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Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

domenica 13 aprile 2025

Il trionfo dell'umiltà, attualità dell'Ingresso di Gesù a Gerusalemme

Il Trionfo dell'Umiltà: Significato e Attualità dell'Ingresso di Gesù (cf.Gv 12,12-19)

Il Vangelo secondo Giovanni si presenta come il più profondo e complesso dei Vangeli, sia per i contenuti teologici che per il suo itinerario di composizione e formazione letteraria. La tradizione, come afferma il biblista Claudio Doglio, sostiene che il Vangelo secondo Giovanni sia stato redatto ad Efeso in Asia minore verso la fine del I secolo dopo Cristo, tra il 98 e il 117, durante l'impero di Traiano. Tuttavia, la ricerca esegetica moderna suggerisce che il Vangelo abbia conosciuto più redazioni, realizzate in diversi luoghi dell'Asia minore e della Palestina. Questi dati fanno propendere per un percorso di redazione e composizione dello scritto più ampio, che si estenderebbe tra il 50 e il 100 d.C. (Cf. C. Doglio, Il quarto Vangelo, Edizioni Messaggero Padova (15 aprile 2015), pp. 563).

Nonostante le diverse ipotesi sulla sua genesi, nel IV Vangelo è possibile individuare la situazione storica della prima comunità cristiana, risalente all'Apostolo Giovanni. Secondo gli studi del biblista Alberto Casalegno, questa comunità era itinerante, con base a Gerusalemme, ma costretta ad emigrare ad Efeso a causa dei conflitti con le comunità giudaiche. Ad Efeso, la comunità dovette affrontare il problema dello gnosticismo, che negava la reale incarnazione del Verbo e la reale umanità di Gesù Cristo. Questi presupposti costituirebbero lo sfondo della narrazione evangelica giovannea, che racconta le vicende storiche legate alla vita, all'opera pubblica, al processo e alla passione di Gesù Cristo (cf. A. Casalegno, Perché contemplino la mia Gloria (Gv 17,24), introduzione alla teologia del Vangelo di Giovanni, San Paolo Edizioni (22 aprile 2006), pp.440).

Tralasciando le questioni tecniche legate ad un approfondimento biblico esegetico, si può privilegiare un approccio esistenziale al testo sacro, chiedendosi cosa questa Parola di Dio possa dire a noi oggi. Si legga, ad esempio, il testo dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme durante l'ultima fase della sua esistenza umana.

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Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

Osanna!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore,

il re d'Israele!

Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

Non temere, figlia di Sion!

Ecco, il tuo re viene,

seduto sopra un puledro d'asina. (Cf. vv. 12-15).

 

L'ingresso di Gesù nella città santa di Gerusalemme è uno degli episodi più significativi della sua vita. Il Signore sta per compiere la sua opera salvifica. Il suo "cavalcare un'asina" esprime lo stile e l'agire di Dio che predilige l'umiltà all'esaltazione. Avrebbe potuto cavalcare un cavallo, simbolo di potere, maestosità, prestigio e gloria, ma Gesù sceglie un'asina, un animale umile e pacifico. Gesù "predispone" accuratamente il suo arrivo a Gerusalemme, desiderando che tutti comprendano la presenza di Dio nella storia umana. Dio opera e agisce in modo sorprendente, sovvertendo le aspettative umane.

La fama di Gesù è al culmine, il  suo insegnamento pubblico ha raggiunto l’apice del successo, le folle accorrono da tutta la regione per incontrarlo e soprattutto- come evidenzia il IV Vangelo - per “vedere” Lazzaro il risuscitato. Gesù ha riportato un uomo, un suo amico tra l’altro, dalla morte alla vita, lo ha “destato” dal sonno della morte. Il vangelo secondo Giovanni pone questo avvenimento tra i “segni” ovvero “miracoli” più straordinari e sbalorditivi operati da Gesù. Nella Bibbia e, in modo particolare, nei Vangeli i racconti dei “miracoli” hanno come caratteristica la straordinarietà ma anche e soprattutto enunciano un valore pedagogico-educativo e rivelativo circa l’identità di Gesù e il senso della sua missione per l’umanità. Gesù del resto attraverso il suo insegnamento che consiste in atti e parole, vuole comunicare ai suoi contemporanei ma, con essi all’umanità di tutti i tempi, chi è Dio e quale è il suo progetto di salvezza per l’umanità; al tempo stesso e nel fare ciò, Gesù intende comunicare anche chi è l’uomo e come può e deve rapportarsi a Dio riguardo a tale progetto. A partire da queste acquisizioni, si possono comprendere le azioni e le parole di Gesù. Le parabole ad esempio concorrono egregiamente a questo scopo così anche i miracoli o come preferisce il vocabolario giovanneo: “i segni” Tutte le volte, infatti, che Gesù guarisce un ammalato, ridona la vista ad un non vedente, fa udire un sordo o libera dal male e resuscita dalla morte, Egli mostra visibilmente e in maniera tangibile la “Gloria di Dio” ovvero  il “volto” e l’Essere di Dio Padre. Le folle, in preda a un'esultanza profonda, si radunano attorno a Gesù, assetate della sua parola e desiderose di vedere la sua dottrina tradotta in azioni concrete. Gesù, con la sua predicazione, i suoi gesti e i suoi miracoli, si presenta come un maestro che opera in modo tangibile e pratico.

Il Vangelo, con sapienza, evidenzia un aspetto di fondamentale importanza: dopo la glorificazione di Gesù, dopo la sua passione, la morte in croce e la risurrezione, i discepoli, i suoi seguaci, si aprono all'ascolto, all'accoglienza e alla comprensione della Parola di Dio con un cuore rinnovato. "Si ricordarono e compresero" il senso profondo delle Scritture, riconoscendo in Cristo il loro pieno compimento.

L'evangelista Giovanni, con questa precisa scelta narrativa, mette in luce il valore cristologico e l'attualità perenne della Parola di Dio. La comunità cristiana, nata dalla Passione e dalla Risurrezione di Cristo, diventa il luogo privilegiato dove la Parola di Dio trova la sua piena assimilazione e metabolizzazione da parte dei discepoli. Le autorità religiose di Gerusalemme non comprendono la portata degli eventi che essi stessi stanno vivendo e la “grazia divina” di cui sono stati resi oggetto. Essi, infatti, non vivono la fede ma bensì una religiosità meramente esteriore che si rivela essere poi arida, vuota e sterile. Costoro - come l’intera narrazione giovannea pone in evidenza- sono in netto contrasto con Gesù e il suo insegnamento e coltivano il desiderio di “farlo fuori”. Una peculiarità del Vangelo secondo Giovanni è il contrasto, la tensione tra Gesù e il suo insegnamento e l’opposizione e le critiche dei farisei. Tale aspetto- come rilevano gli studiosi - Alberto Casalegno ad - esempio- riflettano i contrasti tra la Chiesa nascente e le autorità religiose giudaiche al termine del primo secolo dell’era cristiana. Detto questo, il Dio della Bibbia non propone la salvezza attraverso la "spettacolarizzazione" e l' "esaltazione" del potere e della forza", ma altresì Egli realizza la salvezza attraverso la logica del servizio e del dono. I cristiani, leggendo e meditando gli ultimi atti della vita terrena di Gesù (il racconto della Passione), possono "cogliere"  il senso dell’agire salvifico di Dio e “incarnare” tale logica nel concreto della loro esistenza, adoperandosi per l'edificazione di una società sorretta dai valori di giustizia, solidarietà, pace, uguaglianza e libertà autenticaCome spesso teorizzato da Papa Francesco, si può fornire alla società odierna un'immagine di Chiesa come "Ospedale da Campo", scevra da trionfalismi e permeata da logiche di potere. Le coordinate del Vangelo, così come sono emerse, propongono un'idea di Chiesa ispirata dallo spirito di servizio e dalla logica della comunione. In questo modo, i cristiani possono rendere visibile Dio attraverso segni concreti di fraternità e prossimità al mondo, fornendo una testimonianza credibile e abitando con responsabilità la complessità della realtà odierna. Infine, Il testo giovanneo mette in luce l'importanza dell'umiltà, una virtù che svolge un ruolo fondamentale nella vita cristiana. Le virtù, in generale, hanno il potere di disciplinare, orientare e regolare gli atteggiamenti e le azioni, guidando le scelte e le decisioni e contribuendo al benessere integrale della persona. In questo periodo di Quaresima e durante il Giubileo della Speranza, è particolarmente significativo riflettere su queste implicazioni per sostenere la vita di fede nella quotidianità.

Giuseppe Lubrino



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