicata e della Sardegna, degli Istituti tecnici  delle  anzidette regioni e di Modica). Invece, ai sensi dell’Art. 118, i convitti nazionali hanno per scopo di curare l'educazione e lo sviluppo intellettuale e fisico dei giovani che vi sono accolti .
Ma la riforma Gentile, con il R.D. 2012 del 30 settembre 1923, norma l’università, e al n. 2102, norma altresì l’Ordinamento della istruzione superiore (che sarà in vigore fino al 15-12-2009). Il fine di tale istruzione, ai sensi dell’art. 1, è quello di «promuovere il progresso della scienza e di fornire la cultura scientifica necessaria per l'esercizio degli uffici e delle professioni». Essa verrà impartita nelle Regie università e nei Regi  istituti  superiori; nelle università e negli istituti superiori liberi. 
All’art. 2 le facoltà previste sono: di giurisprudenza; di lettere e filosofia; di medicina e chirurgia; di scienze matematiche, fisiche e naturali. Invece, le scuole sono: di farmacia; di ingegneria; di architettura. Si prevede, inoltre la possibilità di costituire: facoltà e scuole dirette a fini speciali, nonché scuole di perfezionamento.
Seguono norme per l’abilitazione all'esercizio professionale (ai sensi dell’art. 5 conferita in seguito ad esami di Stato, cui sono ammessi soltanto coloro che abbiano conseguito presso università o istituti di cui all'art. 1 la laurea o il diploma corrispondente). Ai sensi dell’Art. 14. l'insegnamento ufficiale è impartito da professori di ruolo e da professori incaricati. 
L’art. 17 stabilisce che laddove la facoltà o scuola decida di provvedere con nuova nomina, propone al Ministro, con motivata relazione, tre liberi docenti della materia o di materia affine. Una commissione, nominata dal Ministro su designazione del Consiglio superiore. e composta di tre professori o cultori della materia o di materia affine, giudica se tutte o alcune delle persone proposte siano,  assolutamente, e relativamente allo stato degli studi, meritevoli di coprire la cattedra cui  devesi provvedere e, nel caso affermativo, ne stabilisce la  graduatoria  di merito. Il primo graduato, ed eventualmente il secondo o il terzo in caso di successive rinunzie, è nominato al posto di ruolo vacante (si ricordi che anche Lorenzo Giusso concorrerà nel 1940 per un posto di Filosofia a Urbino, ma non entra nella terna ). Al termine del terzo anno solare  di  effettivo  ed  ininterrotto servizio, i professori possono conseguire la stabilità in  base a  giudizio reso sulla loro operosità scientifica  e  didattica  da  una  Commissione. 
Ai sensi dell’art. 38, presso le università e gli istituti superiori, oltre  ai  corsi  a titolo ufficiale, possono impartirsi corsi a titolo privato che, per gli studenti, che  vi  si  inscrivono, hanno valore legale uguale a quello dei corrispondenti corsi a titolo ufficiale. Gli artt.40-41 stabiliscono che, Indipendentemente dall'osservanza delle norme di cui agli articoli 39 e 40, possono essere abilitati alla libera docenza  persone  che siano venute in alta fama di  singolare  perizia  nella  materia  che debbono insegnare. L'abilitazione è conferita con decreto del Ministro,  su  parere conforme del Consiglio superiore.
Infine, con il R.D. 2185 del 1° ottobre 1923, viene riformata la scuola elementare, mentre altri due R.D. riformano l’amministrazione centrale e periferica della Pubblica Istruzione. L’istruzione elementare si distingue in tre gradi: preparatorio (3 anni), inferiore (3 anni), superiore (2 anni). Le classi oltre la 5a prendono il nome di “classi integrative di avviamento professionale”. Inoltre, “a fondamento e coronamento dell’istruzione elementare è posto l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta nella tradizione cattolica”. Tale insegnamento è affidato ai docenti disponibili o ad altre persone. Per tutti coloro che insegnano religione, è previsto il parere conforme della autorità ecclesiastica. Le famiglie possono chiedere l’esonero, dichiarando di provvedervi personalmente. 
Il grado preparatorio ha carattere ricreativo (esempio: canto, disegno, facili esercizi di costruzione ecc.). 
Il grado inferiore comprende: 1. Preghiere e nozioni di dottrina cristiana; 2. letture e scritture; 3. aritmetica elementare e nozioni sul sistema metrico, 4. esercizi orali di traduzione dal dialetto, recitazione di inni e poesie, 5. sopralluoghi su lavori agricoli e industriali; conoscenza di opere d’arte, ricordi e monumenti, 6. rudimenti di geografia. Ove non sia previsto il corso superiore, storia dal Risorgimento ai nostri giorni. 
Il grado superiore comprende, oltre le materie del grado inferiore, 1. Dieci comandamenti, parabole del Vangelo, principi della vita religiosa e del culto, sacramenti, 2. Lettura di libri utili alla vita domestica e sociale, 3. Storia e geografia, con riferimenti particolari ai paesi verso cui si orientano le correnti migratorie, 4. ordinamento dello Stato e nozioni di economia, 5. Calcoli geometrici e aritmetici, 6. elementi di scienze e di igiene, 7. disegno applicato, 8. Ginnastica. – 
Nelle classi di avviamento professionale, oltre le materie di 4a e 5a, corsi biennali tra disegno per arti meccaniche, apparecchi di uso domestico, esercitazioni agricole, apprendistato in un’arte manuale, esercizi marinareschi, taglio, cucito, cucina, ricamo, pratica di contabilità. Esami annuali con il maestro di classe e un docente della classe superiore; di passaggio alla 4a e alla 6a con commissione di 3 membri tra cui il maestro di classe. Certificazioni: di promozione, di studi elementari inferiori (dopo la 3a), di compimento (dopo la 5a), di adempimento dell’obbligo e di idoneità al lavoro dopo le 3 classi integrative di avviamento professionale. I professori sono nominati attraverso concorsi per titoli ed esami. Il vincitore diventa “ordinario” dopo un triennio di prova. Gli aumenti di stipendio possono essere anticipati attraverso concorsi “per merito distinto”. Le lezioni private sono consentite per un’ora giornaliera. 
A capo di ogni Istituto viene posto un preside che lo governa con il Collegio dei professori. I presidi (cui è attribuita una indennità di carica) sono scelti dal ministro tra i professori ordinari con almeno 4 anni di servizio. Dalla scelta sono escluse le donne. Sono dispensati dall’insegnamento i presidi di I ruolo (licei-ginnasi, istituti tecnici e magistrali); per i presidi di II ruolo (ginnasio isolato e scuola complementare), la dispensa è prevista per le scuole con più di 250 alunni da almeno un biennio. 
Presidi e professori vanno in pensione a 70 anni. Incarichi e supplenze sono conferiti dal preside, che terrà conto in primo luogo del servizio in reparti combattenti e dei risultati conseguiti in pubblici concorsi per scuole medie. Nessuna classe può avere più di 35 alunni. 
Sono previsti 7 livelli di punizioni disciplinari per presidi e docenti che vanno dall’ammonizione alla destituzione. Il Capo II norma l’istruzione complementare - “Fa seguito a quella elementare e la compie”. Dura tre anni. - materie di insegnamento: italiano, storia e geografia, matematica, scienze naturali e computisteria, disegno, una lingua straniera, stenografia, calligrafia. 
Capo III Dell’istruzione classica - “Ha per fine di preparare alle Università ed agli Istituti superiori”. È di due gradi: ginnasi (I) e licei (II). 50 - Il ginnasio è di 5 anni: 3 di corso inferiore, 2 di corso superiore. Materie del ginnasio inferiore: italiano, latino, storia e geografia, matematica, una lingua straniera dal secondo anno. Materie del ginnasio superiore: italiano, latino, greco, storia e geografia, matematica, lingua straniera. 
- Il liceo è di 3 anni. Materie: lettere italiane, latine e greche, filosofia, storia ed economia politica, matematica e fisica, scienze naturali, chimica e geografia, storia dell’arte. 
Capo IV Dell’istruzione tecnica - “Ha per fine di preparare ad alcune professioni”. L’istituto tecnico è di 8 anni. Nei 4 anni del corso inferiore le materie sono: italiano, latino, storia e geografia, matematica, disegno, lingua straniera, stenodattilografia; i 4 anni del corso superiore si articolano in due Sezioni (indirizzi): commercio e ragioneria, agrimensura. La prima Sezione prepara “all’esercizio di uffici amministrativi e commerciali”, la seconda “prepara alla professione di geometra”. - Le materie comuni alle due Sezioni sono: lettere italiane e storia, matematica e fisica, scienze naturali e geografia. Nella Sezione di commercio e ragioneria sono poi previste: due lingue straniere, computisteria e ragioneria, istituzioni di diritto, economia politica, scienza finanziaria e statistica, chimica merceologica, calligrafia; nella Sezione di agrimensura: agraria, computisteria rurale, estimo e tecnologia rurale, costruzioni, topografia, chimica, legislazione rurale, disegno. – 
Commissioni di esame. Per l’ammissione: presieduta dal Capo di Istituto, formata da docenti della scuola cui aspirano i candidati (prevista anche la presenza di un insegnante dell’istituto di provenienza); per l’idoneità: presieduta dal Preside composta da docenti della classe; per la licenza: presieduta dal Capo di Istituto, formata da professori della scuola stessa; per abilitazione tecnica: presieduta dal docente più anziano, formata da professori di istituti tecnici di altre province più due esperti professionali; per l’abilitazione magistrale: presieduta da un docente universitario, composta da professori dell’istituto magistrale e da un direttore didattico; per la maturità: 2/3 di docenti di media di 2° grado, 1/3 professori universitari cui si aggiungono un insegnante di scuola privata e una persona estranea all’insegnamento. Capo XI Degli istituti pareggiati 
- Le scuole medie (magistrali esclusi) mantenute da Enti morali sono pareggiate alle Regie “per quanto riguarda gli studi in esse compiuti”. - Nomine, promozioni e licenziamenti secondo le medesime norme delle scuole governative. Per quanto concerne gli orari, 23 h per la scuola complementare; 25/26 h per i classici; dalle 21 h del 1° anno alle 24 h degli altri 4 per i Ginnasi; 24/25 h per l’istituto tecnico inferiore; da 23 a 27 h per le due sezioni del corso tecnico superiore; da 20 a 23 h per il magistrale inferiore; da 26 a 27 h per il magistrale superiore; da 25 a 26 h per il liceo scientifico; da 24 a 23 h per il liceo femminile.
👀 brevi media:




















💥ricerche d'archivio
stralcio de: la critica. Rivista di letteratura, storia e filosofia diretta da Benetto Corce n. 27 del 1929

Frascati. Nella splendida cornice di Villa Falconieri, sede della accademia "Vivarium novum", si è tenuta la seconda delle giornate celebrative per i 100 anni trascorsi dalla riforma Gentile della scuola il 20 e 21 ottobre 2023. 

Un unicum nella storia dell'Italia unita, titolava, primo tra i quotidiani, l'Osservatore Romano per ricordare il centenario della riforma fondativa del sistema scolastico italiano ed in effetti quello di Giovanni Gentile fu un lavoro ciclopico; un disegno sistemico complessivo della istruzione, dalla scuola per l'infanzia all'Università. La tradizione Risorgimentale ed il pensiero liberale furono le linee guida ispiratrici. Lo stesso Gentile rivendicò «di non aver nulla inventato», anche perché la Sua Riforma fu il risultato di decenni di studi e di ricerche, di convegni e di scritti.

La Riforma prese ad obiettivo la formazione di una classe dirigente che risultò poi fondamentale nel dopoguerra per la ricostruzione e l'educazione nazionale. Premeva, a Giovanni Gentile, dare all'Italia quadri dirigenti qualificati e capaci; allo studente, una preparazione civile, morale e spirituale tale che ne facesse un cittadino maturo. Da qui, l'esame di maturità

Da una visione organica a una serie di ritocchi fino alla scuola-azienda, la tesi di Hervé A. Cavallera...

della riforma Gentile, oggi rimane tutto e niente. Regge il taglio storico delle discipline, rimane il senso del dover essere, ma in un mondo sempre più annacquato, con l'insegnante abbandonato a se stesso, mentre la famiglia vacilla. 

Tra gli ospiti, oggi, 20 ottobre 2023, a Frascati è stato il turno di Eraldo Affinati, uno dei più importanti scrittori italiani, fondatore insieme alla moglie, delle scuole "Penny Wirton"









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