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Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.      Il Direttore del Centro di Filosofia Italiana, prof. Aldo Meccariello, mi ha delegato in collaborazione col prof. Clemente, all'organizzazione del Festival di filosofia, dal 21 al 25 ottobre 2025, presso il polo universitario Jonico della città di Taranto, con tema "Oikjos. Dalla casa comune all'ecologia integrale". Aderiscono all’iniziativa la prof.ssa Franca Meola e la prof.ssa Mena Minafra dell'Università Luigi Vanvitelli di Caserta.

giovedì 10 ottobre 2024

crisi della totalità e tramonto delle ideologie

Cassino, 4 ottobre 2024.
Presentazione dei volumi XI e XII della serie “Civitas et humanitas”, concernenti rispettivamente: crisi delle ideologie e nuove istanze etico-sociali e crisi della totalità e rischio sopravvivenza.

I due volumi che oggi per la prima volta ufficialmente si presentano aprono la strada all’intuizione di Alberto Nave nel dare il titolo al volume oggi in allestimento e che speriamo di leggere entro Natale 2024. La vicenda storica e tecnologica, che ha condotto agli attuali esiti della tecnologia digitale e della Intelligenza artificiale, ri-propone, infatti, l’antica discussione circa la dialettica tra uomo e macchina, già adombrata nel Protagora platonico e ripresa all’inizio del Novecento da H. Bergson. La visione ideale-reale di Platone, che correlava la genesi della tecnica a un legame tra cielo e terra, tra dei e umani, sembra tratteggiare i prodromi di quello che sarà denominato paradigma della tecnica, di cui oggi l’esempio più avanzato - ma sempre cangiante - viene enunciato nella sigla inglese AI (= Artificial Intelligence). In essa si condensa il profilo dell’artificio/artefatto/prodotto che l’uso delle macchine pensanti è in grado di produrre, utilizzando la miriade di dati e informazioni raccolte e trattate dall’essere umano, che le affida a un algoritmo informatico e ri-utilizzate in maniera generativa da apparecchi digitali e informatici. Com’è stato ben osservato: «Nel mito raccontato da Protagora si trova così enunciato il paradigma della tecnica, che né tecnofobi né tecnolatri metteranno mai in questione, e che costituisce, in ultima analisi, la cornice  di tutta  la  riflessione  sull’essenza  della  tecnica  della  linea  maggioritaria  del pensiero Novecentesco… La tecnicità è presentata come compensazione di un cedimento originario, la strumentalità è intesa come protesi, supplemento, aggiunta, atto  secondo  di  un  atto  primo (il Dasein, la mancanza vissuta), la tecnica come processo di ominizzazione e di disvelamento di un “mondo” solo umano, differente per natura dall’ambiente ove continuano a vivere, in modo irriflesso, gli altri enti naturali, le altre potenze. In una parola: la tecnica è ascritta ad una potenza che può potere e che dunque trova nella “negazione”, nel potere di non (passare all’atto) la cifra della sua libertà sovrana»

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