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Ho avuto l'onore di essere stato nominato dal prof. Aldo Meccariello, vice Presidente del Centro per la filosofia italiana .      Accademia Vivarium novum, Frascati 17 ott. 2025, presiederò la sessione pomeridiana del convegno internazionale: Giovanni Gentile, a 150 anni dalla nascita.      Il Presidente del Centro per la Filosofia italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Cristo On Air, i players personalizzati di Scenarifuturi, alle maggiori emittenti radio di area. Un altro servizio multimediale viene ad arricchire l'offerta. Potrai ascoltare nel mentre scorri le pagine del Blog.

giovedì 11 settembre 2025

Rivoluzione cristocentrica: per un nuovo umanesimo educativo

Come argomentato nel mio saggio Giovani, fede e identità, la proposta educativa biblico-cristocentrica di Benedetto XVI continua a risuonare con forza nell’attuale scenario culturale ed educativo. Oggi più che mai si avverte l’urgenza di un cambio di paradigma: è necessario riscoprire un’antropologia autentica, capace di intercettare i “segni” e l’“impronta” del Dio Creatore nel cuore dell’uomo del terzo millennio.

In tale prospettiva, il valore formativo della narrazione biblica assume un ruolo cruciale. Essa può favorire una rivoluzione culturale che riporti al centro del dibattito pubblico la dignità della persona umana. L’esigenza di una giustizia realmente funzionale alla vita e alla sua tutela, la necessità di ridurre le disuguaglianze economiche e sociali, e di garantire il bene comune, rappresentano alcuni dei principi cardine di una visione politica ispirata ai valori eterni del Cristianesimo.

Viviamo in un’epoca in cui l’uomo appare sempre più asservito ai processi della tecnica. L’esistenza sembra configurarsi “fuori dal tempo”, regolata da algoritmi impersonali, mentre il mondo è lacerato da conflitti – Ucraina-Russia, Israele-Palestina – e da fenomeni come la povertà educativa, il disorientamento giovanile, e la violenza e la prevaricazione sugli altri, spesso causate da derive ideologiche che alienano e disumanizzano. In questo scenario, come proporre in modo credibile la fede?

Riscoprire la dimensione cristocentrica della fede si rivela un antidoto potente. Benedetto XVI ha sempre sostenuto che la fede non può ridursi alla mera trasmissione di una dottrina, ma deve conservare nel tempo la logica dell’incontro: un Io che si apre al Tu. Gesù, Maestro e Verbo eterno incarnato, si è fatto uno di noi per rendere noi come Lui – come afferma sant’Atanasio.

È dunque urgente riportare al centro l’attenzione sulla Parola di Dio, affinché le coscienze possano costituirsi, nutrirsi, formarsi e radicarsi in modo solido. Il dialogo interculturale e interreligioso non deve sacrificare la verità, ma farsene custode e garante.


@scenari.futuri

Rivoluzione cristocentrica per un nuovo umanesimo educativo Come argomentato nel mio saggio Giovani, fede e identità, la proposta educativa biblico-cristocentrica di Benedetto XVI continua a risuonare con forza nell’attuale scenario culturale ed educativo. Oggi più che mai si avverte l’urgenza di un cambio di paradigma: è necessario riscoprire un’antropologia autentica, capace di intercettare i “segni” e l’impronta del Dio Creatore nel cuore dell’uomo del terzo millennio. In tale prospettiva, il valore formativo della narrazione biblica assume un ruolo cruciale. Essa può favorire una rivoluzione culturale che riporti al centro del dibattito pubblico la dignità della persona umana. L’esigenza di una giustizia realmente funzionale alla vita e alla sua tutela, la necessità di ridurre le disuguaglianze economiche e sociali, e di garantire il bene comune, rappresentano alcuni dei principi cardine di una visione politica ispirata ai valori eterni del Cristianesimo.Viviamo in un’epoca in cui l’uomo appare sempre più asservito ai processi della tecnica. L’esistenza sembra configurarsi “fuori dal tempo”, regolata da algoritmi impersonali, mentre il mondo è lacerato da conflitti Ucraina-Russia, Israele-Palestina e da fenomeni come la povertà educativa, il disorientamento giovanile, e la violenza e la prevaricazione sugli altri, spesso causate da derive ideologiche che alienano e disumanizzano. In questo scenario, come proporre in modo credibile la fede? Riscoprire la dimensione cristocentrica della fede si rivela un antidoto potente. Benedetto XVI ha sempre sostenuto che la fede non può ridursi alla mera trasmissione di una dottrina, ma deve conservare nel tempo la logica dell’incontro: un Io che si apre al Tu. Gesù, Maestro e Verbo eterno incarnato, si è fatto uno di noi per rendere noi come Lui #cristianesimo– come afferma sant’Atanasio. È dunque urgente riportare al centro l’attenzione sulla Parola di Dio, affinché le coscienze possano costituirsi, nutrirsi, formarsi e radicarsi in modo solido. Il dialogo interculturale e interreligioso non deve sacrificare la verità, ma farsene custode e garante. Questa prospettiva richiede impegno, approfondimento, sacrificio – parola che oggi sembra provocare allergie, ma che, se compresa nel suo senso profondo, si rivela sorprendentemente terapeutica. Alla luce di queste considerazioni, non appare temerario, in ambito educativo, proporre percorsi capaci di generare senso attraverso la costruzione di veri e propri laboratori della Parola di Dio. Esplorare le ricchezze recondite della Bibbia significa offrire agli studenti una mappa, un orizzonte di senso entro cui orientarsi. Una bussola – come si sostiene nel saggio – capace di fornire una rotta in grado di “guidare” naufraghi verso rive sicure. Karl Jaspers affermava che il naufragio, il limite, il non-senso possono rivelarsi propedeutici al bene. Tutto dipende dall’uso che si sceglie di fare della propria libertà. È proprio qui che si giunge al cuore di un altro tema caro alla riflessione ratzingeriana: quale rapporto intercorre tra libertà e verità? E quali sono le implicazioni per il senso di responsabilità? La libertà, se disancorata dalla verità, rischia di trasformarsi in arbitrio, in una deriva nichilista che dissolve il senso stesso dell’agire umano. Al contrario, quando la libertà si lascia illuminare dalla verità, essa si fa autentica, capace di generare relazioni, costruire comunità, promuovere il bene. In tale prospettiva, le regole non costituiscono limiti oppressivi, ma strumenti di crescita e discernimento. Tuttavia, è necessario saperle proporre con cura, evitando ogni forma di moralismo sterile o di imposizione autoritaria. Educare alla libertà significa allora educare alla responsabilità, alla capacità di scegliere il bene anche quando costa, anche quando richiede sacrificio. In questo senso, la Parola di Dio non è solo oggetto di studio, ma esperienza viva, capace di interpellare le coscienze e di generare percorsi di autentic

♬ suono originale - scenari futuri

Questa prospettiva richiede impegno, approfondimento, sacrificio – parola che oggi sembra provocare allergie, ma che, se compresa nel suo senso profondo, si rivela sorprendentemente terapeutica.

Alla luce di queste considerazioni, non appare temerario, in ambito educativo, proporre percorsi capaci di generare senso attraverso la costruzione di veri e propri laboratori della Parola di Dio. Esplorare le ricchezze recondite della Bibbia significa offrire agli studenti una mappa, un orizzonte di senso entro cui orientarsi. Una bussola – come si sostiene nel saggio – capace di fornire una rotta in grado di “guidare” naufraghi verso rive sicure.

Karl Jaspers affermava che il naufragio, il limite, il non-senso possono rivelarsi propedeutici al bene. Tutto dipende dall’uso che si sceglie di fare della propria libertà. È proprio qui che si giunge al cuore di un altro tema caro alla riflessione ratzingeriana: quale rapporto intercorre tra libertà e verità? E quali sono le implicazioni per il senso di responsabilità?

La libertà, se disancorata dalla verità, rischia di trasformarsi in arbitrio, in una deriva nichilista che dissolve il senso stesso dell’agire umano. Al contrario, quando la libertà si lascia illuminare dalla verità, essa si fa autentica, capace di generare relazioni, costruire comunità, promuovere il bene. In tale prospettiva, le regole non costituiscono limiti oppressivi, ma strumenti di crescita e discernimento. Tuttavia, è necessario saperle proporre con cura, evitando ogni forma di moralismo sterile o di imposizione autoritaria.

Educare alla libertà significa allora educare alla responsabilità, alla capacità di scegliere il bene anche quando costa, anche quando richiede sacrificio. In questo senso, la Parola di Dio non è solo oggetto di studio, ma esperienza viva, capace di interpellare le coscienze e di generare percorsi di autentica umanizzazione.




 

Giuseppe Lubrino 

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