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giovedì 18 dicembre 2025

2500 anni di Napoli, tra spazio sacro e letteratura

Books & Museum - Rassegna quindicinale
Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova, Napoli
14 dicembre 2025
Organizzazione: Prof. Giuseppe Reale e Prof. Pasquale Giustiniani

I Due Volumi Presentati

1. "Lo spazio sacro nella città che cambia"
Autore: Francesco Di Venuto
Un viaggio attraverso l'architettura religiosa napoletana nei secoli, dai primi insediamenti paleocristiani all'Ottocento. Il volume non è una semplice schedatura delle chiese napoletane (oltre 500), ma una coraggiosa "riduzione culturale" che seleziona gli edifici più rappresentativi di ogni epoca storica.

Approccio innovativo: Seguire le stagioni stilistiche (Medioevo, Angioini, Aragonesi, Viceregno spagnolo, Settecento) anziché descrivere chiesa per chiesa, mostrando come i grandi architetti del tempo - Bramante, Fanzago, Vanvitelli, Fuga, Vaccaro, Sanfelice - abbiano fatto di Napoli un laboratorio architettonico europeo.

2. "Una, nessuna, 2500 - Napoli"
Autori: Francesco Di Venuto, Clorinda Irace, Mario Rovinello
Un'antologia tematica che parte dall'oggi per risalire nel tempo attraverso la letteratura. Non una raccolta di brani, ma un percorso per temi: il turismo (già nell'epoca latina con Plinio e Stazio), la musica (dalla villanella ai conservatori del '500, fino a Geolier), il cibo, il calcio, l'identità politica.

I Temi Centrali del Dibattito

La Sfida del Recupero

Prof. Giuseppe Reale (direttore del complesso): "Questi spazi sacri, nati per essere chiusi come i chiostri, oggi devono diventare aperti. Questo è fonte di dilemma e creatività".

Le ferite storiche degli edifici sacri napoletani:

  1. Unità d'Italia - trasformazione in caserme e uffici pubblici
  2. Concilio Vaticano II - interventi architettonici spesso discutibili
  3. Terremoto del 1980 - occupazioni di emergenza, depredazioni
  4. Turismo contemporaneo - opportunità o quarta violenza?

Il Problema della Laicizzazione

Francesco Di Venuto: "Dall'editto napoleonico che vietò le sepolture in chiesa iniziò la decadenza. Le famiglie nobiliari non potevano più costruire le loro cappelle, e le chiese persero la loro funzione sociale".

Esempi virtuosi di recupero:

  • Santa Caterina da Siena → Fondazione Orchestra Pietà de' Turchini
  • San Pietro a Maiella → Conservatorio musicale
  • San Gennaro extra moenia → Laboratorio artistico

Ma quante strutture restano abbandonate o peggio, utilizzate in modo "indifferente alla vocazione iniziale"?

Napoli: I Mille Volti della Sirena

Prof. Pasquale Giustiniani: "Questa città ha mille volti. A volte sono volti invecchiati, decrepiti, che non gridano ma aspettano in silenzio che qualcuno faccia l'iniezione di rinascita".

Il volume letterario mostra i contrasti costitutivi di Napoli:

  • Napoli meta ambita (da Goethe a La Capria)
  • Napoli mare del male (Annamaria Ortese)
  • Napoli delle quattro giornate (oggi solo un film per molti giovani)
  • Napoli del folclore vs Napoli intellettuale

La Musica come Identità

Clorinda Irace (capitolo sulla musica): "Dai conservatori del '500 a Geolier - la musica napoletana si è sempre modificata. Ho incontrato il rapper, diplomato al liceo classico, e mi sono ricreduta: i tempi cambiano, dobbiamo guardare ciò che non conosciamo".

La musica napoletana come palinsesto stratificato:

  • I quattro conservatori storici
  • La festa di Piedigrotta
  • I grandi autori (Di Giacomo, Bovio, Murolo)
  • Il rap contemporaneo come nuova forma di espressione identitaria

Il Nodo della "Patria Perduta"

Francesco Di Venuto (capitolo su Napoli patria): Riprendendo Benedetto Croce e la storiografia di Galasso, De Agostino, Musi: "L'Unità d'Italia era inesorabile, ma fu fatta male. I Borboni non fecero crescere i cittadini - rimasero sudditi. La mattanza del 1799 eliminò un'intera generazione intellettuale".

Il problema contemporaneo: "Vogliamo ridiventare una patria o siamo una città di folclore? I turisti che vengono oggi a Napoli faranno le stesse fotografie che fecero i fratelli Alinari nell'Ottocento: gli scugnizzi, il folclore. Il folclore ci ha fregato".

Il Metodo: La "Riduzione Culturale"

Architetto Francesca Rinaldi: "Di Venuto ha fatto una scelta coraggiosa: seguire un ordine diacronico (le stagioni storiche) invece che sincronico (scheda per scheda). Le chiese napoletane sono palinsesti - ogni edificio ha vissuto secoli di trasformazioni".

Il paradosso della selezione: come scegliere tra oltre 500 chiese quale rappresenti meglio un'epoca? La risposta è nella capacità di individuare le "rockstar dell'architettura" e le sperimentazioni tipologiche (impianto longitudinale vs centrale).

Napoli e il Canone Nazionale

Un tema ricorrente: Napoli è stata marginalizzata dalla storiografia che privilegia il "modello toscano". Ma la città partenopea fu:

  • Laboratorio rinascimentale (Giuliano da Maiano, Francesco Laurana)
  • Centro del dibattito tipologico (lo storico Weiss nel 1930 sostenne che Santa Maria la Nova ispirò il Gesù di Roma)
  • Patria musicale europea (i conservatori napoletani formarono generazioni di compositori)

La Proposta: Books & Museum

Giuseppe Reale: "Ogni 15 giorni un evento di questo tipo. Il museo deve diventare un hub culturale e reinvogliare a leggere i libri di carta. Sì, si torna a leggere carta - negli USA e in Italia ci sono veri culti di lettori domenicali".

L'idea: non celebrare effimeri eventi per il giubileo dei 2500 anni, ma creare continuità, profondità, radici per scoprire la napoletanità nelle sue molteplici anime.

La Sfida Educativa

Silvio Di Maio (direttore collana Napolistoria): "Questi libri possono andare nelle scuole. Sono sintetici ma completi. Noi di Napoli non conosciamo Napoli - né l'architettura né la letteratura".

Il progetto di una collana "pocket" accessibile, economica, che possa essere adottata dai docenti per far conoscere la città agli stessi napoletani.

Conclusioni Aperte

Il dilemma etico del recupero
Chi deve gestire questo patrimonio? Giuseppe Reale racconta di essere "stalkerizzato" sui social da chi lo accusa di mercificare i luoghi sacri. Ma il restauro di Santa Maria la Nova richiede 10 milioni di euro. Lo Stato non può tutto - serve collaborazione pubblico-privato.

La memoria che si perde
Di Venuto: "Quando ero ragazzino, un frate francescano qui faceva il tappeto di segatura colorata per Pasqua - la deposizione di Cristo. È morto. Non esistono foto. La tradizione dei sepolcri napoletani si è persa. C'è una trasformazione sociale in atto".

L'invito finale
Clorinda Irace: "Facciamo diventare questa idea - la letteratura che racconta la città - un progetto itinerante. Altre città raccontate da altre letterature. Io sono pronta per Trieste".


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