Meditando la Passione di Cristo, costruire alleanze nel bene (cf. Lc 23,8-12).
🐧 << 'a meglio parola è ch’ella ca nun se dice>>
La migliore parola, talvolta, è quella che non si
proferisce.
La saggezza popolare antica aveva ben compreso il
valore del silenzio. Lo stesso che si
può intercettare - ad esempio - nel
racconto della passione all’interno del Vangelo secondo Luca in merito a Gesù
dinanzi a Erode Antipa (cf. Lc 23,8-12).
Un silenzio direi più che loquace che pone in evidenza la banalità e le contraddizioni del male. Si accusa falsamente Gesù di sobillare il popolo incitandolo a non rendere il proprio tributo a Cesare e ciò in nome della Torah e gli stessi accusatori non si rendono conto che stanno commettendo “falsa testimonianza”. Si esalta Cesare e si manca al primo insegnamento della Torah: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Si pone in luce che Erode e Pilato in occasione del processo “al giusto innocente” fanno pace e che fino a quel momento vi erano forti tensioni tra i due. Ciò sta a significare e, a dimostrare che, il male costituisce sempre la scelta più facile e quella che suscita più consensi ed alleanze. Il bene,invece, richiede impegno e per attuarlo a volte occorre bypassare innumerevoli ostacoli, poiché incontra forte contrapposizioni. Gesù però con il suo atteggiamento non si scompone, non si agita, semplicemente resta fedele al suo essere e al suo agire. Dinanzi ad Erode - personaggio dalla reputazione morale compromessa - colui che aveva autorizzato la morte del Battista, tace e prosegue per la sua strada. Il Signore insegna fino alla fine l’umiltà, la giustizia, l’amore. Da questo brano si può dedurre una lezione di resilienza nel bene, bisogna promuovere e costruire alleanze per rendere contagioso il bene e non il male. In quanti contesti oggi si può rilevare che il male dilaga e il bene é, il più delle volte, osteggiato, ostacolato e impedito? In non pochi contesti anche di fede sé si vuole criticare o screditare qualcuno- ad esempio- si trova subito una platea disposta ad ascoltare e ad aggiungere elementi, una giuria sempre pronta a dare verdetti. Se paradossalmente,invece, si propone di realizzare una buona opera a favore di qualcuno iniziano subito ed emergere dubbi, ostacoli, perplessità. Quante calunnie e diffamazioni oggi si propagano facilmente mediante l’utilizzo sconsiderato dei social?
Le fake news in alcuni paesi riescono a decidere addirittura le “elezioni” nell’indifferenza più assoluta dei più. Soccorrere il “meno fortunato” di turno costituisce una strategia di “prevenzione e di contrasto” alla logica portata avanti, invece, con impegno dagli accusatori di Gesù. Facilitare la realizzazione del bene attraverso il proprio “contribuito” snellendo lì dove è possibile procedere e le burocrazie, semplificando rapporti e relazioni, può costituire un vero e proprio atto concreto di promozione del bene e diniego del male. Meditando il racconto della Passione di Cristo, si possono individuare dinamiche umane e spirituali che conservano una rilevanza nella società odierna. È possibile, quindi, individuare e applicare strategie adeguate che promuovano il bene e contrastino il male e la menzogna, in tutte le loro manifestazioni.
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