Sabato 21 giugno ore 18:00
Angeli su Israel e Ismael in attesa della pace. Velletri, premiere del libro di Marcello del Verme
Sala Paolini Angelucci - Museo Diocesano
Corso della Repubblica 347, Velletri - Rm
Un nuovo, terribile, capitolo di una guerra infinita.
Scrivo questo mio intervento nella notte tra il 12 e il 13
giugno 2025, nel corso di un nuovo capitolo di questa mai finita storia attacchi
e risposte belliche: come ha sintetizzato Vatican news del 13 giugno 2025:
«L’attacco missilistico di Israele sull’Iran… getta ulteriore incertezza e violenza
su tutto il Medio Oriente e alimenta il rischio di un conflitto regionale. I
bombardamenti, condotti con circa 200 aerei hanno colpito impianti nucleari e
militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali, per un totale di
oltre 100 obiettivi, sono stati definiti dal premier Benjamin Netanyahu
attacchi "preventivi" per la "sopravvivenza" di Israele”.
L’operazione “Leone nascente”, ha spiegato ancora il primo
ministro, ha lo scopo di "ridurre la minaccia Iraniana” e durerà
"molti giorni"». È una sempre penultima parola - quando sarà
pronunciata l’ultima? – del volo dei due angeli di cui al titolo di questo
bellissimo libro storico-biblico e storico-religioso di Marcello del Verme, mio
antico docente in Facoltà teologica dell’Italia Merdionale di Napoli.
Nel suo Postscriptum – redatto dalla dipartita di
papa Francesco – Del Verme aveva scritto: «Ci ha lasciato papa Francesco,
vescovo di Roma e ministro della cattolicità romana. Alla sua elezione danzai
di gioia, oggi vivo la sua dipartita come una “teopatìa”» (Marcello Del Verme, Angeli
su Israel e Ismael in attesa della pace, ediziono La Valle del Tempo,
Napoli 2025, p.125). Aveva aggiunto, speranzoso: «Più in generale, nella notte
in cui ci guidano le stelle, come dicono alcuni murales che appaiono qua
e là sul territorio, ci parlino e ci guidino i profeti del lontano e vicino
passato: Martin Buber, Carlo Maria Martini, Yitzhak Rabin e, ultimo, papa
Francesco. Si ascolti la loro voce, così i nostri “due angeli” potranno
concludere il loro volo. Nella tradizione cattolica oggi 21 aprile 2025 è il
lunedì dell’angelo. Da questo momento i nostri “angeli in volo” non sono più
due ma tre» (p. 126).
Sfiduciati?
L’esegeta e storico del cristianesimo Del Verme non perde
mai la fiducia. I due angeli Israel e Ismael sono in volo. Non come dei droni
alla ricerca di terroristi da punire o di centri di produzione nucleare da
interrompere. Come ho scritto nel mio capitolo introduttivo al volume di Del
Verne, «Nella visione, tra l’onirico e il reale, …i due angeli del cielo
segnerebbero, appunto, l’auspicata riappacificazione – come in cielo così in
terra – purtroppo, più sognata dall’Autore che effettiva – tra due popoli
ancora belligeranti (israeliani e palestinesi). Essi appaiono proiezione in
terra degli angeli celesti, Israel e Ismael: rappresentativi di tutti i figli
d’Isacco e d’Ismaele e delle loro stirpi, sia etniche che religiose,
continuano frattanto a lottarsi ed eliminarsi, al punto che la visione della
pace, biblicamente fondata, si deve fare come in cielo, così in terra quasi
preghiera e auspicio, sia sulle labbra che negli occhi di Del Verme». Il titolo
di questo volume nasce dal commento che il Presidente di SISR, prof. Giovanni
Casadio, faceva a questo contributo di Del Verme -che, come un palinsesto,
viene, dal 1967, riscritto e aggiornato - avuto in anteprima: “Angeli su Israel
e Ismael”, un saggio politico-religioso di Marcello Del Verme, membro storico
della SISR, che merita di essere portato all’attenzione dei Soci SISR. Ecco: «Israel,
che Jhwh fa partorire a Sara, donna sterile che “ancora quasi incredula,
impazzisce di felicità”. Difatti nella nascita di Isacco (Gen 21,1-7) il
romanziere e scrittore di Alba, Aldo Cazzullo, mette in bella evidenza la “impazzita
felicità” di Sarài, che fa da pendant al riso di Abramo (17,17). Un
gioco di parole sul nome di Isacco, che diventa un “riso di gioia”» (p. 81). «Ismael,
invece, fu partorito da Sarài, quando ad Abram (poi Abramo), al termine di
dieci anni di permanenza nella terra di Canaan… ». «Si direbbe, è qui già
presente lo scontro tra i due fratelli. L’angelo del Signore [Yhwh stesso?]
ad Agar, trattata male da Sarài e in fuga nel deserto, invitata poi dall’angelo
a far ritorno dalla sua padrona, viene detto che Ismaele “sarà come un asino
selvatico, la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui, e
abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli” (16,12). I discendenti di
Ismaele sono quindi gli arabi del deserto “indipendenti e vagabondi come l’asino
selvatico” (Gb 39,5-8)2» (p. 82).
Intanto, scrive Del Verme in riferimento alla penultima tappa di questa guerra infinita...
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