domenica 15 settembre 2024

Libri come ali, Ulla Enger a Santa Maria la Nova

I libri mettono le ali

C'è un riferimento specifico alle metafora delle ali e del volo dei libri nella poesia There is no Frigate like a Book di Emily Dickinson (1830-1886), dove l'autrice paragona i libri a una nave che può trasportare le persone in mondi lontani senza il bisogno di muoversi fisicamente.
La poesia suggerisce che i libri hanno il potere di portare i lettori in viaggi mentali, simile a come se avessero ali:

Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina di poesie che si impenna questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio tanto è frugale il carro dell’anima.

La metafora delle ali e del volo fu usata da Immanuel Kant (1724-1804) nella Critica della ragione pura. Immanuel Kant utilizza l'immagine della colomba nella Prefazione alla seconda edizione della Critica della ragion pura, per illustrare un punto importante riguardo ai limiti della ragione umana e della conoscenza. Il celebre filosofo tedesco utilizza questa metafora della colomba, per spiegare come la ragione umana (paragonata al volo della colomba) possa credere erroneamente di poter raggiungere una conoscenza più pura o più avanzata (volare più facilmente) se fosse liberata dai limiti delle esperienze sensibili (l'aria). Tuttavia, proprio come la colomba ha bisogno dell'aria per volare, la ragione umana ha bisogno dei dati sensibili e delle condizioni empiriche per esercitare il proprio potere. Senza questi limiti, la ragione non può operare correttamente e la sua aspirazione a una conoscenza pura ed assoluta diventa un'illusione.

sabato 14 settembre 2024

Dignitas infinita, Giustiniani live

 

DICHIARAZIONE DIGNITAS INFINITA
CIRCA LA DIGNITÀ UMANA

VENERDÌ 4 OTTOBRE 2024 - ORE 15.00-19.00


presenterò, in qualità di socio di "Persona al centro", il fondamentale documento circa la dignità umana che vedrà impegnata l'Associazione per la Filosofia della Persona, in una riflessione corale pubblica, sui cardini fondativi della dichiarazione che prendono a riferimento la dignità ontologica ed il primato della persona umana.

Al temine degli interventi dei soci, chiunque lo desideri, anche non socio, potrà partecipare alla conversazione regolata collegandosi al link: 🔜

🔄abstract del prof. Giustiniani

  1. Un rinnovato interesse ecclesiale per la pressoché infinita dignità dell’essere umano
Tutte le persone umane, anche i cosiddetti “nulla del mondo”, sono da includere e riconoscere come portatori di una dignità intrinseca, perché, nella Chiesa che è nel mondo, essi ricordano che ogni persona, anche se sul piano sociale apparisse un “nulla”, ha una “dignitas infinita”, la cui fondazione metafisica è divina, posto che in Dio uno dei tre ha assunto la natura umana. Si legge in Leone Magno: «Il Figlio di Dio, nella pienezza dei tempi che il disegno divino, profondo e imperscrutabile, aveva prefisso, ha assunto la natura del genere umano per riconciliarla al suo Creatore, affinché il diavolo, autore della morte, fosse sconfitto, mediante la morte con cui prima aveva vinto»1 .
 
Il tropeano don Francesco Mottola volle in quella città calabrese un graffito, in cui: “Il samaritano è ripreso nell’atto del suo chinarsi sull’uomo derubato e malridotto dai suoi aggressori. Più che di un chinarsi dell’uno sull’altro, il graffito dà l’idea di un abbraccio fraterno tra due esseri umani, che si cercano, s’incontrano e si riconoscono fratelli. È l’inizio di un camminare insieme, una promessa di fedeltà per entrambi carica di futuro, che, intanto, restituisce al povero giudeo la sua dignità”. In poche parole, la parabola del buon Samaritano altro non è che “il manifesto della dignità della persona umana” da incrociare e riconoscere in tutti gli appartenenti alla specie umana come fratelli e sorelle, i quali si aprono, a loro volta, a riconoscere, perfino negli altri abitanti della casa comune, un fratello sole e una sorella luna.
 

domenica 1 settembre 2024

Il postino. La metafora di un'emozione

Il postino. La metafora di un'emozione

Irene Cocco ci restituisce la profondità di un pensiero che riesce a volgere l’ignoranza in conoscenza ed il conoscere in agire.

Quando un film come il Postino sopravvive agli anni, che passano implacabili, vale a dire che racchiude in sé qualcosa di molto speciale, per cui non ci meravigliamo di fronte all’eccezionalità dello specifico filmico, che viene, significativamente esibito, in un denso libro intitolato il Postino. La metafora di un’emozione, da Irene Cocco.
Una perspicua ideazione e un’ottima curatela contraddistinguono questo volume, che ben si colloca nel rinnovato fervore di studi, cui ha dato occasione il trentennale del film, che presenta, nella nitida ed elegante veste grafica della Valle del Tempo, anche svariate interviste ad artisti e critici, volte ad approfondire aspetti fondamentali sia del lungometraggio stesso sia dell’estroso talento poliedrico di Massimo Troisi, che fu sempre attento alla lezione della tradizione, assieme alle problematiche della cultura cinematografica a lui contemporanea.
In effetti, nelle intenzioni di questo lavoro, oltre all'impianto di un discorso critico su il Postino, c’è anche l’impegno a delineare altre possibili interpretazioni, verificando, peraltro, quelle fasi, finora esplorate, di un iter artistico felicemente accidentato, lungo il quale la scrittura si è trasformata in film.


Corrado Ocone, il non detto della libertà

Libri come ali, Ulla Enger a Santa Maria la Nova

I libri mettono le ali C'è un riferimento specifico alle metafora delle ali e del volo dei libri nella poesia There is no Frigate  like ...