sabato 14 settembre 2024

Dignitas infinita, Giustiniani live

 

DICHIARAZIONE DIGNITAS INFINITA
CIRCA LA DIGNITÀ UMANA

VENERDÌ 4 OTTOBRE 2024 - ORE 15.00-19.00


presenterò, in qualità di socio di "Persona al centro", il fondamentale documento circa la dignità umana che vedrà impegnata l'Associazione per la Filosofia della Persona, in una riflessione corale pubblica, sui cardini fondativi della dichiarazione che prendono a riferimento la dignità ontologica ed il primato della persona umana.

Al temine degli interventi dei soci, chiunque lo desideri, anche non socio, potrà partecipare alla conversazione regolata collegandosi al link: 🔜

🔄abstract del prof. Giustiniani

  1. Un rinnovato interesse ecclesiale per la pressoché infinita dignità dell’essere umano
Tutte le persone umane, anche i cosiddetti “nulla del mondo”, sono da includere e riconoscere come portatori di una dignità intrinseca, perché, nella Chiesa che è nel mondo, essi ricordano che ogni persona, anche se sul piano sociale apparisse un “nulla”, ha una “dignitas infinita”, la cui fondazione metafisica è divina, posto che in Dio uno dei tre ha assunto la natura umana. Si legge in Leone Magno: «Il Figlio di Dio, nella pienezza dei tempi che il disegno divino, profondo e imperscrutabile, aveva prefisso, ha assunto la natura del genere umano per riconciliarla al suo Creatore, affinché il diavolo, autore della morte, fosse sconfitto, mediante la morte con cui prima aveva vinto»1 .
 
Il tropeano don Francesco Mottola volle in quella città calabrese un graffito, in cui: “Il samaritano è ripreso nell’atto del suo chinarsi sull’uomo derubato e malridotto dai suoi aggressori. Più che di un chinarsi dell’uno sull’altro, il graffito dà l’idea di un abbraccio fraterno tra due esseri umani, che si cercano, s’incontrano e si riconoscono fratelli. È l’inizio di un camminare insieme, una promessa di fedeltà per entrambi carica di futuro, che, intanto, restituisce al povero giudeo la sua dignità”. In poche parole, la parabola del buon Samaritano altro non è che “il manifesto della dignità della persona umana” da incrociare e riconoscere in tutti gli appartenenti alla specie umana come fratelli e sorelle, i quali si aprono, a loro volta, a riconoscere, perfino negli altri abitanti della casa comune, un fratello sole e una sorella luna.
 
 Benché promulgata dal Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, dopo una prima richiesta di integrazione da parte di papa Francesco - «nel corso dell’Udienza a me concessa il 13 novembre del 2023», la Dichiarazione Dignitas Infinita - di cui oggi ripercorriamo struttura e temi, come esposti dalla introduzione  e  primi  tre capitoli fino al paragrafo 32, è stata ben ponderata, come ci viene detto, in diverse riunioni e gruppi ristretti del mercoledì e, infine, approvata dal santo Padre: «Nel corso nell’Udienza concessa a me insieme al Segretario della Sezione Dottrinale, Mons. Armando Matteo, in data 25 marzo 2024, il Santo Padre ha quindi approvato la presente Dichiarazione e ne ha ordinato la pubblicazione». Pertanto, il Documento può essere fondatamente inventariato come un atto autorevole di magistero, peraltro più volte approfondito con il successore di Pietro, nel campo specifico della sezione dottrinale del Dicastero per la dottrina della fede cattolica. Oggi, come leggiamo, nella stagione cosiddetta di papa Francesco, «La Chiesa, alla luce della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo impegno a favore di coloro che sono più deboli e meno dotati di potere, insistendo sempre “sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza”»2 . La stessa Presentazione divide i passaggi logici della Dichiarazione:
 
«Nelle prime tre parti, la Dichiarazione richiama fondamentali principi e presupposti teorici, al fine di offrire importanti chiarimenti che possono evitare le frequenti confusioni che si verificano nell’uso del termine “dignità”. Nella quarta parte, presenta alcune situazioni problematiche attuali in cui l’immensa e inalienabile dignità che spetta ad ogni essere umano non è adeguatamente riconosciuta. La denuncia di tali gravi e attuali violazioni della dignità umana è un gesto necessario, perché la Chiesa nutre la profonda convinzione che non si può separare la fede dalla difesa della dignità umana, l’evangelizzazione dalla promozione di una vita dignitosa, e la spiritualità dall’impegno per la dignità di tutti gli esseri umani» (dalla Presentazione del Prefetto, Víctor Manuel Card. Fernández).
 
Il procedimento è, quindi, dichiaratamente deduttivo: dai principi e presupposti, infatti, si ricavano criteri di lettura, esplicitamente non esaustivi, della realtà in
 
«alcune situazioni problematiche attuali in cui l’immensa e inalienabile dignità che spetta ad ogni essere umano non è adeguatamente riconosciuta» (ivi).
 
Ovviamente, se il presupposto è quello di trovarsi «di fronte a una verità universale», che cioè tutti sono chiamati a riconoscere, si sarebbe posti effettivamente, è questo l’intento degli estensori, di fronte a una
 
 «condizione fondamentale affinché le nostre società siano veramente giuste, pacifiche, sane e alla fine autenticamente umane» (ivi)
 
       
Tale dignità di tutti gli esseri umani può, infatti, essere intesa come “infinita” (dignitas infinita) solamente a condizione che si accetti una procedura di tipo discensivo: dallo splendore di principi, presupposti come veri, al riconoscimento della tenuta concreta di essi nel quotidiano. Del resto, per primo, fu san Giovanni Paolo II, a sancire nell’enciclica Veritatis splendor circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa (6 agosto 1993) – oggi non esplicitamente citata dalla Dichiarazione vaticana sulla dignitas infinita – a ribadire il procedimento, in prima battuta teologico-morale, del richiamo ai principi per fondare conseguenze operative, scartando la possibilità di misurarsi con le domande che scaturiscono dalla vita delle persone, per tematizzarle in dialogo con i pensatori che hanno discusse le virtù che la tradizione denominava etiche e dianoetiche. Sulla base del Vangelo di Matteo (19,3-10) si osservava, appunto, che il richiamo al «principio», che sgomenta i discepoli del Nazareno, enunciava una regola generale, che rimanda alla nuova e sorprendente possibilità aperta all'uomo dalla grazia di Dio, ma anche ai principi primi della cosiddetta legge di natura: citando Codice di Diritto Canonico, can. 747, 2, quasi a ribadire la forza non solo etica, ma anche giuridica, del procedimento, «è compito della Chiesa annunziare sempre e dovunque i principi morali anche circa l'ordine sociale, e così pure pronunciare il giudizio su qualsiasi realtà umana, in quanto lo esigano i diritti fondamentali della persona umana o la salvezza delle anime»3 . Il metodo resta quello di enunciare i principi necessari per il discernimento delle situazioni reali.
 
Se è quando mi chiedo “cosa fare?” di fronte alla dignità pressoché infinita della persona, l’etica, anche quella di orientamento cristiano, si rivela strumento prezioso e guida indispensabile verso una risposta adeguata. Non dovremmo piuttosto prendere in considerazione le differenti interpretazioni e risposte che sono state e ancora di nuovo vengono suggerite per motivare e rafforzare l’agire umano? Non sbagliamo forse approccio ad affrontare la questione etica dal lato della domanda e, come avviene nella Dichiarazione, dal lato dei principi supposti evidenti e intangibili? L’assottigliarsi consistente di quel fondo comune condiviso di principi, entro il quale la pluralità dei percorsi viene a costituire un intreccio di opzioni in dialogo reciproco e non un mero elenco incoerente di affermazioni autoreferenziali fa sì che tutto sembra essersi messo in rapido movimento. Il riferimento vacilla, come pure l’orizzonte generale a lungo considerato come lo stabile sostegno di ogni procedere discorsivo. Siamo diventati tutti, come sosteneva Engelhardt, degli «stranieri morali».
       
 
1 S. Leone Magno, PRIMO DISCORSO TENUTO NEL NATALE DEL SIGNORE, I.
 
       
2 Dicastero per la dottrina della fede, Dichiarazione Dignitas infinita circa la dignità umana (25.3.2024), n. 1. In attesa dell’edizione in AAS, cf:
 
 

3 Veritatis splendor, n. 27.    


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