DICHIARAZIONE DIGNITAS INFINITA
CIRCA LA DIGNITÀ UMANA
VENERDÌ 4 OTTOBRE 2024 - ORE 15.00-19.00
presenterò, in qualità di socio di "Persona al centro", il fondamentale documento circa la dignità umana che vedrà impegnata l'Associazione per la Filosofia della Persona, in una riflessione corale pubblica, sui cardini fondativi della dichiarazione che prendono a riferimento la dignità ontologica ed il primato della persona umana.
Al temine degli interventi dei soci, chiunque lo desideri, anche non socio, potrà partecipare alla conversazione regolata collegandosi al link: 🔜
🔄abstract del prof. Giustiniani
- Un rinnovato interesse ecclesiale per la pressoché infinita dignità dell’essere umano
Tutte le persone umane, anche i cosiddetti “nulla del mondo”, sono
da includere e riconoscere come portatori di una dignità intrinseca,
perché, nella Chiesa che è nel mondo, essi ricordano che ogni persona,
anche se sul piano sociale apparisse un “nulla”, ha una “dignitas
infinita”, la cui fondazione metafisica è divina, posto che in Dio uno
dei tre ha assunto la natura umana. Si legge in Leone Magno: «Il Figlio
di Dio, nella pienezza dei tempi che il disegno divino, profondo e
imperscrutabile, aveva prefisso, ha assunto la natura del genere umano
per riconciliarla al suo Creatore, affinché il diavolo, autore della
morte, fosse sconfitto, mediante la morte con cui prima aveva vinto»1 .
Il tropeano don Francesco Mottola volle in quella città calabrese un
graffito, in cui: “Il samaritano è ripreso nell’atto del suo chinarsi
sull’uomo derubato e malridotto dai suoi aggressori. Più che di un
chinarsi dell’uno sull’altro, il graffito dà l’idea di un abbraccio
fraterno tra due esseri umani, che si cercano, s’incontrano e si
riconoscono fratelli. È l’inizio di un camminare insieme, una promessa
di fedeltà per entrambi carica di futuro, che, intanto, restituisce al
povero giudeo la sua dignità”. In poche parole, la parabola del buon
Samaritano altro non è che “il manifesto della dignità della persona
umana” da incrociare e riconoscere in tutti gli appartenenti alla specie
umana come fratelli e sorelle, i quali si aprono, a loro volta, a
riconoscere, perfino negli altri abitanti della casa comune, un fratello
sole e una sorella luna.
Benché promulgata dal Prefetto del Dicastero per la dottrina della
fede, dopo una prima richiesta di integrazione da parte di papa
Francesco - «nel corso dell’Udienza a me concessa il 13 novembre del 2023», la Dichiarazione Dignitas Infinita
- di cui oggi ripercorriamo struttura e temi, come esposti dalla
introduzione e primi tre capitoli fino al paragrafo 32, è stata ben
ponderata, come ci viene detto, in diverse riunioni e gruppi ristretti
del mercoledì e, infine, approvata dal santo Padre: «Nel corso
nell’Udienza concessa a me insieme al Segretario della Sezione
Dottrinale, Mons. Armando Matteo, in data 25 marzo 2024, il Santo Padre
ha quindi approvato la presente Dichiarazione e ne ha ordinato la pubblicazione».
Pertanto, il Documento può essere fondatamente inventariato come un
atto autorevole di magistero, peraltro più volte approfondito con il
successore di Pietro, nel campo specifico della sezione dottrinale del
Dicastero per la dottrina della fede cattolica. Oggi, come leggiamo,
nella stagione cosiddetta di papa Francesco, «La Chiesa, alla luce
della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità
ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e
redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo
impegno a favore di coloro che sono più deboli e meno dotati di potere,
insistendo sempre “sul primato della persona umana e sulla difesa della
sua dignità al di là di ogni circostanza”»2 . La stessa Presentazione divide i passaggi logici della Dichiarazione:
«Nelle prime tre parti, la Dichiarazione richiama
fondamentali principi e presupposti teorici, al fine di offrire
importanti chiarimenti che possono evitare le frequenti confusioni che
si verificano nell’uso del termine “dignità”. Nella quarta parte,
presenta alcune situazioni problematiche attuali in cui l’immensa e
inalienabile dignità che spetta ad ogni essere umano non è adeguatamente
riconosciuta. La denuncia di tali gravi e attuali violazioni della
dignità umana è un gesto necessario, perché la Chiesa nutre la profonda
convinzione che non si può separare la fede dalla difesa della dignità
umana, l’evangelizzazione dalla promozione di una vita dignitosa, e la
spiritualità dall’impegno per la dignità di tutti gli esseri umani»
(dalla Presentazione del Prefetto, Víctor Manuel Card. Fernández).
Il procedimento è, quindi, dichiaratamente deduttivo: dai principi e presupposti, infatti, si ricavano criteri di lettura, esplicitamente non esaustivi, della realtà in
«alcune situazioni problematiche attuali in cui l’immensa e
inalienabile dignità che spetta ad ogni essere umano non è adeguatamente
riconosciuta» (ivi).
Ovviamente, se il presupposto è quello di trovarsi «di fronte a una
verità universale», che cioè tutti sono chiamati a riconoscere, si
sarebbe posti effettivamente, è questo l’intento degli estensori, di
fronte a una
«condizione fondamentale affinché le nostre società siano veramente
giuste, pacifiche, sane e alla fine autenticamente umane» (ivi)
Tale dignità di tutti gli esseri umani può, infatti, essere intesa come “infinita” (dignitas infinita)
solamente a condizione che si accetti una procedura di tipo discensivo:
dallo splendore di principi, presupposti come veri, al riconoscimento
della tenuta concreta di essi nel quotidiano. Del resto, per primo, fu san Giovanni Paolo II, a sancire nell’enciclica Veritatis splendor circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa (6 agosto 1993) – oggi non esplicitamente citata dalla Dichiarazione vaticana sulla dignitas infinita
– a ribadire il procedimento, in prima battuta teologico-morale, del
richiamo ai principi per fondare conseguenze operative, scartando la
possibilità di misurarsi con le domande che scaturiscono dalla vita
delle persone, per tematizzarle in dialogo con i pensatori che hanno
discusse le virtù che la tradizione denominava etiche e dianoetiche.
Sulla base del Vangelo di Matteo (19,3-10) si osservava, appunto, che il
richiamo al «principio», che sgomenta i discepoli del Nazareno,
enunciava una regola generale, che rimanda alla nuova e sorprendente
possibilità aperta all'uomo dalla grazia di Dio, ma anche ai principi
primi della cosiddetta legge di natura: citando Codice di Diritto Canonico, can.
747, 2, quasi a ribadire la forza non solo etica, ma anche giuridica,
del procedimento, «è compito della Chiesa annunziare sempre e dovunque i
principi morali anche circa l'ordine sociale, e così pure pronunciare
il giudizio su qualsiasi realtà umana, in quanto lo esigano i diritti
fondamentali della persona umana o la salvezza delle anime»3 . Il metodo resta quello di enunciare i principi necessari per il discernimento delle situazioni reali.
Se è quando mi chiedo “cosa fare?” di fronte alla dignità pressoché
infinita della persona, l’etica, anche quella di orientamento cristiano,
si rivela strumento prezioso e guida indispensabile verso una risposta
adeguata. Non dovremmo piuttosto prendere in considerazione le
differenti interpretazioni e risposte che sono state e ancora di nuovo
vengono suggerite per motivare e rafforzare l’agire umano? Non sbagliamo
forse approccio ad affrontare la questione etica dal lato della domanda
e, come avviene nella Dichiarazione, dal lato dei principi supposti
evidenti e intangibili? L’assottigliarsi consistente di quel fondo
comune condiviso di principi, entro il quale la pluralità dei percorsi
viene a costituire un intreccio di opzioni in dialogo reciproco e non un
mero elenco incoerente di affermazioni autoreferenziali fa sì che tutto
sembra essersi messo in rapido movimento. Il riferimento vacilla, come
pure l’orizzonte generale a lungo considerato come lo stabile sostegno
di ogni procedere discorsivo. Siamo diventati tutti, come sosteneva
Engelhardt, degli «stranieri morali».
1 S. Leone Magno, PRIMO DISCORSO TENUTO NEL NATALE DEL SIGNORE, I.
2 Dicastero per la dottrina della fede, Dichiarazione Dignitas infinita circa la dignità umana (25.3.2024), n. 1. In attesa dell’edizione in AAS, cf:
https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20240402_dignitas-infinita_it.html [9.4.2024]. D’ora in poi, Dichiarazione.
3 Veritatis splendor, n. 27.
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