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sabato 14 giugno 2025

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sala Paolini Angelucci, Museo Diocesano di Velletri

Sabato 21 giugno ore 18:00

Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme

Sala Paolini Angelucci - Museo Diocesano

Corso della Repubblica 347, Velletri - Rm


Un nuovo, terribile, capitolo di una guerra infinita.

Scrivo questo mio intervento nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, nel corso di un nuovo capitolo di questa mai finita storia attacchi e risposte belliche: come ha sintetizzato Vatican news del 13 giugno 2025: «L’attacco missilistico di Israele sull’Iran… getta ulteriore incertezza e violenza su tutto il Medio Oriente e alimenta il rischio di un conflitto regionale. I bombardamenti, condotti con circa 200 aerei hanno colpito impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali, per un totale di oltre 100 obiettivi, sono stati definiti dal premier Benjamin Netanyahu attacchi "preventivi" per la "sopravvivenza" di Israele”. L’operazione “Leone nascente”, ha spiegato ancora il primo ministro, ha lo scopo di "ridurre la minaccia Iraniana” e durerà "molti giorni"». È una sempre penultima parola - quando sarà pronunciata l’ultima? – del volo dei due angeli di cui al titolo di questo bellissimo libro storico-biblico e storico-religioso di Marcello del Verme, mio antico docente in Facoltà teologica dell’Italia Merdionale di Napoli.

Nel suo Postscriptum – redatto dalla dipartita di papa Francesco – Del Verme aveva scritto: «Ci ha lasciato papa Francesco, vescovo di Roma e mi­nistro della cattolicità romana. Alla sua elezione danzai di gioia, oggi vivo la sua dipartita come una “teopatìa”» (Marcello Del Verme, Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace, ediziono La Valle del Tempo, Napoli 2025, p.125). Aveva aggiunto, speranzoso: «Più in generale, nella notte in cui ci guidano le stelle, come dicono alcuni murales che appaiono qua e là sul territorio, ci parlino e ci guidino i profeti del lontano e vicino passato: Martin Buber, Carlo Maria Martini, Yitzhak Rabin e, ultimo, papa Francesco. Si ascolti la loro voce, così i nostri “due angeli” potranno concludere il loro volo. Nella tradizione cattolica oggi 21 aprile 2025 è il lunedì dell’angelo. Da questo momento i nostri “angeli in volo” non sono più due ma tre» (p. 126).

Sfiduciati?

L’esegeta e storico del cristianesimo Del Verme non perde mai la fiducia. I due angeli Israel e Ismael sono in volo. Non come dei droni alla ricerca di terroristi da punire o di centri di produzione nucleare da interrompere. Come ho scritto nel mio capitolo introduttivo al volume di Del Verne, «Nella visione, tra l’onirico e il reale, …i due angeli del cielo segnerebbero, appunto, l’auspicata riappacificazione – come in cielo così in terra – purtroppo, più sognata dall’Autore che effettiva – tra due popoli ancora belligeranti (israeliani e palestinesi). Essi appaiono proiezione in terra degli angeli celesti, Israel e Ismael: rappresentativi di tutti i figli d’Isacco e d’Ismaele e delle loro stirpi, sia etniche che re­ligiose, continuano frattanto a lottarsi ed eliminarsi, al punto che la visione della pace, biblicamente fondata, si deve fare come in cielo, così in terra quasi preghiera e auspicio, sia sulle labbra che negli occhi di Del Verme». Il titolo di questo volume nasce dal commento che il Presidente di SISR, prof. Giovanni Casadio, faceva a questo contributo di Del Verme -che, come un palinsesto, viene, dal 1967, riscritto e aggiornato - avuto in anteprima: “Angeli su Israel e Ismael”, un saggio politico-religioso di Marcello Del Verme, membro storico della SISR, che merita di essere portato all’attenzione dei Soci SISR. Ecco: «Israel, che Jhwh fa partorire a Sara, donna sterile che “ancora quasi incredula, impazzisce di felicità”. Difatti nella nascita di Isacco (Gen 21,1-7) il romanziere e scrittore di Alba, Aldo Cazzullo, mette in bella evidenza la “impazzita felicità” di Sarài, che fa da pendant al riso di Abramo (17,17). Un gioco di parole sul nome di Isacco, che diventa un “riso di gioia”» (p. 81). «Ismael, invece, fu partorito da Sarài, quando ad Abram (poi Abramo), al termine di dieci anni di permanenza nella terra di Canaan… ». «Si direbbe, è qui già presente lo scontro tra i due fratelli. L’angelo del Signore [Yhwh stesso?] ad Agar, trattata male da Sarài e in fuga nel deserto, invitata poi dall’angelo a far ritorno dalla sua padrona, viene detto che Ismaele “sarà come un asino selvatico, la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui, e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli” (16,12). I discendenti di Ismaele sono quindi gli arabi del deserto “indipendenti e vagabondi come l’asino selvatico” (Gb 39,5-8)2» (p. 82).

Intanto, scrive Del Verme in riferimento alla penultima tappa di questa guerra infinita...

🔤testo integrale


 

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